Creato da davidaliuslosyano il 01/06/2009
 

Il Lessicantropo

Il mattino si sveglio' con un kamasutra di rughe sul volto diafano...[davidalius]

 

 

Il mio cuore

Post n°6687 pubblicato il 10 Marzo 2025 da davidaliuslosyano

 

Non voglio 
i sorrisi degli altri,
ma voglio i miei occhi, 
che ora si vergognano 
del nulla 
che hanno visto,
E vorro' sempre 
bene al mio cuore, 
benche' freddo e umiliato

Ricordi 
quei volti, 
che incontravi 
alle stazioni,
che incrociavi 
agli angoli delle strade, 
che ti sorridevano, 
senza mai domandarti: 
"Come stai ?".
Dovevi pensare 
al tuo cuore,
benche' freddo e inaridito.

Le stagioni 
fingono di passare. 
Ci abbracciamo, e poi 
una stretta di mano. 
E' l'immagine falsa 
che la vita 
mi ha regalato. 
Ma voglio bene 
al mio cuore, 
e ai suoi sussulti.

Io non sto bene 
nelle mie scarpe, lo sai.
Inseguo le scie luminose 
che non mi porteranno a niente.
Una telefonata nella notte 
e il rancore che cresce.
Ma voglio bene 
al mio cuore, 
e alle sue tirate furiose

Le vite degli altri 
sono sempre 
lontane e sbagliate.
Puoi rincorrerle, 
ma sui muri 
gli occhi non vedranno 
i graffi che ho lasciato.
E vorro' sempre bene 
al mio cuore,
benche' lacerato e stanco.

Lo spettacolo di morte 
ora e' nelle tue mani. 
Folle di rabbia cieca 
e' il tuo amore.
Un ballo ancora, 
prima dell'arrivederci.
Poi affronterai i domani 
dentro i tuoi 
assunti sbagliati.
Ma vorro' sempre bene 
al tuo cuore, 
e alle sue ripicche.

La danza macabra 
delle ore 
ad aspettare.
Sei con me?
Una moneta sugli occhi, 
e' un gioco che conosci.
Luci che si accendono 
e spengono.
Ritorneremo a casa la sera.
Gli eroi tristi lo fanno.
La dolcezza lo fa.
E porteremo indietro 
il nostro cuore, 
benche' disilluso 
e invecchiato.
E gli vorro' bene,
gli vorro' bene.

Un copione inventato, 
come la Vita 
che ci sorprende,
col suo ritmo denso 
e le sue melodie recitate.
Un'ossessione 
a tempo pieno,
ben costruita,
ma che non si lascera' 
ingannare, 
che non si lascera' 
ingannare.

Ed io rimarro' sempre
schiavo del suo cuore 
e delle sue incertezze,
ma libero di saldare i conti 
con le sue malizie
e il destino che mi dara',
e che forse prendero' a calci, 
nelle notti sfavillanti 
e nelle notti tristi...

 
 
 

Plataform

Post n°6686 pubblicato il 23 Febbraio 2025 da davidaliuslosyano

 

