Creato da upr_coma il 26/01/2008
ASSOCIAZIONE ONLUS : LA VOCE DI CHI NON HA VOCE_dal 1999:Associazione di Famiglie ITALIANE Unite per la difesa dei diritti dei post comatosi e dello StatoVegetativo.080/9905715

Punti di vista: noi siamo per la VITA!

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La nostra Associazione , dopo 3 anni di duro impegno e lotta, ha ottenuto il primo regolamento regionale per gli SV e GCA! Abbiamo avuto la possibilità di collaborare direttamente alla stesura del regolamento potendo apportare suggerimenti e informazioni provenienti dalla nostra esperienza. In Puglia si è lavorato nel pieno rispetto del Titolo V della Costituzione Italiana, certamente una forma innovativa, e unica al momento , per il territorio. Le famiglie di Uniti per i Risvegli sono state ascoltate fino al punto di ricevere un regolamto che garantisca le cure per i propri cari!

 

qui di seguito il regolamento:

http://www.regione.puglia.it/web/files/sanita/centro_risvegli.pdf

Quando il bruco pensa sia arrivata la sua fine e tutto sia perso, il mondo assiste al nascere di una nuova farfalla...

Quando il mondo pensa di "staccare le spine" per delle vite considerate al capolinea...noi ci uniamo per i Risvegli e Lottiamo per la vita!

 

PETIZIONE PER GLI SV

PETIZIONE PER OTTENERE UN  PROTOCOLLO RIABILITATIVO PER GLI STATI VEGETATIVI:

http://www.firmiamo.it/riabilitazione-per-gli-stati-vegetativi?zfs

           

 


           

Sostieni l'Associazione UNITI PER I RISVEGLI ONLUS_la voce di chi non ha voce con il 5x1000
c.d. 93343780727
Questa scelta non comporterà alcun costo per te.
E' un modo che hai per contribuire a fare del bene, per far si che la solidarietà non tramonti e ci veda sempre uniti nell'aiuto!
È semplice, al momento della consegna della dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e Modello Unico) dovrai:
- firmare il riquadro dedicato alle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale
- indicare il nostro codice fiscale:
A che cosa servirà il tuo 5x1000?
Destinando il 5x1000 all’Associazione UNITI PER I RISVEGLI Onlus permetterai di sostenere:
-la nascita della Casa dei Risvegli in Puglia
- le iniziative di volontariato in favore delle famiglie colpite dal Coma e Stato Vegetativo
- le attività di sensibilizzazione e informazione per la sicurezza stradale
E' una opportunità importante per dichiarare la propria scelta di solidarietà a favore di coloro che sono meno fortunati

.....& Grazie di Cuore!

 

 

 

Coordinate Bancarie

FAI UN GESTO D'AMORE! DONA ALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE!! AIUTACI A SOSTENERE LE NOSTRE FAMIGLIE NELLA LORO LOTTA!!!

Associazione Uniti per i Risvegli

Via Jatta, 7 Bari
c/c n. 1151
ABI 1010 CAB 4003

CODICE IBAN:IT 53-K-010-1004-

0031-0000-0001-151

SAN PAOLO - BANCO DI NAPOLI

 

stato vegetativo

Uno stato vegetativo persistente, in inglese Persistent Vegetative State (PVS), noto anche come sindrome apallica oppure coma vigile, è una condizione dei pazienti con danno cerebrale severo nei quali il coma è progredito ad uno stato di veglia non corrispondente allo stato di consapevolezza. Esistono molte controversie sia da un punto di vista medico che legale sul fatto che questa condizione sia irreversible o meno.

Lo stato vegetativo persistente è anche noto come morte corticale, ma non è l'equivalente del coma o della morte cerebrale.

I pazienti in uno stato vegetativo persistente sono ritenuti in genere come in stato di incoscienza e non consapevoli. Non rispondono agli stimoli esterni, eccetto, eventualmente, agli stimoli dolorosi. A differenza del coma, dove si osserva che gli occhi del paziente rimangono chiusi, questi pazienti nello stato vegetativo spesso aprono gli occhi. Possono seguire cicli sonno-veglia, oppure restare in uno stato di veglia cronico. Possono mostrare alcuni comportamenti che possono essere il prodotto di un parziale stato di coscienza, come il digrignamento dei denti, ingoiare, singhiozzare, sorridere, lacrimare e piangere, fare moine, farfugliare, sbuffare, oppure urlare senza alcuno stimolo esterno apparente.

Molti pazienti emergono da uno stato vegetativo in poche settimane, ma per quelli che non si riprendono entro 30 giorni si parla di stato vegetativo persistente. Le possibilità di recupero totale dipendono dall'entità della lesione al cervello e dall'età del paziente, con le migliori possibilità di recupero per i giovani rispetto agli anziani. Generalmente gli adulti hanno il 50% ed i bambini il 60% di chance di recuperare la coscienza da uno stato PVS nei primi 6 mesi.

