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La solita ITALIA... zeroemission rome - i costi elevati e "nascosti" del nucleare

Post n°4 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da John.Ross.Mingotti

La kermesse dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading, chiude oggi i battenti alla Fiera di Roma con un risultato record. I quattro giorni di manifestazione hanno confermato il forte interesse per le tematiche relative al futuro energetico del pianeta. Nei dibattiti di oggi sono stati evidenziati, tra l'altro, i tempi lunghi e i costi elevati per lo sviluppo dell'energia nucleare in Italia.

Roma, 4 ottobre 2008 - Bilancio molto positivo per l’edizione 2008 di ZeroEmission Rome, la manifestazione dedicata al futuro energetico del pianeta che termina oggi alla Fiera di Roma. L’evento ha registrato oltre 18.000 presenze e si è tenuto su una superficie espositiva di ben 25.000 metri quadri, quasi il triplo rispetto all’edizione precedente.

Un’altra caratteristica di ZeroEmission Rome 2008 è stata l’internazionalità: circa il 30% degli oltre 300 espositori sono stati esteri. Tra le nazioni rappresentate, Canada, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera.


Oggi, durante un incontro-dibattito con quattro autori di libri sul tema energetico - Leonardo Maugeri (“Con tutta l’energia possibile”, Sperling & Kupfer), Vincenzo Ferrara (“Clima: istruzioni per l’uso”, Edizioni Ambiente), Angelo Baracca (“L’Italia torna al nucleare?”, Jaca Book) e Luciano Pirazzi (“Nuove vie del vento”, Muzzio) - è emerso che i costi del nucleare sono elevati e i tempi di sviluppo di una centrale nucleare in Italia sono molto più lunghi di quanto viene spesso dichiarato dai favorevoli a questa energia.


Maugeri, direttore Strategie e Sviluppo di ENI, pur dichiarandosi un moderato sostenitore del nucleare, ha rilevato come i costi di realizzazione di una centrale di ultima generazione siano elevatissimi: da 6.000 a 7.000 dollari per MW installato, rispetto ai 2.000 di una centrale termoelettrica tradizionale e i 2.500 di una a carbone. “Gli ingegneri nucleari – ha spiegato Maugeri – hanno sbagliato più di tutti nel calcolare i costi di realizzazione: basti pensare che tutte le centrali costruite negli Usa dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta hanno subìto aumenti di costi del 300% rispetto a quelli previsti. E vengono sempre ignorati gli oneri di smantellamento, che poi gravano sulla collettività. In Italia, però, di tutto questo si parla pochissimo”.


Secondo Baracca, professore di Fisica all’Università di Firenze, ambientalista ed esperto di nucleare, “In Italia è stato smantellato un patrimonio di conoscenze fondamentali per realizzare le centrali nucleari e ci vorranno almeno 15-20 anni per riformare le competenze perdute. Per realizzare un impianto di questo tipo è insufficiente acquistare le tecnologie all’estero e affidare la costruzione agli ingegneri. Nel nucleare, infatti, tutto è diverso rispetto alle altre realizzazioni civili, anche ad alta tecnologia: dalla composizione dei cementi ai sistemi di saldatura. Perfino in Francia, dove le competenze sono rimaste e l’industria nucleare ha sempre funzionato, poco tempo fa sono stati interrotti i lavori per realizzare una centrale nucleare proprio perché i sistemi di saldatura non fornivano le garanzie necessarie”.



“In Italia – ha osservato infine Ferrara, esperto di clima ma fisico nucleare di formazione – si sono perse competenze fondamentali, come ad esempio quella del radioprotezionista, che deve studiare gli eventuali impatti sulla popolazione nell’eventualità di un incidente grave. E senza queste professionalità è impossibile ipotizzare la costruzione di un impianto nucleare”.

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