"Alola alola..." mi diceva Sam ogni volta che mi incontrava. Non saprò mai cosa volesse dire. Troppo tardi. Dovunque tu stai andando ricordati che non camminerai mai da solo. Un ok come la prima volta. (...) Nonmolecole ma nerei ectoplasmi incarnati in sostanziose filosofe prospettazioni fintoumane. Sapiens sapientis. Encefalosapienspiatto. "Mi chiedi cosa ho provato quando ho scoperto la ruota?" "un senso di fastidio ho provato, un languore proprio qui al basso ventre". Ci fu un urlo forse un po' troppo urlato una sorta dii boato di approvazione nella vallata per incoraggiare nuove invenzioni. Munchhhhhhhhhhhh. Con bocca orante sul famoso ponte. E ancora buuuuuuhhhh o muuuuuuuuuuuuu. Con bocca bovante nella famosa stalla. "Per i sapiens francesi pied noir solo popopopo", dice cheri. (...) Salvato dal silenzio nel silenzio ritornò. Formificio abitale. Un sorcio di nome Jon mette fuori la testolina. Per prendere un po' d'aria. Si ritrova tra le chiappe di una seduta nel suo habitat abituale. (...) Un quadro alla parete. Rocambole lusitane. Braccette che mulinano nel vento di scirocco. Scrigni di feti. Rettatura meglio flettatura al glande. Con lazo argientino. Non piagnere per me muciacia ci rivediamo a Boca per una bisteccata tra amici. (...) Calzoni allumberto e capelli allazuava. Smarrito la filiera del discorso. (...) Calde braci sul montevenoso in sofferenza. Gamba flacca fasciata in bilico sulla sedia. La donnina delle pulizie rumena di nome Rosetta conta i suoi geroglifici "1234" dopo una operazione alle varici. (...) Rizoma 58 differenza e singolarità. Uno sguardo in alto alla finestra che lo vide soccombere. Verso la resa sinapsiale precipiziale. Verso lo spazio ricurvo equazionale. Belcastro mi sovviene. "Ringrazio sua signoria per avermi concesso l'opportunità di far uso delle sue formule pilota. Soffrivo di un mal di gravità per via delle tantissime curve, ma ora sono a posto". Probabilità contro abnormalità. Microquantico. Quantechiacchiere. Creature a San Bernardino in Arizzoma. "Beato sii milord che eri nei Cieli!". (...) "E Venere Venere che fa?". "Te lo dico io cosa fa: si tocca". (...) Fanalino di ode: "a te o' rimpettaio in odor di monno", censurato nell'ottuso dilemma del dio placido. Interprete di suoni vasti e spettrali omaggio di ardore tiepido. (...) Malattia ai reni. Didietro muto una volta scodinzolante. Grand affaire. Dalla finestra io e mia sorella seguivamo la scena. Lei la signora insieme alla figlia occhieggiava e faceva segni in direzione dell'amante, maestro di scuola elementare. Un degenerato marpione becero e manesco con la scolaresca. Il marito allocco a lavorare per portare il companatico alle fedigrafe. Mamma e figliolanza. (...) Incongruenza ricamata nella retina. Pertali insidie chiude un occhio. Forse due. Labbro inferiore lepore. Opacità 0%. (...) "Edema! se non puliamo per bene" il primario con una giravolta prese liniziativa e stantuffò nella bladdervescica acqua saponata frescura nelle profondita. (...) Perette alle 4 del mattino curvo su lastre di ghiaccio pinne e tromboni girodivalzer con tricheco al solleone uno e trino. (...) Barbaruti bedui incoltellati pronti alluso . (...) Monoooossido di carrabone cavernicolo con seggiola preistoica di buon vello vellutato di marca vintage come il pornovero daltritempi e precisamente del tempodelbarbiere della mia garzonanza senzalustro dietro la tenda si guardavano le foto delle riviste di sesso senzamargini con quei diverticoli sempre pronti e ficcanti. (...) Canarini fringuelli testapiatta in volo ricognitivo: "fiuuuuuu peppì e fattela stafoto" semprecaro mi fù il mio mammut orgoglio delle ere savie quando ermafrodita era il genere sapiens ripetó: "suvvia peppiniello fattete stacazzodifoto" "fatto!" "fatto?" "e si si fatto ne convieni bella di mamma?" (...) Elegante cazzuto stoelefante zanne-zanne blanche e spezzato fumo di london costata davorio sugappallermooominchia sugoooooosa pruña prugnoooooosa per monsieur ghost davorio genitore 1234 n volte allinfinito. (...) Aridacce bafto il pubblicitario amico del templare in croce uso al banchetto pantagruelico in gastello ottagonale in puglia dhoc vitiño santogralbenedetto al 12 % di vol. genuine-fake dartù in coppia amorosa con messer lancillotto. (...) Il pazzo che sbraita e labella ragassa 28 terno e due cinquine topschedina 1x2 chi vince? grataevinci anzi venividivici con le famose legioni contra caledoni dipincti smarriti annichiliti sotto mont grepius 1-0 poi tutti a ballare compreso george e nìcola in discoteca ad inverness lord agricola da anfitrione fa gli onori di casa ci sarà anche don asbrubale con una rappresentanza cartaginese e triremi per festedaballo eliorisate in cavalleria aviotrasportata da fort aberdale a braccetto col field mare sciallo massimissa che insserisce un disco nel congegno rock-and-rollo indi afferra latenera lasoffice lapastosa ègida di bronzo effige di zeus-zorro "che si mangia?" "torrone fondente e uovabaconate del pub sottocasa per colazione mio reuccio" affetto da pustole reumatoidee essendo atrabiliare e agorafobico ma ritto ritto al punto ggiusto per la battaglia