Dopo un anno, le possibilità che un paziente in stato vegetativo persistente riguadagni la coscienza sono molto basse e la maggior parte dei pazienti che recuperano la coscienza sperimentano disabilità significative. Mentre quanto più a lungo un paziente si trova nel PVS, tanto maggiori saranno le disabilità risultanti. La riabilitazione può contribuire al recupero, ma molti pazienti non progrediscono mai al punto di essere capaci di prendersi cura di se stessi. Si registrano pochi casi di persone che si sono riprese in modo totale da un lungo stato di coma vigile.

 

 

link

 

 

 

Modificati emendamenti

L’associazione Uniti per i Risvegli ottiene modifica di emendamenti nel nuovo Piano Sanitario Regionale per la Puglia.

L’associazione Uniti per i Risvegli ha ottenuto la modifica di emendamenti nel nuovo piano sanitario regionale. "Abbiamo  presentato delle proposte di modifica di alcuni emendamenti per ottenere dei miglioramenti dei trattamenti dei nostri pazienti post comatosi". Appena avremo le notizie dettagliate dalla Regione aggiorneremo questo box con maggiori informazioni!

dr. Maria Teresa Angelillo

Resp. Scient. e direttrice Centro Studi post Coma

Uniti per i Risvegli

 

 

oggi 3 aprile ho imparato:

Chi siamo e cos'è UNITI PER I RISVEGLI?
Sono Maria Teresa Angelillo e dal 1999 mi sono ritrovata a lavorare a stretto contatto con le famiglie del coma. In quel periodo ero in Austria e molte famiglie italiane venivano su in ospedale. Le difficoltà erano tantissime e l'impotenza era sempre tanta. Era difficile aiutare quelle famiglie e le semplici parole non bastavano. Cominciai così, insieme a quelle famiglie ad aprire un indirizzo email: "le famiglie di hochzirl". Da quell'indirizzo partivano mail disperate verso le tv e i diversi media italiani, verso i politici, e ottenemmo anche un'interrogazione parlamentare. Il Consolato italiano a Innsbruck ci sostenne tantissimo e non rimase indifferente verso il dolore di tanti connazionali! Riuscimmo ad ottenere la possibilità di intervenire con spugnature per lavare i pazienti in rianimazione e con la precoce fisioterapia!Tornata in Puglia con la speranza di veder realizzato un centro risvegli, mi sono dovuta scontrare con una triste realtà, fatta di indifferenza e emarginazione, da un lato, speculazioni dall'altro. A quel punto nacque sempre dalle stesse famiglie insieme a delle nuove:UNITI PER I RISVEGLI. Oggi la nostra associazione ha fatto tanta strada, oggi in tanti ne stanno capendo l'importanza volendo aprire a loro volta nuove associazioni, frutto di un sud poco cooperativo e indipendentista, ma questo è il nostro triste sud!Qui i nostri ragazzi non sono curati da professionisti specializzati, ma da nomi. Basta avere un nome e vendere aria fritta e si è subito invitati a convegni!Ma noi continuiamo, certi che la scienza paga con i risultati e non con i nomi. Certi che nel nostro caso ciò che conta sono i Risvegli...il resto sono la solita vecchia Italia degli opinionisti protagonisti e senza opinioni..
 

stato vegetativo

Nonostante tutto, rimangono ancora dispute sull'affidabilità della diagnosi di stato vegetativo persistente, in particolare quando questa diagnosi viene emessa da un numero limitato di fisiologi (oppure medici senza esperienza nell'area del PVS). Uno studio su 40 pazienti nel Regno Unito riteneva che il 43% di quelle diagnosi di stato di PVS fossero errate ed un altro 33% di questi pazienti riuscì a riprendersi mentre lo studio era in corso.

Il soggetto è in stato vegetativo:

  • quando gli occhi sono aperti, abitualmente presenta una mobilità oculare e delle palpebre ma non segue con lo sguardo uno stimolo visivo;
  • non esegue ordini verbali, anche i più semplici;
  • non emette parole o suoni;
  • mostra schemi riflessi di movimento in risposta a stimoli dolorosi;
  • compie movimenti spontanei stereotipati, non finalistici;
  • non compie movimenti finalistici;
  • presenta alcuni riflessi arcaici tra cui movimenti di masticazione, deglutizione, smorfie del viso, sbadiglio, grasp della mano;
  • può riacquisire il respiro autonomo e la deglutizione.

Alcuni malati, dopo un periodo di coma e/o di stato vegetativo, recuperano una condizione di minima interazione con l’ambiente e vengono talvolta considerati nella categoria allargata dei soggetti vegetativi; si tratta invece di soggetti in stato di responsività minima o stato minimamente cosciente (minimally responsive o minimally conscious patients).

