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Messaggi del 17/06/2016
Post n°180 pubblicato il 17 Giugno 2016 da cineciclista
Io, Daniel Blake, un nome contro un muro, lo Stato Serena l’arte e tremenda la vita: in questo contrasto si può riassumere la forza di I, Daniel Blake, il film che strappa la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2016. Sì, la strappa, perché il contrasto c’è stato fino all’ultimo anche dentro la giuria presieduta dal regista e produttore australiano George Miller. E così Ken Loach, a 79 anni, si porta a casa per la seconda volta il premio, dopo quello del 2006 con il film storico sull’Irlanda Il vento che accarezza l’erba. La serenità è nella forma che l’autore conferisce alla sua opera. Alle inquadrature, alla sequenza delle scene, al montaggio, ai dialoghi. Tutto scorre sullo schermo di luce pulita, con toni drammatici, cromatici e acustici discreti, ma proprio questo fa salire meglio – poco alla volta e da dentro l’immagine stessa – la tremenda crudeltà amministrativa dell’assistenza sociale capitalistica, qui nella sua versione più formale, ossia più squisitamente british. Una scelta stilistica, quella di Loach, che gli consente una tale internità alla realtà da sfumare davvero i confini tra questa e il cinema, come mera riproduzione fotografica esterna. Continua a leggere su STAMPA CRITICA |
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