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Post N° 409

Post n°409 pubblicato il 07 Aprile 2008 da Condominio_Lui_x_Lui



Omosessuale & Credente




Si può essere gay e continuare ad avere la fede, seguire la Chiesa e i suoi dettami? Sì, ce lo racconta Ganimede.76


Ganimede.76 è un ragazzo come tanti. Palermitano, 30 anni, gay. Vive da tre anni una storia d'amore con un altro ragazzo. La sua famiglia non lo sa: il suo, lo definisce, è un "coming out virtuale", fatto unicamente attraverso le pagine del suo blog. Non solo: è cattolico. Come si può essere omosessuale e credenti, seguire i dettami di una Chiesa che non mostra aperture nei confronti dei gay? Ce lo spiega in questa intervista.

Quando hai scoperto di essere omosessuale?
Bella domanda… da sempre, dalle scuole elementari! Ma questa "verità" è rimasta nascosta per tantissimi anni fino all'età di 24-25 anni. Se dovessi definire la mia vita, direi che vivo in un continuo ritardo, come quando si è alla stazione e per pochi secondi non si riesce a prendere il treno che ti porterebbe diretto e in poco tempo alla meta, e occorre per molto tempo attendere l'altro. È successo tutto spontaneamente: un'estate mi svegliai come d'incanto da un sonno e mi fu tutto chiaro. La mia eccessiva timidezza e la mia grande ingenuità mi aveva nascosto per tanti anni la vera identità. In quel ripercorrendo tutta la mia vita come chi per la prima volta inizia a vedere, ricordai un bacio sulle labbra "rubato" a un mio compagno alle scuole elementari molto carino e timido come me.

Qual è stata la tua prima reazione?
La mia prima reazione fu di rifiuto: "non può essere!" continuavo a ripetere a me stesso. Eppure, quando ebbi il coraggio di chiamare per nome questa realtà tutto mi fu chiaro. Alcune domande ebbero subito una risposta e dovetti prendere atto della mia identità. Ma subito nacquero altri interrogativi, ancora più profondi e a carattere esistenziale. E mi rivolsi a Dio, che da sempre ho considerato come un Padre, come quel padre che non avevo avuto e che poteva darmi delle risposte. Ma Dio taceva e non capivo il perché. Ricordo ancora i pianti, i singhiozzi, le grida smorzate nella notte per non svegliare nessuno. Allora un giorno lo insultai, lo offesi non solo perché mi aveva fatto così, ma anche perché non si degnava neanche di rispondermi nonostante le mie invocazioni e la mia sofferenza! Decisi allora di fare di testa mia, di camminare da solo. Furono mesi di grande sofferenza, di intenso travaglio interiore, fino ad arrivare a una forte crisi di nervi.

Dici che per adesso non ritieni necessario il coming out: pensi che lo farai prima o poi? La tua famiglia lo sa?
Ti rispondo subito dicendo che né mia madre, né i miei famigliari sanno di me. Non credo di farlo perché, appartenendo mia madre ad un'altra generazione e conoscendola, ritengo che inizierebbe a colpevolizzarsi, cercando le cause di questa mia diversità in qualche suo comportamento. Mia madre è di quelle che vede i gay come delle femminucce mancate, colpa anche di alcuni stereotipi dovuti a un’informazione errata dei media, che continuamente propongono un modello di omosessualità assai falsato. In questo stato di cose credo che non sia necessario farlo a tutti i costi e, comunque, non credo che sia una tappa obbligatoria, a meno che non vi sia l'assoluta necessità di farlo.

Come mai hai deciso di aprire un blog?
L’idea non è stata mia, ma di una mia carissima amica, anzi una sorella o forse di più. Mi disse che lei aveva aperto un blog su Libero, io non sapevo neanche cosa fosse un blog. Ciò mi incuriosì ma subito dopo vidi in queste pagine virtuali l’opportunità di poter esprimere me stesso, di raccontarmi, considerato che a tutt’oggi la mia identità è nota solo a pochi amici. Lo considerai così un piccolo coming out virtuale!

Il tuo diario online è piuttosto commentato. Ti ha permesso di conoscere molte persone? Ti sei confrontato con blogger che la pensano diversamente da te?
Sin da subito, alcuni con una certa diffidenza, altri con curiosità, si sono subito interessati: quasi spontaneamente v’è stato un confronto reciproco o è sorto un dialogo. Ho avuto modo di incontrare e dialogare con tantissimi ragazzi e ragazze, ma anche con genitori i cui figli sono gay e che sono riusciti ad avere con loro un rapporto sereno. Grazie al blog ho avuto la possibilità di conoscere e di incontrare un ragazzo di Palermo col quale, unitamente al mio ragazzo, siamo diventati ottimi amici. Proprio in questi giorni ho contatti con un altro ragazzo sempre della mia città che come me è gay credente e fa parte di un movimento cattolico. Ho avuto modo di confrontarmi, ma anche di scontrarmi con alcuni blogger cristiani, sia cattolici che protestanti, che la pensano diversamente da me. Abbiamo avuto modo di discutere e confrontarci su quelle tematiche cristiane che sembrano porsi contro l’omosessualità e gli omosessuali, su alcuni passi della bibbia e della morale cristiana. Mi sono confrontato, pure, con alcuni preti che, pur non condividendo le mie posizioni sulla bibbia o le mie scelte di vita, rispettano con grande maturità umana e spirituale le mie scelte. Infine, con grande soddisfazione ricordo che alcuni post sono stati pubblicati su un sito di omosessuali credenti e da allora collaboro con loro. Certamente il confronto più proficuo è stato con chi si è qualificato come ateo, gnostico o anticlericale in quanto più aperti al dialogo e, soprattutto, più rispettosi delle persone “diverse”. Paradossalmente, con chi si professa cristiano è sorto lo scontro.