Studi pubblicati, ai quali ho partecipato, parlano di presenza di buoni PE cognitivi negli stati vegetativi! Allora, si può ancora parlare di incoscienza?!?

 

registro

In Italia occorre realizzare un apposito registro per questi pazienti spesso assistiti a domicilio
 Nessuno sa quante sono le persone in stato vegetativo permanente in Italia. Come si fa, allora, a progettare una rete di assistenza? Domande legittime, su cui la neurologa Matilde Leonardi, sta lavorando per cercare una risposta. E così è nato il progetto «Icf e stati vegetativi». L’obiettivo, spiega Leonardi «è mappare le strutture e i centri di assistenza e valutare l’impatto che queste situazioni determinano nelle famiglie, ad esempio considerando se l’assistenza a casa è determinata da una scelta o dall’assenza di strutture, oppure quali aiuti vengono offerti a chi assiste a casa questi pazienti».
 

L'ADVOCACY

1. COS'È L'ADVOCACY

Parola chiave: cambiamento, in termini di evoluzione

Fare advocacy significa "perorare una causa", ovvero usare informazione in modo strategico per persuadere i responsabili a cambiare le politiche che hanno conseguenze sulla vita delle persone svantaggiate.
Attraverso una campagna di advocacy ci proponiamo di potenziare le strutture e le opportunità attraverso cui le fasce più marginalizzate della popolazione possano partecipare alla formulazione delle politiche che controllano la loro vita.

 

DALL'AVVENIRE

LE TAPPE
 Dall’appello alla nota del Centro di Bioetica, cronistoria di una vicenda che fa discutere

 «L’assistenza ai disabili deve essere un punto prioritario del programma elettorale. Per garantirlo protesteremo ad oltranza». Con queste parole, nel loro primo appello, un gruppo di persone cerebrolese ha posto l’11 marzo scorso all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della mancanza di assistenza per i disabili gravissimi. Poi un secondo intervento, sottoscritto da 18 famiglie che da anni convivono con la mancanza assoluta di servizi e attenzioni per figli o genitori condannati a vivere in stato vegetativo. La proposta provocatoria è quella di «uno sciopero della fame contro l’eutanasia passiva dello Stato italiano». Sul tema è intervenuto anche il Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica diretto da Adriano Pessina. Nel denunciare «con sconcerto il silenzio delle autorità e dei mass media di fronte alla clamorosa iniziativa», che «coinvolge passivamente anche persone in stato vegetativo permanente», il Centro di Bioetica «mentre si fa portavoce della effettiva gravità di queste situazioni, nondimeno sottolinea come all’ingiustizia e alla violenza attuata dal disinteresse dello Stato non possa aggiungersi la violenza attuata su persone che non possono dare un valido consenso: le persone in stato vegetativo che figurano tra i sottoscrittori non sono, infatti, in grado di aderire ad uno sciopero della fame che risulta quindi deciso ed imposto da altri per loro». Da qui la richiesta ai familiari, una volta riconosciuta «la denuncia di un forte stato di abbandono clinico, assistenziale e sociale», di «sospendere il loro sciopero».

 L’obiettivo è inserire l’assistenza ai disabili come un punto prioritario del programma elettorale

 
 

Domani, giorno di Pasqua, saremo in prima pagina sul corriere della sera!

Oggi è andato in onda anche un servizio su skytg24

 

L’advocacy

L’advocacy va invocata come impegno di studio e di confronto per far si che il mondo del volontariato, anche per mantenere le funzioni solidaristiche attuali, non si faccia mettere ai margini della svolta politica europea dell’ e-governement, specie per attività socio-assistenziali e sanitarie.
Si tratta di semplificare l’amministrazione pubblica, anche se non per ridurre le garanzie sostanziali alle popolazioni, specie con l’indurre una comunicazione partecipata più consapevole da parte dei cittadini utenti. Il tutto con l’auspicata crescita di una capacità di comunicazione delle persone alle gestioni in rete internet dei propri diritti e doveri, migliorando l’impatto delle conoscenze diffuse sulla vita di tutti i giorni.

 

Insieme nella lotta per il ritorno alla vita!

 

Il Centro studi e Ricerche

 Ha come scopi principali:

·           promuovere ed organizzare la ricerca scientifica nel settore della disfunzione cerebrale profonda;

·              svolgere attività di formazione, ricerca scientifica e tecnologica applicata e di sviluppo.

 

Consci che ogni singolo traumatizzato costituisca tragicamente un caso a sè stante,  intendiamo fare collaborare in modo coerente e continuativo nel tempo gli specialisti del settore che, ad oggi, non hanno un punto di riferimento comune. Vorremmo  occuparci prevalentemente di giovani vittime di trauma cranico che hanno superato un incidente e il coma, cercando di coordinare ruoli per guidarli a ricominciare daccapo in modo cosciente e ottimista una vita il più simile possibile a quella di prima.Vorremmo fornire la collaborazione tra familiari e specialisti del settore per creare tutti assieme una banca dati condivisa cui partecipare attivamente ed attingere liberamente. Per il bene di ognuno.

