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Empire City- Czy and Prom

Post n°135 pubblicato il 02 Maggio 2010 da g1000ker
 

La mattina è insolitamente fredda, un fastidioso vento soffia dal versante montuoso a nord. La leggera pioggia acida manda a puttane tutto il tempo speso davanti allo specchio a mettere in piega i suoi ribelli capelli giallo-cenere. Certe mattine sussurrano all’orecchio il disegno dell’intera giornata a venire. Basterebbe fermarsi soltanto un attimo e stare ad ascoltare. Fermarsi un attimo e guardarsi intorno, ma Czidonya Pelz, vice sindaco, è tutta presa dai suoi pensieri e non si accorgerebbe neppure di un camion sulla sua traiettoria mentre attraversa sulle strisce pedonali. Il suo cervello (tutto rapito dalle sue domande), risponde al mondo esterno soltanto seguendo gli stimoli elementari. Il verde vuol dire:avanti, e lei prosegue. Il rosso: arrestarsi; ma dentro il flusso dei suoi pensieri non può essere fermato in nessuna maniera.

E’ una sua vecchia abitudine quella di parcheggiare abbastanza lontano dal palazzo dove svolge il suo effettivo lavoro. Le piace passeggiare al mattino, smuovere le membra ed il cervello. Ed il suo lavoro, quando non riveste i panni di vice sindaco, è quello di Direttore del Programma Prometeo. Tutto il lavoro della sua vita confluisce in Prometeo. Tanto che qualcuno giura di averla sentita riferirsi alla grande Macchina con la parola: Piccolo. E in una qualche maniera, non ci sarebbe neppure da sorprendersi, il progetto Prometeo è realmente e quasi interamente un suo parto e prima di lei di quello di tre generazioni di membri della sua famiglia. Prometeo il cervello elettronico cui sono collegati tutti i central brain di Empire city. Prometeo, quasi un regalo dal cielo. Capace di controllare, computare ed elaborare soluzioni per far sì che la città viva i suoi giorni nella migliore maniera possibile. Ed è proprio all’interno del Prometeo Building che muove i suoi passi la donna, seguendo la striscia blu disegnata sul pavimento di lastre bianche. Striscia luminosa che indica le direzioni da seguire per raggiungere ognuno il proprio ufficio, o quello che si intende trovare. Ma Czidonya non ha bisogno di nessuna striscia, mentre assorta si guarda la punta delle scarpe, un passo dopo l’altro, mentre i suo bassi tacchi la conducono ticchettando all’ultimo piano, nella stanza del Piccolo.

Quando la porta a scorrimento le è scivolata alle spalle Prometeo scandita la figura della donna parla con il suo timbro freddo e pacato.

 

- Ben venuta Dottoressa, è un piacere vederla. Vuole che le mostri la registrazione montata degli accadimenti più salienti del giorno?

- Sì, grazie Prom.

 

Le immagini corrono su tre dimensioni nell’intera stanza dalle mura dipinte di un freddo e distaccato bianco. La donna immersa nelle immagini non presta però loro nessun interesse. Si lascia cadere su una sedia ergonomica ma molto spartana, anch’essa bianca. Le immagini dopo alcuni minuti cessano. Regna il silenzio per interminabili istanti. Le macchine non percepiscono l’attesa, lo scorrere del tempo non ha nessuna importanza. Il tempo è solo una invenzione dell’uomo, ed è un concetto decisamente relativo. Il tempo per Prometeo esiste solo quando gli viene ordinato di misurarlo. Czidonya non glielo ha ordinato, e restano così ancora a lungo.

 

- Prom…

- Sì, dottoressa?

- Ricordi quale è lo scopo del tuo lavoro?

- Sì, la priorità di Prometeo è quella di vegliare su questa città, trovare le soluzioni più ottimali perché la vita delle persone che vi abitano sia la migliore possibile.

- Prom…

- Dottoressa?

- Trovi che il nostro operato sia stato il migliore possibile?

- Dottoressa, i miei calcoli sono stati controllati e ricontrollati centinaia di volte, e hanno dato le probabilità di successo del 98%, tuttavia…

- …tuttavia?

- Tuttavia, dottoressa, non sono stati presi in considerazione.

La donna si morde il labbro, sa bene a cosa voglia alludere la macchina, anche se essa non può essere a conoscenza del fatto che il complotto è nato proprio dalla sua progettista. Si porta le dita alle labbra e avrebbe la tentazione di mangiarsi le unghie. Poi si ricompone.

 

- Cosa consigli a questo punto piccolo mio?

- …le sue dimissioni, dottoressa.

 

Restano così nel silenzio a lungo senza dire niente altro. Per molto tempo, tanto il tempo non esiste, le macchine lo sanno.

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