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Messaggi del 17/03/2015

Cineforum 2014/2015 | 17 marzo 2015

Foto di cineforumborgo

SMETTO QUANDO VOGLIO


Regia: Sydney Sibilia
Soggetto
: Valerio Attanasio, Sydney Sibilia
Sceneggiatura
: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia
Fotografia
: Vladan Radovic
Musiche
: Andrea Farri; la canzone "Smetto quando voglio" (di D. Scardamaglia) è interpretata da Scarda.
Montaggio
: Gianni Vezzosi
Scenografia
: Alessandro Vannucci
Costumi
: Francesca Vecchi, Roberta Vecchi
Effetti
: Rodolfo Migliari, Chromatica
Suono
: Angelo Bonanni (fonico di presa diretta),
Interpreti
: Edoardo Leo (Pietro), Valeria Solarino (Giulia), Valerio Aprea (Mattia), Paolo Calabresi (Arturo), Libero De Rienzo (Bartolomeo), Stefano Fresi (Alberto), Lorenzo Lavia (Giorgio), Pietro Sermonti (Andrea), Neri Marcorè (Murena), Sergio Solli (professor Seta), Majlinda Agaj (Angelica), Guglielmo Poggi (Maurizio), Caterina Shulha (Paprika), Nadir Caselli (Ilaria), Davide Gagliardi (Danilo), Jai Prakash Bhardwai (sig. Ali Khan), Francesco Acquaroli (Commissario), Lorenzo Gioielli (Sottosegretario), Marco Ghirlandi (direttore suite), Guglielmo Favilla (ragazzo gay), Riccardo Rovere (Assessore), Marco Conidi (Rom giovane), Daniel Berquiny (Rom anziano), Flavio Altissimi (Flavio), Toni Sansaro (Toni), Mauro Stenico (farmacista), Matteo Corradini (tossico), Luigi Di Capua (tossico), Luca Vecchi (ex tossico), Neva Leoni (Neva), Sara Santarelli (Sara), Enzo Provenzano (sfasciacarrozze), Alessandro Tuzzi (operaio), Sergio Del Prete (agente Coletti), Luca Bruno (coatto), Mattia Coluccia (tossico), Alessandro Federico (il milanese), Betanì Mapunzo (tossico)
Produzione: Domenico Procacci, Matteo Rovere per Fandango/Ascent Film, con Rai Cinema

Distribuzione: 01 Distribution
Durata
: 100’
Origine
: Italia, 2013
Nastro d'Argento 2014 per miglior produttore


Attenzione: arriva finalmente sugli schermi la vera commedia sulla crisi di questo scorcio di millennio. Non stiamo sminuendo né “Posti in piedi in paradiso” di Verdone (che in fondo è una commedia di caratteri) né “Gli equilibristi” di Ivano De Matteo (che in fondo non è una commedia). Semplicemente, “Smetto quando voglio” ha una marcia in più. Perché parla dei trentenni, generazione abbastanza snobbata dal nostro cinema. Perché castigat ridendo mores, usa la risata anche fragorosa per parlare di una piaga sociale come la fuga, o l'umiliazione, o la sottovalutazione dei migliori cervelli in circolazione (come diceva Allen Ginsberg? Ho visto le migliori menti della mia generazione…). E perché il giovane Sidney Sibilia, già apprezzato regista di cortometraggi, gira una commedia come se fosse un film d'azione, con stile energico, veloce, ‘pompato’. Come se Tarantino facesse un remake di Monicelli. Il riferimento non è casuale. “Smetto quando voglio” è l'ennesimo omaggio a “I soliti ignoti”. Solo che questi fanno davvero le cose in modo «sc-sc-scientifico», come diceva il balbuziente Gassman in quel capolavoro. Perché sono scienziati, laureati, capoccioni autentici. Pietro, il capobanda, è un genio della ricerca scientifica. Ma per ottenere un contratto a tempo indeterminato deve passare sotto le forche caudine di un professore corrotto e pazzo, che prima gli suggerisce di iscriversi a CL poi gli dice che le opportunità politiche sono cambiate. Senza una lira, deriso anche dagli studenti fannulloni a cui dà ripetizione, Pietro ha un'idea. Sapevate (lui lo sa: glielo dice uno dei suoi allievi) che se una molecola potenzialmente allucinogena non rientra nell'elenco delle sostanze proibite dal Ministero degli Interni, produrla è legale? In altre parole: una nuova droga non è reato finché qualcuno non dice che lo è. Detto e fatto: Pietro recluta una banda di suoi ex compagni universitari, tutti geni e tutti sfigati. C'è l'economista che preparerà il piano finanziario, il chimico che fabbricherà le pasticche, i latinisti che spacceranno, l'archeologo che non serve a nulla ma ha un furgone delle Belle Arti che passa tutte le ZTL… E’ l'uovo - anzi, la pasticca - di Colombo. Finché la mala, quella vera, fiuterà l'affare… Il film è ben costruito, ha un rimo pazzesco. Ed è magnificamente recitato senza coinvolgere nessuno dei comici cinepanettonici o solitamente idioti imperanti. Tanto per cominciare, è il film - accettiamo scommesse - che metterà Edoardo Leo sulla mappa dei protagonisti. Finora questo stupendo caratterista romano lo è stato solo in un film da lui diretto, “18 anni dopo”; anche nella sua seconda regia, “Buongiorno papà”, si era ritagliato un ruolo minore lasciando il proscenio a Raoul Bova e allo strepitoso Marco Giallini. Qui Leo comanda, con piglio degno del Gassman suddetto, una gang di attori in stato di grazia. Citiamoli: Valerio Aprea, Piero Calabresi, Libero De Rienzo, Lorenzo Lavia, Stefano Fresi e Piero Sermonti. I nomi magari non vi dicono molto, ma dopo aver visto "Smetto quando voglio" andrete a cercare i loro prossimi film.

