CINEFORUM BORGOI film, i personaggi e i commenti della stagione 2019/2020 |
Messaggi di Gennaio 2016
Post n°262 pubblicato il 28 Gennaio 2016 da cineforumborgo
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Post n°261 pubblicato il 28 Gennaio 2016 da cineforumborgo
SI ALZA IL VENTO Titolo originale: Kaze tachinu Il film è ispirato alla vita di Jiro Horikoshi, l'uomo che progettò gli aerei da combattimento giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Fin da piccolo, suggestionato dall'ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni, Jiro fantastica di diventare un pilota e di costruire aeroplani. Quando il suo sogno di volare è reso irrealizzabile dalla miopia, Jiro ce la mette tutta per entrare a far parte di una delle maggiori industrie meccaniche giapponesi, finché il suo genio non lo aiuta ad affermarsi come uno dei più promettenti ingegneri aeronautici al mondo. Sullo sfondo dei grandi eventi della storia giapponese del primo novecento, mentre le sue innovazioni rivoluzionano il mondo dell'aviazione, la vita di Jiro è arricchita dall'amore per Nahoko e dall'amicizia con il collega Honjo. Una storia di formazione dalle cadenze epiche, in cui l'amore, le scelte e le capacità personali si intrecciano alla necessità di dover venire a patti con un mondo che muta. I film di Miyazaki vanno guardati entrandoci dentro. Bisogna togliersi le scarpe e avventurarsi a piedi nudi nel suo mondo, fatto di nuvole, paesaggi acquarellati, personaggi dai tratti infantili, con quelle smorfie buffe e i capelli che levitano leggeri sull’onda di un’emozione. Succede anche in un film come “Si alza il vento” (“Kaze Tachinu”), che in parte lascia disorientati per chi è abituato a vedere in lui il cantore dell’immaginazione libera e della meraviglia bambina. Stavolta il maestro dell’animazione giapponese sembra troppo preoccupato di spiegare chi è il suo protagonista, Jiro Horikoshi, progettista di aerei, e la sua storia vera. Sembra totalmente preso dal compito di introdurci nel mondo ermetico dei costruttori di aeroplani (con dovizia di dettagli, disegni, dialoghi didascalici), tradendo l’idea che ci siamo fatti del suo cinema, un esercizio di magia e poesia che trasfigura il mondo, che ce lo fa vedere come appare agli occhi di un bambino (non importa se ancora piccolo o già adulto). Eppure il mondo di Miyazaki è lì, in tutta la sua bellezza sussurrata, nella sua compresenza di sogno e realtà, è il mondo là fuori che si ostina a contrapporli. Anzi, c’è un protagonista che assomiglia proprio a Miyazaki, con la sua ossessione per il volo, la passione per le macchine e la meccanica, l’ostinata volontà di trasformare i sogni in realtà (attraverso i disegni). Un gioco-sogno infantile che però si realizza in un aereo di guerra (il Mitsubishi Zero) le cui gesta sono tristemente note. HAYAO MIYAZAKI Martedì 9 febbraio 2016:
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Post n°260 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da cineforumborgo
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Post n°259 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da cineforumborgo
SELMA - LA STRADA PER LA LIBERTA’
Titolo originale: Selma
Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell'America e il concetto moderno di diritti civili: un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tentò di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l'obiettivo di ottenere l'imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti e la trionfante marcia finale portarono infine il Presidente Lyndon B. Johnson a firmare, il 6 agosto di quell'anno, lo storico Voting Rights Act.
«Selma è una voce, la voce di un grande leader, la voce di una comunità», dice Ava DuVernay del suo “Selma: la strada della libertà”. Di chi è la voce? Del leader? Della comunità? O la voce del leader è essa stessa la voce della comunità? Scritta da Paul Webb, l'opera seconda della regista quarantaduenne torna ai fatti che, nella primavera del 1965, portano al Voting Rights Act, con cui Lyndon B. Johnson proibisce ogni discriminazione razziale nelle leggi elettorali dei singoli Stati. Dopo lunghe esitazioni, il presidente degli Usa è stato indotto al provvedimento dallo sdegno degli americani che, in televisione, hanno visto la polizia infierire sui manifestanti in marcia da Selma a Montgomery, in Alabama. A guidarli fisicamente non c'è ancora Martin Luther King, che è già il loro leader. I fatti di quel 7 marzo, una domenica, sono il risultato di una sua scelta consapevole: sfidare il razzismo profondo e il segregazionismo della piccola città di Selma, provocarne la reazione e poi rispondere solo con una resistenza nonviolenta. Raccontando il suo King (David Oyelowo), DuVernay sceglie di intrecciarne la strategia e la vicenda privata, la prospettiva politica e le paure - la moglie e i figli vengono di continuo minacciati di morte -, la forza etica e la debolezza umana. È un capo, il premio Nobel per la pace, ma è anche un uomo, con i timori di ogni uomo. Sa tener testa a Johnson (Tom Wilkinson), sa opporsi al governatore George Wallace (Tim Roth), ma non sempre sa ascoltare chi, tra i militanti, non ne condivide le scelte. Decide di esporre i suoi alla violenza, ma più d'una volta dubita di averne il diritto. Insomma, la sua voce non è sicura e netta come vuole la mitologia del capopopolo e del leader. Ed è qui, alla fine, la sua grandezza. Emerge limpida l'11 marzo, questa grandezza. Una seconda volta in marcia da Selma a Montgomery, una folla di uomini e di donne si trova di nuovo la strada sbarrata dalla polizia, pronta a caricare. Alla testa del corteo ora c'è King. L'occhio televisivo degli americani gli sta addosso. Dunque, converrebbe proseguire, lucrando poi i vantaggi di altro sangue. Ma il capo si ferma, e ferma il corteo. Tra la causa e le vite dei suoi, la sua responsabilità decide per le vite. Da lì a due settimane la marcia ripartirà. Ora, però, King sceglie il silenzio, e in quel silenzio la sua voce incontra la voce del suo popolo.
AVA DuVERNAY
Martedì 2 febbraio 2016:
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Post n°257 pubblicato il 15 Gennaio 2016 da cineforumborgo
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Inviato da: PaceyIV
il 25/02/2020 alle 13:33
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:37
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:03
Inviato da: generazioneottanta
il 16/07/2016 alle 19:27
Inviato da: generazioneottanta
il 20/03/2016 alle 10:30