 

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per la Sicurezza Stradale

Gioia del Colle - 1 agosto /Monopoli 10 agosto2008

 

 

« Addio piccola nostraIn Stato Vegetativo da 17 anni »

news Ansa

Post n°43 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da upr_coma
 
Tag: ansa

(ANSA) I, 12 FEB - ''Il nostro obiettivo e' di creare in 
uglia un 'Centro risvegli' che si occupi dei pazienti in stato 
vegetativo permanente e aiuti le loro famiglie, spesso costrette 
a viaggi estenuanti in Austria''. Maria Teresa Angelillo, 
neuropsicologa, e' vice presidente e responsabile scientifico 
ella delegazione di Bari dell'associazione 'Uniti per i 
risvegli'. L'associazione ha delegazioni anche in Sicilia e 
Basilicata e sta per ampliarsi in altre regioni proprio per 
sottolineare la necessita' della creazione di 'Centri risvegli'.
oche ore dopo la morte di Eluana Englaro, l'associazione ha 
inserito poche righe sul suo blog annunciando che era in lutto. 
Nessuna polemica con la scelta della famiglia Englaro, ma la 
convinzione forte che sulla vicenda di Eluana ''in Italia ha 
vinto la disinformazione'' e la sottolineatura che da quello 
stato vegetativo si puo' uscire, com'e' accaduto in vari casi.
Nel Piano regionale della salute pugliese, di recente 
approvazione, e' prevista la creazione di 'Centri risvegli'. Il 
17 febbraio Angelillo presiedera' a Bari una riunione tecnica 
interregionale con giuristi, medici, terapisti e rappresentanti 
di due ammalati usciti dallo stato vegetativo per sollecitare la 
Regione a realizzare almeno una di quelle strutture. (ANSA).
 MP 12-FEB-09 18:01
NNNN
lute
R CRO S0A S41 R46 S04 QBKP 
ELUANA: MARIA LUISA LIA, MIA SORELLA COME LEI MA C'E'/ANSA
UNA STORIA A TRICASE, VICINO LECCE,FAMIGLIE LASCIATE A SE STESSE

(ANSA) - TRICASE (LECCE), 12 FEB - ''Emanuela comprende 
tutto. Non parla, non deambula ma c'e'. Prima che arrivasse a 
casa, aveva la Peg, non masticava, non beveva, non si muoveva, 
aveva lo sguardo fisso nel vuoto''. E' Marialuisa Lia, che 
parla, anzi scrive alle redazioni a proposito della vicenda di 
sua sorella Emanuela: il suo racconto e' anche su un blog 
('stato vegetativo.blogspot.com'), un 'sito per parlare del coma 
e di tutto cio' che non va'.
 Marialuisa Lia, insieme con la sua famiglia, assiste da 16 
anni la sorella Emanuela, a Tricase, minuscolo paese della 
provincia di Lecce. Il racconto di Maria Luisa e' stato 
'postato' poche ore prima che Eluana cominciasse a morire, il 5 
febbraio scorso, un invito ai giornalisti a lasciar parlare 'le 
famiglie con casi in stato vegetativo'. ''La situazione di 
Emanuela - racconta Maria Luisa - e' esattamente analoga a 
quella di Eluana. Mia sorella oggi ha 37 anni e vive da 16 in 
quella che i medici chiamano ancora (e senza approfondire!) 
sindrome 'apallica' o stato vegetativo. Questi ammalati, al 
momento delle loro dimissioni dalla sala Rianimazione non 
vengono segnalati su nessun registro delle Asl o del ministero 
(questo succede solo al sud Italia?) e quindi non si conosce il 
numero esatto di persone che vivono in questo stato, lasciando 
le famiglie a se stesse!''.
 Emanuela il primo gennaio 1993 (aveva 21 anni) subi' un 
gravissimo incidente stradale, per un colpo di sonno del giovane 
che guidava l'auto sulla quale viaggiava. ''Ancora oggi - 
racconta Marialuisa Lia - non viene assistita da nessuna 
istituzione pubblica e noi dal letto (dove riposa nelle ore 
notturne e pomeridiane) la prendiamo di peso per metterla su una 
speciale poltrona-letto che le permette di uscire di casa 
abbastanza agevolmente. Pensate che siamo stati da Papa 
Benedetto XVI (il 14 giugno 2008, ndr) quando e' venuto in 
visita apostolica a S. Maria di Leuca (il Papa si e' anche 
avvicinato a salutarla e lei gli ha sorriso emozionata) e ad un 
concerto di Renato Zero (ha partecipato senza dimostrare 
intolleranza) e in quelle occasioni lei era felice''.
 ''Noi - racconta ancora Marialuisa - abbiamo fatto tutto di 
testa nostra (ma non siamo degli eroi!) e col pericolo di 
ucciderla per eccessiva incoscienza. C'e' andata bene! Ma c'e' 
ancora tanto da fare!''. ''Ora, le recenti scoperte 
dell'Istituto di Torino le 'Molinette' - conclude - aiuteranno 
ancora queste persone, in maniera sempre piu' finalizzata e 
precisa. Ma dopo aver visto risorgere mia sorella da uno stato, 
che per i medici era irreversibile, ho capito che nella vita non 
si puo' dire 'questo non succedera' mai'''.(ANSA).


