Creato da impossible1978 il 27/10/2005
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Qualche divagazione sul concetto di equità
Post n°44 pubblicato il 23 Marzo 2006 da impossible1978
(riporto un mio commento a un post di Don Ulisse)
...mi interessa molto il passaggio sulla necessità di riorganizzazione del mondo del lavoro su basi diverse; ebbene, a mio avviso, qui non c'è solo la necessità di una giustizia sociale e quindi di una distribuzione della ricchezza su base equitativa ma ciò che va discusso è lo stesso concetto di equità. sotto il profilo economico, l'equità retributiva è stata da tempo distorta al punto che oggi ci sembra normale che il criterio di retribuzione del lavoro sia la sua capacità di dare "piacere sociale"; e siccome il piacere sociale va degradandosi insieme alla società che lo esprime, ecco che si verificano le situazioni che Lei descrive (classico esempio è quello del calciatore o della velina che sono pagati - oltre che osannati- molto di più di un poliziotto o di un giudice antimafia!)). Ma è possibile rimediare a questa situazione?è possibile riportare l'equità alla dimensione dell'utilità (e non del "piacere") sociale?
Al momento mi pare di no; tuttavia, resta il fatto che la storia insegna che i concetti più radicati sono stati prima o poi spazzati via; ma ciò ha richiesto il sacrificio di "martiri" e una rivoluzione della coscienza sociale: nei nostri giorni, come dimostra anche la "giornata in memoria delle vittime delle mafie", manca ancora la seconda!
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