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Cineforum 2013/2014 | 26 novembre 2013

Post n°183 pubblicato il 25 Novembre 2013 da cineforumborgo
 

RE DELLA TERRA SELVAGGIA - BEASTS OF THE SOUTHERN WILD

 

Titolo originale: Beasts of the Southern Wild

Regia: Benh Zeitlin

Soggetto: Lucy Alibar, dalla pièce teatrale “Juicy and Delicious

Sceneggiatura: Lucy Alibar, Benh Zeitlin

Fotografia: Ben Richardson

Musiche: Dan Romer, Benh Zeitlin

Montaggio: Crockett Doob, Affonso Gonçalves

Scenografia: Alex DiGerlando

Arredamento: Annie Evelyn, Erin Staub

Costumi: Stephani Lewis

Effetti: Ray Tintori, Lucas Joachin

Interpreti: Quvenzhané Wallis (Hushpuppy), Dwight Henry (Wink), Levy Easterly (Jean Battiste), Lowell Landes (Walrus), Pamela Harper (Little Jo), Gina Montana (Miss Bathsheeba), Amber Henry (LZA), Jonshel Alexander (Joy Strong), Nicholas Clark (Sticks), Henry D. Coleman (Peter T), Kaliana Brower (T-Lou), Philip Lawrence (dott. Maloney), Hannah Holby (babysitter "Open Arms"), Jimmy Lee Moore (sergente maggiore), Marilyn Barbarin (cantante), Big-Chief Alfred Doucette (MC), Jovan Hathaway (la cuoca), Kendra Harris (Hushpuppy infante), Joseph Brown (Winston)

Produzione: Michael Gottwald, Dan Janvey, Josh Penn per Court 13/Cinereach/Journeyman Pictures

Distribuzione: Satine Film/Bolero Film

Durata: 92’

Origine: U.S.A., 2012

Premio FIPRESCI e menzione speciale della giuria ecumenica al 65. Festival di Cannes 2012, Sezione 'Un Certain Regard'.

 

