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Cineforum 2015/2016 | 1° dicembre 2015

Post n°250 pubblicato il 26 Novembre 2015 da cineforumborgo
 
Foto di cineforumborgo

GEMMA BOVERY

Regia: Anne Fontaine
Soggetto: Posy Simmonds (graphic novel)
Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Anne Fontaine
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Bruno Coulais
Montaggio: Annette Dutertre
Scenografia: Arnaud de Moléron
Costumi: Pascaline Chavanne
Interpreti: Fabrice Luchini (Martin Joubert), Gemma Arterton (Gemma Bovery), Jason Flemyng (Charlie Bovery), Isabelle Candelier (Valérie Joubert), Niels Schneider (Hervé de Bressigny), Mel Raido (Patrick), Elsa Zylberstein (Wizzy), Pip Torrens (Rankin), Kacey Mottet Klein (Julien Joubert), Edith Scob (Madame de Bressigny), Pascale Arbillot (nuova vicina), Philippe Uchan (dott. Rivière), Marie-Bénédicte Roy (Madame Rivière), Christian Sinniger (produttore di Calva), Pierre Alloggia (produttore di Calva), Patrice Le Méhauté (maître d'hôtel), Gaspard Beaucarne (Rémi), Marianne Viville (Pandora)
Produzione: Philippe, Carcassonne, Matthieu Tarot per Ciné@/Albertine Productions/Gaumont/Cinéfrance 1888/France 2 Cinéma
Distribuzione: Officine Ubu
Durata: 99'
Origine: Francia, 2014

Martin, panettiere in un villaggio della Normandia, ha un'immaginazione sfrenata e una grande passione: la letteratura romantica ottocentesca. Quando arrivano i nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery, Martin viene subito colpito dall'assonanza dei loro nomi con quelli dei protagonisti del romanzo "Madame Bovary" di Gustave Flaubert. Comincia così a fantasticare sulla bella Gemma, su suo marito e sul rampollo di una famiglia altolocata che si è ritirato in campagna per scrivere la tesi. Secondo Martin stanno ripercorrendo la storia del capolavoro di Gustave Flaubert.
Stringata nei suoi eleganti corsetti, Emma Bovary volteggiava tra i gentiluomini dei salotti parigini, nella vaga speranza che uno di loro potesse rapirla dalla sua tediosa vita matrimoniale con lo scialbo Charles. Innamorata dell’amore e delle avventure travolgenti delle sue eroine letterarie, aveva vagheggiato a lungo sul matrimonio, ma ben presto aveva scoperto che non era la ricetta della felicità eterna e che la passione dei primi fremiti era destinata a svanire. Da allora Emma non aveva mai smesso di cercare una via di fuga al calvario della quotidianità, dai letti lascivi dei suoi amanti all’arsenico che le aveva bruciato l’anima.
La vibrante creazione di Flaubert però è ancora viva in un archetipo senza tempo, che dopo secoli continua a nutrire la fantasia dei suoi lettori più fedeli, come Martin Joubert, che dopo una carriera intellettuale fallimentare si è rifugiato nella tranquilla Normandia per dedicarsi con sua moglie alla nobile arte del pane. Qui ha trovato la pace dei sensi e anche degli istinti sessuali, relegando gli slanci passionali al tempo che si ritaglia per la lettura dei classici, ma la calma apparente del suo animo non è destinata a durare troppo a lungo. Quando nel suo villaggio arrivano dall'Inghilterra Charles e Gemma Bovery, la sua fantasia si accende immediatamente e inizia a vagheggiare sulle curve sinuose della nuova arrivata, che tanto gli ricorda la sua eroina preferita. Gemma è di una bellezza quasi ultraterrena, una festa per i sensi, e il suo sorriso ingenuo, apparentemente inconsapevole della carica sessuale che esercita su tutti gli uomini che incontra, la rende ancora più attraente. Il vecchio panettiere è stregato, così come il giovane Hervé, il signorotto locale, che non esita a corteggiarla e ad attirarla nottetempo nel suo lussuoso palazzo. Il dramma è annunciato e Martin Joubert, elettrizzato dall'idea di avere sotto gli occhi una moderna Madame Bovary, inizia ad osservare ogni suo movimento come un regista scrupoloso che conosce a memoria la sua sceneggiatura, e trasforma questa storia di ordinario adulterio in uno straordinario romance.
Nell'ideale di Martin, che cita sapientemente Oscar Wilde, la vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita ed è sorpreso di cogliere costantemente corrispondenze tra le due deliziose fedifraghe, senza considerare che Gemma è una donna in carne ed ossa ed ha la libertà di seguire il suo destino, senza seguire le orme della sua gemella letteraria. Ma la Gemma Bovery di Anne Fontaine non è mai completamente libera, perché il suo personaggio si plasma sulla morbide matite dell'autrice inglese Posy Simmonds, che ha trasformato il classico francese in una frizzante tragicommedia ambientata nella Normandia contemporanea.
Il film imita l'arte della graphic novel in tutti i suoi aspetti ma porta i suoi personaggi sotto una luce più calda, più morbida, che meglio si adatta all'atmosfera francese. Il tempo qui si dilata e si abbandona alle percezioni sensoriali, dal gusto avvolgente del vino al profumo del pane, che si declina in una varietà inimmaginabile di sapori. Anne Fontaine si immerge completamente in questo paradiso bucolico, in cui ogni sensazione è amplificata dal corpo e assorbita dall'anima, e trasforma anche il gesto più naturale, come quello di impastare il pane, in un atto estremamente erotico. La bellezza prorompente di Gemma Arterton, che dopo “Tamara Drewe” torna a impersonare una creazione della Simmonds, sublima la sensualità quest'opera in cui ogni personaggio cerca di svincolarsi dal suo archetipo letterario lasciandosi andare ai sensi e spezzando la noia con le fantasie più audaci.
Valeria Brucoli, Sentieri Selvaggi