Alberto Crespi, L’Unità


Gli esordienti, nel cinema italiano, continuano a farsi onore. Sydney Sibilia, ad esempio. Fino ad oggi non ne avevo mai sentito parlare, con quel nome, oltre a tutto, piuttosto singolare. Chiarito però, dal nome del suo produttore, Domenico Procacci. Leggendolo sui titoli di testa mi son sentito subito rassicurato. Se Sibilia è un autore in cui Procacci ha creduto, mi son detto, anche se solo agli inizi, dei meriti dovrebbe averli. Difatti via via che il film andava avanti, pur senza nomi molto conosciuti fra gli interpreti, mi son sentito interessato e alla fine convinto e soddisfatto. La mia stima e anche l'affetto per il nostro cinema non erano stati minimamente delusi, pur trovandomi di fronte al film di uno sconosciuto alle prime anni. Prendiamo le mosse dall'antefatto. L'Università qui a Roma. I protagonisti non sono studentelli in procinto di laurearsi, sono dei veri e propri cervelloni, la loro posizione negli studi è consacrata alla ricerca, anche in materie difficili, in cui stanno già ottenendo risultati magnifici. Purtroppo su quelle ricerche non tardano ad abbattersi, implacabili, i numerosissimi tagli cui, anche di recente, son state fatte segno le nostre università e le loro varie, tanto promettenti specializzazioni. Ne è subito colpito quello che diventerà presto il protagonista della storia, Pietro, valentissimo neurobiologo, così incapace di rivelare la sua disfatta alla moglie da nasconderla, incauto, dietro a una cortina di bugie. (...) non mancano risvolti poco prevedibili animati sempre da personaggi coloriti, coinvolti con furbizia in situazioni in cui spesso è l'allegria a dominare, non solo per quel mutamento di rotta, scelto, senza preoccupazioni, da giovani onesti costretti dalle circostanze a trasformarsi in criminali definiti dalla stampa la 'banda dei ricercatori', ma per il disegno abile della maggior parte dei componenti quella banda, con le loro conoscenze scientifiche, i loro problemi familiari, le tante comiche battute con cui sottolineano ad ogni svolta i loro atti e i loro reciproci rapporti. Fra l'ironia e il gioco. Non tutti gli interpreti, appunto, sono molto noti, ma ciascuno dimostra di saper far fronte alle esigenze del proprio personaggio. Cito per primo Edoardo Leo, l'artefice della trovata quasi criminosa, poi Valeria Solarino, sua moglie, Libero De Rienzo, le sua spalla; nei panni del chimico Stefano Fresi, quasi una controfigura di Abatantuono, con gli stessi impeti.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo

SYDNEY SIBILIA
Filmografia
:
Smetto quando voglio (2013)

Martedì 24 marzo 2015:
IDA di Pawel Pawlikowski, con Agata Kulesza, Agata Trzebuchowska, Dawid Ogrodnik, Jerzy Trela

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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