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Con “Blog generation” di Granieri,per capire e collaborare in rete

Post n°19 pubblicato il 03 Aprile 2005 da comeweb
Foto di comeweb

Ho già segnalato il 13 marzo il libro di Giuseppe Granieri, Blog generation, edito da Laterza (2005, pp. 170), che fa il punto sul “fenomeno blog”, in maniera puntuale e ricca. Tratteggia la storia di questi caratteristici siti web personali, denotandone gli aspetti innovativi. (Questo è l’indirizzo del suo blog: http://www.bookcafe.net/blog/ ).

 Ritengo però di tornarci sopra, per illustrare alcuni aspetti, che spero convincano anche gli insegnanti che volessero utilizzare questo strumento per scopi educativi. In libro è una ottima introduzione. In breve:

Il blog come strumento di costruzione e di diffusione della conoscenza collettiva nella forma di una “grande conversazione”.

Il blog come sito gratuito personale, diventa punto di presenza personale in rete, interattivo e che consente di aprire e condurre un discorso su temi che possono essere di interesse più o meno vasto.

Il blog come concentratore di attenzione: nella mediasfera, cioè il mondo dei massa media tradizionali, in effetti l’attenzione è un bene sempre più scarso: invece, leggere o scrivere un blog richiede un minimo di attenzione, offre la possibilità di intervento, consente attraverso numerosi link di l’accesso  alle fonti originali e il confronto fra diversi punti di vista, mentre, per esempio, il televisore accesso su programmi di vasto ascolto, potrebbe trasmettere a vuoto.

Il blog diviene invece un luogo di riflessione condivisa, anche se quasi mai ha ascolti a tre cifre, anzi, nella maggior parte dei casi è rivolto a pochi intimi.

Il blog come strumento di editoria personale, che possono sfruttare, come lo stanno già sfruttando,  8-9 milioni di utenti di internet, fra i quali si verifica il fenomeno opposto rispetto agli altri media: nei blog, prima si pubblica e poi si filtra, per cui si ha una selezione naturale, per cui in cima alla piramide resta ciò che ha un reale valore. Nei blog un fenomeno interessante è quello del commento: ogni post o messaggio può avere un commento e spesso da questi commenti si ricavano approfondimenti interessanti a volte anche più del messaggio stesso: è vero che oggi esiste il fenomeno dello spam (messaggi indesiderati) che minaccia la genuinità dei commenti; tuttavia resta sempre una risorsa interessante.

La blogosfera come passaparola, attraverso gli aggregatori, che consentono di reperire i vari nodi in cui i diversi contenuti si dipanano, e attraverso i diversi blogger possono segnalarsi o scoprirsi interessanti.

Il blog come selezione naturale, si accennava. Granieri riflette sulla regola del rich get richer, cioè del ricco che diventa più ricco, e che porta alla meccanismo selettivo e alla scrematura della fuffa.

Le citazioni, i collegamenti diventano in qualche modo moneta di scambio in internet, sia di fronte ai motori di ricerca, sia di fronte ai lettori, e quindi il blog che ha una certa credibilità è destinato ad accrescerla, con l’aumento delle visite, delle citazioni, dei commenti e dei link.

Si crea così una aristocrazia del blog, anche se il fenomeno conserva una certa democraticità, in quanto le potenzialità di acquisire visibilità e di salire nell’”olimpo” non sono precluse a nessuno.

Il libro consente di risparmiare ore di navigazioni e di ricerche, in quanto racconta l’essenziale e mette a disposizione i link più importanti della blogosfera in poche paginette e con grande chiarezza.

Ci sono poi, gli RSS, i Feeder e altre diavolerie (peraltro non indispensabili) che consentono di portare nei computer i blog più gettonati.

Sarebbero tante altre le riflessioni utili di Granieri, ma per finire, ricordo questa: il rifiuto della categoria dei blogger in quanto tale: l’industriale e il disoccupato usano l’automobile, ma nessuno si sogna di rivolgersi ai due in quanto automobilisti”: così dovrebbe essere per gli utenti dei blog: uno, nessuno, e… tanti milioni.

Ciascuno uguale, ciascuno diverso.

 
 
 
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