 


 


 


 ZG
 
12-FEB-09 18:38
 NNNN
 
Sociale --> Eutanasia, Suicidio assistito
 
 
 
R CRO S0A S41 QBKP

ELUANA: ASSOCIAZIONE,FAMIGLIE SONO SOLE CREIAMO CENTRI /ANSA
 
ASSOCIAZIONE, ENGLARO CASO UNICO, DA STATO VEGETATIVO SI ESCE
 
(di Paolo Melchiorre)
 (ANSA) - BARI, 12 FEB - Antonio, Emanuela, Carmela, Leonardo, 
Angela, Pasquale: sono una piccola parte della schiera di decine 
di persone che in Puglia vivono lo stesso dramma di Eluana 
Englaro. Si chiama 'stato vegetativo persistente'; alcuni ne 
sono usciti dopo anni, altri hanno fatto qualche timidissimo 
progresso, altri ancora non hanno mostrato alcun cambiamento. E 
tutti vengono accuditi amorevolmente tra le mura domestiche.
 'Uniti per i risvegli' e' l'associazione che riunisce le 
famiglie di questi ammalati. Secondo una stima fatta nel 2007 
dalla delegazione di Bari dell'associazione, in Puglia ci sono 
49 casi simili a quello di Eluana. Ma la cifra e' per difetto, 
perche' in realta' i casi sarebbero quasi il doppio. ''Si tratta 
per la maggior parte di giovani tra i 14 e i 27 anni - spiega il 
vice presidente e responsabile scientifico dell'associazione, la 
neuropsicologa Maria Teresa Angelillo - rimasti vittime di 
incidenti stradali. In molti casi le famiglie fanno tutto da 
sole, senza o con pochi sostegni pubblici''.
 Come Emanuela Lia, che oggi ha 36 anni ma vive da 15 anni a 
Tricase (Lecce) in stato vegetativo dopo un incidente stradale. 
E' assistita solo dai famigliari, che addirittura devono pagare 
per intero alcuni farmaci salvavita, mentre un fisioterapista si 
reca a casa due volte alla settimana per sedute di 20 minuti. O 
come Angela Giovannelli, 42 anni e da sette in stato vegetativo, 
vittima di un aneurisma. Angela, che vive a Valenzano (Bari), 
era un insegnante di sostegno per i disabili, ma da anni non ha 
alcun sostegno psicologico, sanitario e riabilitativo. La Asl le 
concede solo il fisioterapista per 45 minuti, tutto il resto lo 
fanno i famigliari. O ancora come Pasquale Santoro, 28 anni, di 
Carovigno (Brindisi), in stato vegetativo da cinque anni per un 
arresto cardiocircolatorio. Vive con i genitori e i fratelli, in 
tutto sei persone; l'unica assistenza sanitaria e' rappresentata 
da un fisioterapista per 45 minuti.
 L'associazione 'Uniti per i risvegli', che ha delegazioni 
anche in Sicilia e Basilicata e sta per allargarsi ad altre 
regioni italiane, punta a far realizzare in Puglia una struttura 
pubblica specializzata per questi pazienti. ''I 'Centri 
risvegli' - dice ancora Angelillo - sono previsti anche nel 
Piano regionale della Salute. Oggi ci sono famiglie pugliesi che 
si recano nel Centro di Innsbruck, in Austria, lo stesso in cui 
hanno curato Bossi. Queste famiglie anticipano anche le spese, 
che poi vengono rimborsate dalle Asl ma al massimo per il 70%''. 
Il 17 febbraio Angelillo presiedera' un riunione tecnica a Bari, 
presenti anche rappresentanti di due pazienti usciti dallo stato 
vegetativo, per elaborare un documento da consegnare al 
neoassessore regionale alle Politiche della salute, Tommaso 
Fiore, e far accelerare i tempi della nascita di un 'Centro 
risvegli'.
 Intanto sulla vicenda Englaro l'associazione ha preso
posizioni nette. Lunedi' scorso, poche ore dopo la morte di 
Eluana, ha annunciato che il suo blog era in lutto. Ma 
soprattutto, sullo stesso blog, ha sottolineato che su questa 
vicenda ''ha vinto la disinformazione'', perche' ''nessuno ha 
voluto raccontare che dallo stato vegetativo si esce'' e che 
''su 3.000 casi in Italia questo e' stato l'unico padre a 
chiedere l'eutanasia per sua figlia''.(ANSA).
 

