Creato da cineciclista il 20/06/2010

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Nebraska, film 2013, Usa, durata 115 min

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Giuseppe Di Giacomo, filosofo dell’arte, commenta il film di Alexander Payne
 
Nebraska”

L’improvvisa forza messianica di un road movie all’indietro

di Riccardo Tavani

 C’è un’intesa segreta fra le generazioni passate. Noi siamo stati attesi sulla terra. A noi, come ad ogni generazione che ci ha preceduto, è stata data in dote una debole forza messianica, su cui il passato ha diritto”. Questa chiave di lettura del film ce la offre, nella sua seconda Tesi di filosofia della storia, Walter Benjamin, uno dei più importanti filosofi del ‘900, da sempre al centro della ricerca e dell’insegnamento del professore Giuseppe Di Giacomo, titolare della cattedra di Estetica alla Sapienza di Roma. Vediamo con lui Nebraska al Tibur, lo storico cinema nel quartiere San Lorenzo. Usciti poi dalla sala risaliamo un isolato e ci troviamo da Sanlollo a mangiare una pizza e ottimi arancini siciliani al ragù, accompagnati da una caraffa di birra alla spina. Discutiamo del film.

È la storia di Woody Grant, un vecchio meccanico ubriacone, ora disperatamente zoppicante, come tutto il suo passato, con due figli, fatti con la moglie Kate, e perlopiù da lui trascurati. Sono David commesso insoddisfatto in un negozio di elettronica e Ross, giornalista in ascesa in una rete televisiva del Montana, Stato americano nel quale la famiglia vive. “Perché ci avete fatti?” domanda David a suo padre. “A me piaceva scopare, tua madre era una cattolica convinta… metti tu le due cose insieme!”. Non sembrerebbero due figli molto attesi, almeno dal padre.
continua a leggere qui, Beh, buona giornata

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Commenti al Post:
jezabels
jezabels il 25/02/14 alle 15:30 via WEB
Sono riuscita a procurarmi " Searching Sugar Man" il film documentario che tu, l'anno scorso (mi sembra) avevi segnalato sul blog. Dopo averlo visto sono andata a rileggere quel che avevi scritto. Si fa così anche quando si esce dal cinema se siamo in compagnia. Si ascolta le impressioni dell'altro, è possibile individuare quel che abbiamo perso, oppure (come ultimamente mi accade) uscire delusi dalla sala e ritrovarsi seduti su una panchina a parlare di altro. I tuoi post indirizzano in qualche modo le mie scelte e anche se magari vedrò "Nebraska" tra qualche mese, leggere il film attraverso le impressioni tue e del professore " Di Giacomo" che da qualche tempo ti accompagna e' una buona fonte da cui bere. (Quindi...un grazie anche a lui**)
 
 
cineciclista
cineciclista il 26/02/14 alle 20:08 via WEB
Ho sempre detto, Jeza, che le interpretazioni direttamente mie o che scaturiscono dalle conversazioni con i miei interlocutori, sono interpretazioni particolari. Esse non hanno alcuna pretesa di esaurire i diversi significati e piani di lettura di un’opera cinematografica. Si soffermano solo su certi aspetti del film, soprattutto filosofici, cercano di approfondirli e di trovarne risvolti nella realtà. Nel post su Sugar Man io ho privilegiato il tema del tempo. Non è che il film non contenga anche altri temi, ma avendo io parlato di quello, in relazione sia alla concezione di Einstein che a quella di Proust e di Parmenide, non è che poi mi potessi permettere di dilungarmi su altro. Sono io perciò che ingrazio te, sia per la fiducia che per l’attenzione critica che mi accordi. Il film è oggi reperibile in DVD.
 
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