Leggi Gemma (Arterton) Bovery e viene in mente madame Emma Bovary. Lo pensa anche il panettiere di una ridente cittadina della fiorita campagna normanna, talmente appassionato di Flaubert da vedere in una ragazza inglese, bella e, sembrerebbe, piuttosto insoddisfatta, una specie di sosia-clone della protagonista flaubertiana. Così il panettiere Martin, quell’istrione di Fabrice Luchini tutto occhi, segue da vicino la coppia, tra il suo negozio e una vecchia casa di sasso, tra prati e boschi, tra desideri senza troppe pretese e cortesie d’altri tempi. Tratto da una graphic novel di Posy Simmonds, che aveva ispirato l’ugualmente campagnolo e tenero “Tamara Drewe” di Stephen Frears, sempre con la Arterton come interprete, il film di Anne Fontaine è dolcemente elegante, ha colori dolcissimi, personaggi dolci e una dolce attenzione ai sussulti del cuore (e del torace…).
Non è una trasposizione di Flaubert: gli rende omaggio trasferendolo in due altre semisfere, quella della serena commedia alla francese e l’altra di un bonario umorismo britannico. Il risultato è un’anisette con una punta di whisky, un sorprendente finale beffardo e un’ulteriore appendice letteraria, stavolta tolstoiana…
Bruno Fornara, Cinematografo.it

ANNE FONTAINE
Filmografia:
Nettoyage à sec (1997), Come ho ucciso mio padre (2001), Nathalie... (2003), Nouvelle chance (2005), La fille de Monaco (2008), Chloe - Tra seduzione e inganno (2009), Coco avant Chanel - L'amore prima del mito (2009), Il mio migliore incubo! (2011), Two Mothers  (2013), Gemma Bovery (2014)

Martedì 15 dicembre 2015:
IL GIOVANE FAVOLOSO di Mario Martone, con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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