 
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La nostra associazione nasce perchè alcune persone hanno vissuto sulla propria pelle l'inadeguatezza dell'assistenza post-ospedaliera per le vittime di trauma cranico. Ad un certo punto si deve tornare a casa, e sono le famiglie a prendersene carico, con la loro impreparazione, in ambienti inadeguati, senza possibilità di poter esprimere tutto il dolore e la disperazione: perché non c’è tempo. Il tempo a disposizione bisogna dedicarlo a far sopravvivere il proprio caro, ad organizzargli l’assistenza a domicilio, trasformandosi in esperti, armati solo di amore. Così inizia la lotta. La lotta contro tutti e tutto. Tutti avevamo scoperto la frammentarietà geografica dei servizi e la mancanza di continuità temporale e coerenza metodologica nella lunga e complicata fase riabilitativa.

 

Risvegli

Siamo presenti c/o il
Call Center Informativo Regionale Sanitario
con i riferimenti della nostra Associazione.
In questo modo potremo essere più facilmente contattati da cittadini impegnati nell'assistenza di persone che si trovano in stato post-comatoso, che avessero bisogno di un supporto o volessero condividere le loro esperienze, e che, non sapendo a chi rivolgersi, telefonassero al Call Center.
Il Call Center Informativo Sanitario della Regione Puglia può essere contattato al numero verde 800.955.155 ed è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,00 alle 18,00, ed il sabato dalle 8,00 alle 13,00.
Oltre a fornire informazioni sull'accesso alle strutture sanitarie regionali (ad esempio dove sono erogate le prestazioni, come poter prenotare, qual è il costo del ticket, dove sono situate le guardie mediche, quali sono i centri per le malattie rare), o di carattere amministrativo (ad esempio sulle esenzioni, sulle protesi, sull'assistenza all'estero), il Call Center raccoglie anche suggerimenti, reclami ed elogi/ringraziamenti.
Il Call Center dispone anche di un portale internet, all'indirizzo
www.sanita.puglia.it.
Uniti per i Risvegli_Onlus
 

la vita vale la pena!

UNA MAIL PERVENUTA DOPO LA GIORNATA AL TEATRO DI MATERA IN OCCASIONE DELL'ASSEMBLEA D'ISTITUTO DI 5 LICEI SCIENTIFICI INSIEME.ERAVAMO PRESENTI INSIEME A DUE RAGAZZI VENUTI FUORI DAL COMA!

Matera 31 Gennaio 2009

 

Le mie riflessioni dopo l’incontro con Vivi la Strada e Amici del Cuore

 

A volte noi giovani ci facciamo spingere dalle emozioni, dalla velocità, dall’entusiasmo per l’adrenalina, ci sentiamo invincibili,invulnerabili e importanti; crediamo di saper guidare la macchina potente che ci hanno prestato i nostri genitori, oppure la moto acquistata da mamma o papà per farsi perdonare di qualcosa, senza pensare che a noi manca il loro affetto e il dialogo perché presi dal lavoro sono lontani da noi dalle prime cotte d’amore,dello studio,dell’interrogazione e così pensiamo di sapercela cavare, invece siamo ingenui con noi stessi.

 

coma e altri stati di coscienza

 

La differenza fondamentale fra il coma e lo stato stuporoso (shock) è che un paziente in stato comatoso non è capace di rispondere né agli stimoli verbali né a quelli dolorosi, mentre un paziente in stato di shock riesce a dare una risposta a tali stimoli, almeno istintiva (gridare in risposta a un pizzicotto, per esempio).

Il coma è anche diverso dallo stato vegetativo che a volte può susseguire ad esso: un paziente in stato vegetativo ha perso le funzioni neurologiche cognitive e la consapevolezza dell'ambiente intorno a sé, ma mantiene quelle non-cognitive e il ciclo sonno/veglia; può avere movimenti spontanei e apre gli occhi se stimolato, ma non parla e non obbedisce ai comandi. I pazienti in stato vegetativo possono apparire in qualche modo normali: di tanto in tanto possono fare smorfie, ridere o piangere.

Il coma non è nemmeno indice di morte cerebrale, cioè di cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello: può accadere che un paziente in coma sia in grado di respirare da solo, mentre uno decerebrato non può farlo mai.

È inoltre diverso anche dal sonno, perché il sonno è sempre interrompibile, mentre non è possibile "svegliare" a piacere una persona in stato di coma.

