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Messaggi del 14/04/2015

Cineforum 2014/2015 | 14 aprile 2015

Post n°230 pubblicato il 14 Aprile 2015 da cineforumborgo
 
Foto di cineforumborgo

IN ORDINE DI SPARIZIONE

Titolo originale: Kraftidioten
Regia
: Hans Petter Moland
Sceneggiatura
: Kim Fupz Aakeson
Fotografia
: Philip Øgaard
Musiche
: Kaspar Kaae, Kåre Vestrheim, Brian Batz
Montaggio
: Jens Christian Fodstad
Scenografia
: Jørgen Stangebye Larsen
Costumi
: Anne Pedersen
Effetti
: Haukur Karlsson
Interpreti
: Stellan Skarsgård (Nils), Bruno Ganz (Papa), Pål Sverre Valheim Hagen (Il Conte), Birgitte Hjort Sørensen (Marit), Jakob Oftebro (Aron Horowitz), Kristofer Hivju (Strike), Anders Baasmo Christiansen (Geir), Sergej Trifunovic (Nebojsa), Tobias Santelmann (Finn), Atle Antonsen (Reddersen), Goran Navojec (Stojan), Jon Øigarden (Karsten), David Sakurai (Kinamann), Jan Gunnar Røise (Jappe), Miodrag Krstovic (Dragomir), Kåre Conradi (Ronaldo), Leo Ajkic (Radovan), Hildegun Riise (Gudrun), Bjørn Moan (Fred Remi), Nils-Fredrik Tveter (Gabriel), Martin Furulund (Sverre), Gard B. Eidsvold (Emanuel)
Produzione
: Finn Gjerdrum, Stein B. Kvae per Paradox Film 2 in coproduzione con Zentropa Entertainments/Zentropa International Sweden
Distribuzione
: Teodora Film
Durata
: 116’
Origine: Norvegia, Svezia, Danimarca, 2014

(……) Protagonista della pellicola è un convincente Stellan Skarsgard nei panni di un piccolo imprenditore svedese immigrato in Norvegia che, dopo aver vinto il premio per il Cittadino dell'Anno per il suo impegno a favore della comunità in cui vive, apprende che il figlio è morto per overdose. Ben presto Nils Dickman (tra il significato inglese del cognome e il titolo originale del film - “Kraftidioten” - gli indizi che i personaggi del film non abbiano tutte le rotelle a posto si sprecano) scopre che in realtà il ragazzo è stato ucciso da una banda di spacciatori capitanati dal Conte, giovane magnate dell'industria dolciaria che, in realtà, gestisce un lucroso giro di droga. Dickman comincia a eliminare uno dopo l'altro gli scagnozzi del Conte scatenando una guerra tra quest'ultimo e i criminali serbi, a loro volta guidati dall'anziano padrino Papa Bruno Ganz, ingiustamente sospettati dei delitti. I serbi, che si spartiscono il mercato dello spaccio con i norvegesi, non la prendono bene. La sete di vendetta di Dickman dà vita a una reazione a catena incontrollabile.
Hans Petter Moland non teme le tinte forti. Se dovessimo scegliere tre colori per riassumere la visione di “In Order of Disappearance” punteremmo sul bianco delle sterminate distese di neve in cui la storia si svolge, sul rosso del sangue e sul nero della notte in cui Nils agisce calandosi nei panni di una sorta di Ispettore Callaghan (ma forse sarebbe più appropriato “Il giustiziere della notte”). Il regista esplora il cambiamento della psiche di un uomo tranquillo, cresciuto nella democratica e civile società nordica, trasformatosi improvvisamente in assassino senza scrupoli a seguito del dolore per la perdita del figlio. La violenza grafica è abbondantemente presente in una pellicola che si apre su toni decisamente dark e drammatici per imboccare ben presto la via della dark comedy. Moland riesce a gestire alla perfezione il doppio registro su cui la suo opera si muove, mantenendo alta la tensione e giocando, allo stesso tempo, sullo humour nero di cui il film è permeato. La trovata più divertente è rappresentata dai cartelli che scandiscono la narrazione indicando le varie morti del personaggio con nome e croce. Per altro, a seconda della religione del defunto, la forma della croce cambia. A sostenere “In Order of Disappearance” ci pensano, inoltre, i dialoghi brillanti firmati da Kim Fupz Aakeson. Tra i passaggi più esilaranti c'è un'acuta riflessione dei killer scandinavi sul legame tra welfare e assenza di sole («Nei paesi caldi non esiste il welfare. Non ne hanno bisogno. Gli basta una banana e sono felici» chiosa uno dei criminali citando anche la temperata Italia), una digressione di Skarsgård sui soprannomi dei malviventi e una battuta fulminante sulla Sindrome di Stoccolma.
La galleria di personaggi che popola “In Order of Disappearance” è alquanto variegata. C'è l'isterico Conte, ossessionato dall'alimentazione sana e dalla lotta agli additivi. C'è la sua ex moglie (la Birgitte Hjort Sørensen di “Borgen”), che lo tormenta per i soldi del mantenimento e la custodia del figlio, i suoi scagnozzi segretamente gay e poi c'è la banda dei serbi, che osservano con stupore i civili comportamenti dei norvegesi senza comprenderli fino in fondo. Ci sono un killer doppiogiochista giappodanese, una coppia di agenti di stomaco debole e poi c'è il Dickman di Skarsgård, che semina morte alla guida di uno spazzaneve e arrotol01a i cadaveri nella rete di pesca per permettere ai pesci di mangiarli una volta gettati in acqua. La confezione del film è assai curata. Regia, fotografia e montaggio evidenziano al meglio le bellezze del paesaggio norvegese. Quanto al testa a testa tra i due mostri sacri Stellan Skarsgård e Bruno Ganz, per chi volesse saperlo, sono bravi quanto ci si possa immaginare e anche di più.
Valentina D’Amico, MoviePlayer

