Creato da: xabtari il 09/05/2006
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Ghiaccio tritato, grazie.

Post n°4 pubblicato il 13 Maggio 2006 da xabtari
Foto di xabtari

Sono rinchiusa in un cubetto di ghiaccio, però non sento tutto quel freddo che credevo. Sono rinchiusa in un cubetto di ghiaccio, nuda. Ma non provo vergogna, anzi.
Sono rinchiusa in un cubetto di ghiaccio che non si scioglierà mai. Solido e umido.

Con mani tremanti sfioro le superfici ruvide, spero che il mio calore riesca ad intaccare, sciogliere, consumare queste azzurre pareti. Mi accorgo di essere più fredda e invece di trasmettere calore, congelo.
Cammino, mi siedo, riprendo a camminare. Provo a capire il mondo fuori dal cubetto di ghiaccio, ma è così distorto, così incomprensibile. Appoggio il mio seno, la mia pancia, le mie gambe per scaldarmi, ma non succede nulla, non sento niente.
Forse sono anch'io un cubetto. Forse servo solo a rendere più piacevole una bibita o un amaro o forse, ancora peggio, a non far marcire il pesce.
Sono una stalattite di ghiaccio tagliente e appuntito, mi staccherò dalla grondaia di una casa di montagna e caverò un occhio a qualcuno.
Sono solo ghiaccio di condensa di un vecchio frigo e dentro di me avrò foglie di prezzemolo e un mezzo limone.
Sono un chicco di grandine ghiacciata e veloce e tra tuoni e fulmini, colpirò il cofano di un auto e lascerò il ricordo del mio passaggio.
Sono il ghiaccio che è dentro le persone cattive. Sono il freddo che congela il cervello quando mangi il gelato. Sono lo zero assoluto di me stessa.
-273,15° C.
Pareti spesse e solo un ombra dietro di esse.

 
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