 

 

Sig.ra Luisa Colella Telegrafo

 

segretaria Uniti per i Risvegli

 

unitiperirisvegli@fastweb.it

Tel. 080/9905715

Fax. 080/0999885

cell. 339/6198849

 

 Monopoli: 10 Agosto 2008

Si alla cultura, alla legalità, No all’arroganza, No alla Prepotenza stradale.

Si è svolto a Monopoli il 3° incontro con la cultura della sicurezza stradale.

Domenica 10 Agosto nella centralissima piazza allestita per una mini notte Bianca della sicurezza stradale, patrocinata dalla Provincia di Bari, dall’assessorato alla protezione civile, dal Corpo di Polizia provinciale, dal comune di Monopoli, dal comando di Polizia Municipale con la collaborazione della TeamLab e vivi la Strada.

Presentazione sul palco delle autorità Il sindaco della città di Monopoli l'Ing. Emilio Romano ha dato il benvenuto a tutti i corpi di Polizia e rappresentanti degli enti, un plauso a Vivi la Strada e TeamLab.

Si è subito iniziato con proiezioni di spot, immagini forti e corti girati da studenti degli istituti scolastici del progetto EDUROAD.

La croce rossa ha iniziato subito con la prima lezione pratico teorica dando professionalità all’impegno di togliere il casco e mettere in sicurezza il paziente, nelle spiegazioni sono state menzionate con fermezza le operazioni assolutamente vietate da fare nel soccorrere di un motociclista.

Oltre 3000 le persone hanno ascoltato i consigli, commenti e le domande che ANITA GENTILE faceva agli operatori della sicurezza sanitaria.

Dopo e venuto il momento importante di intervistare ANTONIO un giovane che si è risvegliato dal coma dopo un tremendo incidente stradale, Antonio ha raccontato di aver perso la fidanzata e gli amici subito dopo aver subito i traumi dell’incidente la  vice Presidente Dott.ssa Angelillo della associazione"UNITI per i RISVEGLII" ha spiegato che non bisogna staccare la cosiddetta volgare “SPINA” ma bisogna avere la speranza e la fede oltre alla pazienza che il paziente si risvegli, ha inoltre lamentato che lo stato è assente per quanto l’assistenza domiciliare e che pochi che possono permetterselo fanno lunghi viaggi della speranza nei paesi esteri arrivando fino a Cuba dove ci sono delle cliniche specializzate per il risveglio dal Coma.

continua su: http://www.vivilastrada.it/foto/speciali/20080810/index7.html

 

Emanuele

SALVIAMO MIO FIGLIO Buongiorno a tutti sono la mamma di Emanuele, in America il mio bimbo con la logopedia mangiava per bocca e faceva 4 ore di fisioterapia con un minimo di fisioterapia di 2 ore al giorno ora qui in Italia devo scegliere se fargli un ora di logopedia o un'ora di fisioterapia ma attenzione non tutti i giorni quindi io mamma devo decidere se mio figlio devo continuare a portare la peg e fargli rovinare la deglutizione o fargli atrofizzare i muscoli del corpo perche' ? Tanto e' un bambino sano, di notte non dorme, normale per le istituzioni che come assistenza domiciliare e' pressoche' inesistente o se te la da' il comune devi pagarla in base a delle tabelle.Mio marito deve riprendere il lavoro mi sembra piu che giusto.Ma che devo fare vedere mio figlio spegnersi giorno dopo giorno,lasciarlo sul letto o sulla carrozzina,no io non posso accettarlo perchè deve fare una vita dignitosa, neppure la dignità di un bagno gli è permesso di fare. Io come mamma devo dargli voce perchè nessuno ascolta l'urlo di dolore di questi bimbi. Emanuele ha tutti i diritti è inammissibile che venga abbandonato al suo destino una creatura innocente a cui hanno spezzato le ali della vita. Firmato la mamma di Emanuele Ricordatevi che bambini come Emanuele c'è ne sono tantissimi.
Eleonora, siamo con te. Grazie per avermi contattata. Rimaniamo uniti!
Maria Teresa Angelillo
 

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CENTRO DI BIOETICA

LE TAPPE
 Dall’appello alla nota del Centro di Bioetica, cronistoria di una vicenda che fa discutere

 «L’assistenza ai disabili deve essere un punto prioritario del programma elettorale. Per garantirlo protesteremo ad oltranza». Con queste parole, nel loro primo appello, un gruppo di persone cerebrolese ha posto l’11 marzo scorso all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della mancanza di assistenza per i disabili gravissimi. Poi un secondo intervento, sottoscritto da 18 famiglie che da anni convivono con la mancanza assoluta di servizi e attenzioni per figli o genitori condannati a vivere in stato vegetativo. La proposta provocatoria è quella di «uno sciopero della fame contro l’eutanasia passiva dello Stato italiano». Sul tema è intervenuto anche il Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica diretto da Adriano Pessina. Nel denunciare «con sconcerto il silenzio delle autorità e dei mass media di fronte alla clamorosa iniziativa», che «coinvolge passivamente anche persone in stato vegetativo permanente», il Centro di Bioetica «mentre si fa portavoce della effettiva gravità di queste situazioni, nondimeno sottolinea come all’ingiustizia e alla violenza attuata dal disinteresse dello Stato non possa aggiungersi la violenza attuata su persone che non possono dare un valido consenso: le persone in stato vegetativo che figurano tra i sottoscrittori non sono, infatti, in grado di aderire ad uno sciopero della fame che risulta quindi deciso ed imposto da altri per loro». Da qui la richiesta ai familiari, una volta riconosciuta «la denuncia di un forte stato di abbandono clinico, assistenziale e sociale», di «sospendere il loro sciopero».