(……) Ci sono moltissimi elementi interessanti in questo noir su sfondo innevato che viene dal profondo Nord dove ormai sembrano allignare tutti i gialli che si rispettino. E non si tratta solo di ambientazione. Ci sono magnifiche pennellate come la considerazione legata al welfare in relazione al clima. Il welfare c'è se fa freddo e non esiste nei paesi caldi. Quindi si impone una scelta: o il sole o lo stato assistenziale. E già siamo di fronte a un punto di vista eccentrico e intrigante, come quello che ricorda come alcuni banditi incarcerati (in Norvegia, si intende) ne abbiano approfittato per farsi curare dal dentista visto che, oltre ai contributi previdenziali, i carcerati hanno anche buone cure odontoiatriche. Altro aspetto singolare sono le due bande malavitose. Quella del conte è composta da un branco di nevrotici con uno psicopatico al comando, quella di Papa, il serbo, è improntata alla tradizione, ai valori famigliari e di sangue, e la faccenda riguarda anche l'habitat: villa trendy e high tech quella del conte, un hangar old fashion con mobili d'epoca quello di Papa. Poi ci sono gli attori: Stellan Skarsgård offre un convincente ritratto di Nils (...), mentre Bruno Ganz si trova a suo agio nel cesellare il vecchio Papa che sembra uscito da altri tempi, e in coppia fanno sembrare totalmente inappropriato Pål Sverre Hagen che tratteggia la figura del conte come una macchietta. Poi ci sono quei cartelli mortiferi che coniugano ogni religione, l'ironia soffusa anche sui campi da sci e i brividi diffusi che rendono il film godibilissimo.
Antonello Catacchio, Il Manifesto

HANS PETTER MOLAND
Filmografia
:
De Beste Gar Forst (2002), Molta gente vive in Cina (2002), Beautiful Country (2004), En Ganske Snill Mann (2010), When bubbles burst (2012), In ordine di sparizione (2014)

Martedì 21 aprile 2015:
LA SEDIA DELLA FELICITÀ di Carlo Mazzacurati, con Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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