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Post n°176 pubblicato il 23 Settembre 2015 da cineciclista
I Casamonica e il rito funebre televisivo Riccardo Tavani Il garantismo funerario nei confronti dei Casamonica e le loro ormai continue ospitate televisive mostrano un aspetto semplice che è al fondamento del potere. I poteri nella società si valutano per la forza della minaccia che possono rappresentare l’uno nei confronti dell’altro. Quando la potenziale minaccia non mette direttamente in discussione gli equilibri in gioco, questi poteri tendono a riconoscersi e, anzi, ad avvalersi di tale reciproco riconoscimento. Dove, invece, si manifesta una contrapposizione diretta, letale anche solo potenzialmente, è proprio il rito di passaggio, e in particolare quello rappresentato dal funerale a essere sottoposto a rigidissimo controllo, quando non addirittura vietato o interrotto violentemente durante il suo svolgimento. Questo lo vediamo in tutto il mondo, non solo nel campo politico, ma anche etnico, religioso. Dall’Irlanda del Nord, ai Paesi Baschi, alla Palestina, alla Turchia, e in molte zone dei misconosciuti conflitti africani e asiatici, lo svolgimento del funerale da parte degli oppositori costituisce sempre un momento particolarmente critico. Anche in Italia, durante gli anni più acuti dello scontro politico di massa, spesso i funerali degli oppositori erano serrati nella morsa di una massiccia presenza di poliziotti e mezzi blindati, quando non direttamente caricati con manganelli e candelotti lacrimogeni. |
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