 L’obiettivo è inserire l’assistenza ai disabili come un punto prioritario del programma elettorale

 
 

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stato vegetativo

Uno stato vegetativo persistente, in inglese Persistent Vegetative State (PVS), noto anche come sindrome apallica oppure coma vigile, è una condizione dei pazienti con danno cerebrale severo nei quali il coma è progredito ad uno stato di veglia non corrispondente allo stato di consapevolezza. Esistono molte controversie sia da un punto di vista medico che legale sul fatto che questa condizione sia irreversible o meno.

Lo stato vegetativo persistente è anche noto come morte corticale, ma non è l'equivalente del coma o della morte cerebrale.

I pazienti in uno stato vegetativo persistente sono ritenuti in genere come in stato di incoscienza e non consapevoli. Non rispondono agli stimoli esterni, eccetto, eventualmente, agli stimoli dolorosi. A differenza del coma, dove si osserva che gli occhi del paziente rimangono chiusi, questi pazienti nello stato vegetativo spesso aprono gli occhi. Possono seguire cicli sonno-veglia, oppure restare in uno stato di veglia cronico. Possono mostrare alcuni comportamenti che possono essere il prodotto di un parziale stato di coscienza, come il digrignamento dei denti, ingoiare, singhiozzare, sorridere, lacrimare e piangere, fare moine, farfugliare, sbuffare, oppure urlare senza alcuno stimolo esterno apparente.

Molti pazienti emergono da uno stato vegetativo in poche settimane, ma per quelli che non si riprendono entro 30 giorni si parla di stato vegetativo persistente. Le possibilità di recupero totale dipendono dall'entità della lesione al cervello e dall'età del paziente, con le migliori possibilità di recupero per i giovani rispetto agli anziani. Generalmente gli adulti hanno il 50% ed i bambini il 60% di chance di recuperare la coscienza da uno stato PVS nei primi 6 mesi.

Dopo un anno, le possibilità che un paziente in stato vegetativo persistente riguadagni la coscienza sono molto basse e la maggior parte dei pazienti che recuperano la coscienza sperimentano disabilità significative. Mentre quanto più a lungo un paziente si trova nel PVS, tanto maggiori saranno le disabilità risultanti. La riabilitazione può contribuire al recupero, ma molti pazienti non progrediscono mai al punto di essere capaci di prendersi cura di se stessi. Si registrano pochi casi di persone che si sono riprese in modo totale da un lungo stato di coma vigile.

 

stato vegetativo

Nonostante tutto, rimangono ancora dispute sull'affidabilità della diagnosi di stato vegetativo persistente, in particolare quando questa diagnosi viene emessa da un numero limitato di fisiologi (oppure medici senza esperienza nell'area del PVS). Uno studio su 40 pazienti nel Regno Unito riteneva che il 43% di quelle diagnosi di stato di PVS fossero errate ed un altro 33% di questi pazienti riuscì a riprendersi mentre lo studio era in corso.

Il soggetto è in stato vegetativo:

  • quando gli occhi sono aperti, abitualmente presenta una mobilità oculare e delle palpebre ma non segue con lo sguardo uno stimolo visivo;
  • non esegue ordini verbali, anche i più semplici;
  • non emette parole o suoni;
  • mostra schemi riflessi di movimento in risposta a stimoli dolorosi;
  • compie movimenti spontanei stereotipati, non finalistici;
  • non compie movimenti finalistici;
  • presenta alcuni riflessi arcaici tra cui movimenti di masticazione, deglutizione, smorfie del viso, sbadiglio, grasp della mano;
  • può riacquisire il respiro autonomo e la deglutizione.

Alcuni malati, dopo un periodo di coma e/o di stato vegetativo, recuperano una condizione di minima interazione con l’ambiente e vengono talvolta considerati nella categoria allargata dei soggetti vegetativi; si tratta invece di soggetti in stato di responsività minima o stato minimamente cosciente (minimally responsive o minimally conscious patients).

Studi pubblicati, ai quali ho partecipato, parlano di presenza di buoni PE cognitivi negli stati vegetativi! Allora, si può ancora parlare di incoscienza?!?

 

vivere

 

 
 

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