«Lo spirito indomito che impregna tutta la Louisiana del sud è ciò che mi ha reso dipendente da questa terra. Sono venuto per una visita che sarebbe dovuta durare due mesi. Sono passati sei anni, e non ho alcuna intenzione di ripartire. Qui si trova la culla di una specie in via di estinzione: quella delle persone più tenaci che io conosca in America. Ed è stata la loro fierezza a condurmi a questa storia». Benh Zeitlin, regista esordiente, spiega così la genesi di “Re della terra selvaggia”, opera cinematografica rivelazione del 2012, premiata al Sundance, a Cannes e in altri prestigiosi festival internazionali, candidata a quattro Oscar. E solo partendo da questa premessa - il sud della Louisiana non è solo un luogo ma uno stile di vita - si può comprendere fino in fondo questo straordinario lavoro, sicuramente non convenzionale, di quelli che o si amano o si detestano. Un film poetico, grazie a una magica alchimia che mescola sentimenti profondi e forza della natura. Siamo nella terra di Katrina, un luogo segnato dalla potenza degli elementi. E in un tempo di cambiamenti climatici. Ghiacci che si sciolgono, uragani, maree, tutto contribuisce a trasmettere la sensazione che un giorno, inevitabilmente, questo mondo sarà cancellato dalla mappa geografica. E il film di Zeitlin s'interroga sul modo in cui le persone che qui vivono da sempre reagiranno di fronte all'imminente catastrofe, su come potranno trovare la forza di vedere morire la loro terra senza perdere la speranza, aggrappandosi alla famiglia e agli affetti. Hushpuppy (Quvenzhané Wallis), sei anni appena, vive in una comunità che abita un'area paludosa denominata affettuosamente 'la grande vasca': una zona dimenticata, tagliata fuori dal resto del mondo da una diga, ma abitata da gente ribelle e fiera del suo isolamento. La mamma di Hushpuppy se n'è andata da tempo, e l'amato papà Wink (Dwight Henry) è un uomo indomito e selvaggio, refrattario a slanci di tenerezza pur amando molto, a suo modo, la figlia. I due vivono sotto tetti diversi: lui in una baracca arrugginita, lei in una roulotte appoggiata su due barili. La bambina è spesso lasciata sola, circondata da animali selvatici: in tale ambiente percepisce, in una sorta di elementare panteismo, che il mondo della natura è un fragile intreccio di cuori che battono, vivono, e che l'universo si regge sull'equilibrio perfetto e precario di tutte le cose; come del resto le ricorda un'insegnante fin troppo originale (Gina Montana). Wink, gravemente malato, sa che non vivrà ancora a lungo e con durezza sta preparando la figlia ad affrontare un ambiente ostile, dove non ci sarà più lui a proteggerla. La vuole forte, coraggiosa, e orgogliosa di non assomigliare a quanti abitano all'asciutto, dall'altra parte della diga. Inoltre 'la grande vasca' - che non richiama alcun luogo reale, ma è piuttosto il contenitore di tutto il buono che i cambiamenti naturali spazzeranno via - è alla vigilia di una catastrofe mai vista. Con il padre malato, a Hushpuppy non resta altro che cercare di sopravvivere e di mettersi alla ricerca della madre, che per lei è solo un vago ricordo. Ma dovrà combattere contro pericoli reali e immaginari, incubi che prendono la forma di terrificanti bestie preistoriche, gli 'aurochs'. E, imparando a piangere, dire addio alle persone che ama. Dopo aver assistito a uno spettacolo teatrale di 'Juicy and delicious' di Lucy Alibar nel 2008, Zeitlin ha deciso che la portata e lo spirito del mondo creato dall'autrice fossero ideali per una trasposizione cinematografica. Alibar ha infatti scritto racconti che mescolano cibo, magia e amore, nello stile del Sud, e dato vita a personaggi fortemente caratterizzati. Firmando insieme la sceneggiatura del film, Alibar e Zeitlin hanno trasferito questi ingredienti nel paesaggio acquitrinoso della Louisiana, un luogo in cui le persone, sbandate e strambe a limite dell'insipienza, ma genuine e solidali, vivono una gioia semplice e smodata, unita a un atavico e cocciuto fatalismo anche quando villaggi e case affondano dinanzi ai loro occhi. Cosicché quando, dopo l'uragano, il mondo al di là della diga tenterà di soccorrerli, quell'aiuto verrà percepito come una violenza non meno devastante. Il risultato è un'opera di grande impatto emotivo, costata meno di due milioni di dollari, che unisce fiaba e realtà, forte della spontaneità degli attori tutti reclutati dalla strada; persone vere, chiamate a recitare se stesse. A partire dalla piccola Quvenzhané Wallis, bravissima, ma forse prematuramente candidata dall'Academy Award come migliore attrice protagonista, la più giovane della storia. Un film che racconta un mondo estremo, reso però magico dallo sguardo innocente e disincantato di una bambina costretta a crescere troppo in fretta. È lei il Re che ci guida teneramente nella sua terra selvaggia.

Gaetano Vallini, L’Osservatore Romano

 

Bianchi, neri, creoli - non importa - in piena sintonia con il microcosmo sospeso fra acqua e cielo dove abitano, e noncuranti di sapere che è destinato a scomparire eroso dai venti e dal mare. Simbolo degli abitanti della 'Vasca', poveri in canna e in perenne lotta contro gli elementi, la piccola Hushpuppy trae forza dal suo fantastico mondo interiore e dalla consapevolezza saggia e senza tempo che noi esseri umani siamo parte di un ciclo naturale che ci precede e ci oltrepasserà. Basato su un atto unico di Lucy Alibar, girato a piccolo budget ed entrato in gara per l'Oscar anche per film e regia, “Re della Terra Selvaggia” di Benh Zeitlin è un esordio sorprendente, una favola antropologica e magica che coinvolge toccando corde profonde e misteriose.

Alessandra Levantesi Kezich

 

BENH ZEITLIN

Filmografia:

Re della terra selvaggia (2012)

 

Martedì 3 dicembre 2013:

MIELE di Valeria Golino, con Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte

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Commenti al Post:
fugadaipiombi
fugadaipiombi il 25/11/13 alle 20:12 via WEB
Anche se non sei tu a scrivere le recensioni, è bene lo stesso che si parli di cinema...a questo riguardo ti consiglio di vedere 'Mister Morgan - Last love', un film meraviglioso sul quale si potrebbe discutere molto...
 
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