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Il 26 Maggio
Post n°18 pubblicato il 26 Maggio 2013 da gianf2011
Di solito non scrivo nel Blog di Domenica, un po’ per pigrizia e un po’ perché di solito faccio altro nei weekend. Oggi però cade il settimo anno da quando mi sono spaccato la spalla destra e siccome sono quelle date che ti restano impresse, vi racconto come è andata. Incidente in bici travolto da un’auto, mi accorgo subito di essermi fatto male dal fatto che mi devo reggere il braccio per il dolore. L’ambulanza mi accompagna in ospedale e li mi dicono che la frattura è brutta, dovrebbero mettermi una protesi al posto dell’articolazione perché si è rotta la testa dell’omero. Comunque mi devono ricoverare ma non c’è posto, era di venerdì e mi dicono di tornare lunedì, mi fanno una fasciatura stretta per bloccarmi e stanno per mandarmi via. All’improvviso mi richiamano e mi dicono che si è liberato un letto e che ora possono ricoverarmi ed operarmi. Capita spesso che nei momenti più critici della mia vita, io diventi all’improvviso di una lucidità (o follia) unica. Gli rispondo di no, che vado a casa, voglio prima consultarmi col mio ortopedico di fiducia (che già mi ha smontato e rimontato una volta) e poi avrei deciso. Così firmo l’uscita e torno a casa. Il mio dottore (una via di mezzo tra un nobile napoletano e uno matto più di me) è ad un congresso in Sardegna e lascia detto telefonicamente a casa sua di darmi appuntamento il lunedì mattina direttamente all’ospedale (ma non per ricoverarmi, solo per vedermi )e che devo andare direttamente da lui senza passare per l’accettazione. Così di buon mattino, dopo due giorni a casa col braccio dolorante e senza sapere in che condizioni fossi ,mi faccio accompagnare a Napoli; purtroppo quando arrivo, seppur presto , il Dottore ha già cominciato ad operare e devo aspettare che termini. Dopo un paio d’ore d’attesa lo vedo spuntare in tenuta azzurra da sala chirurgica, mi chiama e mi porta direttamente in sala operatoria (o meglio in una stanza comunicante con la sala operatoria) nella quale vedo il letto dove hanno appena operato tutto sporco di sangue e sottosopra (questo per dirvi la praticità del mio medico). Comunque, mi fa sedere su uno sgabellino e mi dice: ora ti tolgo la fasciatura, tu tieniti il braccio (e mentre la toglie smoccola perché quelli al pronto soccorso l’avevano messa storta). Detto ciò mi cinge con un macchinario a forma di ellissi, che poi ho capito fare una via di mezzo tra radiografia ed ecografia, per vedere la frattura. Fatta anche questa mi dice di aspettare e torna con un collega (che dopo ho saputo essere il primario specializzato negli arti), guardano la stampa del macchinario, li vedo confabulare, poi vanno via di nuovo. Alla fine torna il Dott.Carlo e io chiedo se e quando bisogna operare (sicuro che si dovesse). Il Dott.mi guarda e fa: no, non c’è bisogno, la frattura è sgranata (ovvero, si è incastrato l’omero sotto la testa) vale la pena farla saldare così, ti resterà il braccio più corto di un mezzo centimetro ma non si vedrà nemmeno. Adesso tieni la fasciatura per quattro settimane, poi vieni da me facciamo un controllo e vai a fare fisioterapia. E così è andata. Il mio mitico Dott. Carlo un medico tutto matto ma un gran Dottore. |
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il 10/05/2013 alle 16:38
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il 10/05/2013 alle 09:19
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il 01/05/2013 alle 10:24