Sei sempre stato credente? Anche la tua famiglia lo è?
Sono cresciuto sin da piccolo “a pane e vangelo”. Ma, forse per la perdita prematura di mio padre che è venuto a mancare quando io ero ancora piccolo, o forse per la solitudine in famiglia in quanto figlio unico, ho da sempre considerato la Chiesa la mia seconda casa. Anche mia mamma è credente e attivamente impegnata in Parrocchia. Da lei ho imparato quei valori cristiani che mi hanno aiutato fino adesso. Mi definivo un “topo di Sacrestia”, anche se adesso per impegni di lavoro ed esigenze personali e familiari sono meno presente.

Come si può essere omosessuali e credenti, credere in una Chiesa che non mostra aperture nei confronti dei gay?
Non è la prima volta che mi viene posta questa domanda, che è senz'ltro attuale in considerazione dei recenti fatti nei quali la Chiesa si è schierata contro le unioni di fatto e, in particolare, le coppie dello stesso sesso, nonché della sua posizione ufficiale sull'omosessualità in relazione agli scandali che hanno coinvolto alcuni Sacerdoti della stessa Chiesa. Per la mia diversità alcuni si sono spinti a consigliarmi di abbandonare la Chiesa cattolica o, addirittura, di fondarne una su misura. Ritengo di poter rispondere alla domanda posta con una considerazione: se la Chiesa o, meglio ancora, il cristianesimo fosse solo un insieme di regole da osservare, allora e solo allora non avrebbe senso farne parte poiché la vita di un gay non apparirebbe in armonia, anzi sarebbe in contrasto con tali regole. Ma il cristianesimo trascende l’aspetto materiale e umano delle mere regole in quanto si fonda su una persona di nome Gesù. Non aderisco a un’ideologia, a una corrente filosofica, ma faccio esperienza di una persona viva, di un incontro a tu per tu con qualcuno che mi ama. Così è per la Chiesa, che non è una semplice istituzione umana, ma una comunità di credenti e fratelli che si incontrano per sperimentare quell’amore che unisce. Partendo da questa verità non posso fare a meno della Chiesa.

C'è stato un momento della tua vita in cui non ti sentivi amato da Dio?
Per rispondere a questa domanda devo fare riferimento a un incontro con un Sacerdote, un uomo straordinario che è poi diventato il mio Padre Spirituale. Dopo aver scoperto la mia omosessualità ero sull’orlo di una crisi di nervi, a tal punto da rendersi necessario un supporto di tipo farmacologico. Un giorno entrando in una Chiesa dove abitualmente andavo a confessarmi, conobbi un Sacerdote che mi accolse spontaneamente a braccia aperte, con uno sguardo capì subito la mia sofferenza. Iniziai un dialogo con lui, un cammino spirituale, che mi aiutò a sperimentare nuovamente quell’amore che Dio non aveva mai smesso di comunicare ma che non riuscivo a sentire.

Come vivi la tua storia d'amore?
Fu in chat che conobbi il mio ragazzo, un angelo che considero mandato da Dio. Abbiamo molte cose in comune, sia caratterialmente che spiritualmente. Da tre anni ho avuto la fortuna di incontrare un ragazzo credente con cui condivido un cammino di fede. Un giorno, parlando della nostra storia d’amore, decidemmo tra il serio e il faceto di ufficializzare la nostra storia, rendendola pubblica con una cerimonia. Così celebrammo il nostro patto d’amore con quei pochi amici intimi diventati testimoni del nostro amore. Ci scambiammo promesse di fedeltà, di rispetto reciproco e aiuto vicendevole nella gioia come nel dolore, nella salute come nella malattia, fino al giorno in cui Dio vorrà mantenere la nostra unione. Anche se la nostra storia non è vissuta pubblicamente e per motivi legati a contingenze personali non possiamo stare sotto lo stesso tetto, tali promesse non sono mai venute meno in questi tre anni.

Sei di Palermo. Pensi mai che se fossi vissuto in un altro Paese, ma forse solo in un'altra città, le cose per te sarebbero state più semplici?
Credo non dipenda tutto dalla città più o meno grande in cui si vive, ma dalla propria vita personale e dai valori in cui si crede. La mia difficoltà maggiore, come ho già raccontato, non è stata di tipo sociale, quanto interiore. Quindi, una città o un altro Paese sarebbe stato lo stesso. Sicuramente nella mia città, diversamente dalle metropoli europee, si percepisce maggiore ostilità nei confronti degli omosessuali. Da qui anche la difficoltà di far sorgere gruppi, associazioni come nostro punto di riferimento. L’unico mio rimpianto è quello di non aver avuto all’inizio un gruppo, un’associazione di gay credenti dove potermi inserire, ma ho dovuto camminare da solo fino a raggiungere un certo equilibrio interiore.

Come vedi il tuo futuro?
Non ci penso spesso, ho imparato a non guardare troppo al mio futuro, visto che esso lo si costruisce giorno dopo giorno con le scelte del momento. Per chi crede sa che la propria vita è guidata da Dio e, pur nella libertà, "Dio sa scrivere dritto sulle righe storte della nostra vita".



Fonte: LiberoNEWS

 
 
 
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Un blog di: Condominio_Lui_x_Lui
Data di creazione: 07/10/2005
 
 

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