finale all change all change in quel dolimpo all'una di notte a riprendersi con la suocera filomena il marito che inseguuuiva chimere invece di portare il pane a casa a moglie e quadruplice figliolanza inquantoche consumata tresca in regale alcova con ylia "ti piace o' maglione?" il che manda su tutte le furie martemarit leterno guerriero accalappiacani a 52 mila allanno casa a dupiani ad algarve "no mio amigo non posso venderla giacche pocanzi scherzavo" capelli cotonati come tupè tupamaro bolliwood kaby lunghicapelli e occhibistrati fa il santo kan sulla piattaforma dodecafonica viene fuori un cafonico regghe. (...) In bus per la basilicata alle porte di potenza "son una santadonna tabagista scusate señor autistadibus sarei come lei vvede in crisi graaaaave dastinenza nicotinica fermate e fateme scendere por favor ne fumo 10 tutte dun fiato e riprendiamo il viaggio come da patto scritto e sottoscritto". (...) Al concerto parto gemellare bibite doccasione per natale in mangiatoia asinello stitico e vacca con parrucca a salutare i due bambinelli. (...) Foto di gruppo con rutto e minzione sulla riva tammiggia mettete un sottofondo per alleggerire stimolare i succhetti gastrici tendone performance gig occhiincollati pastrani volta stellare nel planetario di sheffield architetti per unodue meglio a due archi e quattro trombette grancassa e oboe amalfitano vocetta faliscale gne gne che canta una song forse "maybe I" derrata scadente rimandare ai mittenti "ormonicamente tua mio eccellentissimo henry nelle cucine di hampton court preparo per lei mio belbiondomessere in salsa tempura lingua glassata di bue al coriandolo cinnammone perche suona bene" haaa come suona bene. (...) "Antidialettico" uuuuuh heiddeg huuu platton con stellette in giro per sicilia a raccattare sederi e carretti huuu come mi scompiscio sciorina sciorina. (...) Infronteame sguinzio sdentato batte le mani "mamma mi regali il fischietto di quel signore?" (humano nihilo). Sexmachine in perlustrazione sulla 9 e 13 mi vede ma non è venuto il fedigrafo a salutarmi accidenti. Corro più veloce di te. Pum pum pum. Hai scassato il c...(...) Mi diceegli cioè Sexmachine di quella volta che pisciò sulla terza rail elettrificata "a momenti mi prendeva un colpo...non è vero"! (...) Desiderio soddisfatto. Leccalecca e Garybet, detto anche Garibaldi, erano quel giorno ad Ascot a scommettere gli ultimi soldini della Credit. Coi baffi impomatati col Wax Fidelis portano con la loro carcassa la bici scassata e temeraria, reduce di mille intemperie. (...) Carte salse. Commercianti controllati. Vetted tradespeople. Fatturazione affatturata. "Mi mandi il conto garson! ho finalmente inzuppato e sono pronto a pagare per il fio compiuto". (...) Tomasek pronunciò in inglese ghaianico "overholed". Sta per "Riprogettazione suicidale delle stazioni". Vale a dire non passano più i treni. Musei all'aperto con personale pagato e topolini a fare da spettatori, racimolando qualche briciola dai cafè rated 4.5...(...) Resort a 5 stelle. S. Lucia miseriacordosa. Non ha la documentazione. Nei marri caraibbici le zitelle vanno per trovare marito o farsi un amante. (...) Micaele il littuano si è incazzato di brutto in perfetto cockney. Dopo una carriera durata 15 anni non lo lasciano più chiedere l'elemosina. Che ingrati! Urgente petizione al sindaco. Gli anziani vanno rispettati. Mancano 8 mesi all'alba. Calendario gregoriano. Burbanze alla colonia aquamarina (...) C'erano con me quella volta Gegè l'Africano, Solletico, Sparaginocchi, Monsignore, Jim Chicago, Peppe il Canaro e Pasquale l'Astronauta. Il compagno Ulianov e Gennargentu ci raggiunsero in un secondo momento. Tutti ragazzoli con l'Unica Eccezione: Silicon Valley, una robusta camionista dal linguaggio ricercato, buttafuori a tempo perso. Ps. Si dice che sia la morosa di Sparaginocchi, ma i due non l'ammetteranno mai. (...) Garybet mi ha detto che è un "long play" il loro: "... e i risultati si vedranno fra tre generazioni". (...) Vanno a zonzo i seni della Vita, un pò di qua un pò di la. E io ba-ba-ba-lbetto di pfronte a tanta beltà. Mi chiudo nell'arcano dei miei ventanni. Un sogno. Un banchetto e, per frattaglie perifrasi altisonanti. (...) Lerciume attoriale autorale genitoriale. Una macchina corre a perdifumo su per i ripidi tornanti di Omaluh. L'astice si mosse nonostante la stretta. Sparatoria fuori davanti al primo cittadino della cittadina. (...) Hannah era fidanzata con un armadio d'uomo. Arrampicatore di professione con un porporino proprio picciolo. Un centimetro di cubatura soltanto. Ma tanto carino era. Adesso è emigrato. Nella terra dell'epopea guascona. Dove si mangia tre volte al dì e si diventa poeti e satanassi. (...) Il pargolo si inzuppò le terga, poi pianse. La commozione degli astanti fu immediata. L'evento fu liquidato come capolavoro di emissione. (...) Il lezzo. Mi imbratto le manine. Pozze marroncine sulle lenzuola di lino. (...) "Questa non è più la mia religione", esclamò piccato. Ha esautorato il Cristo. Grande e piccino. Si son messi a fare baldoria con la morale. Si vive sul rettifilo del paradosso, quando un "si si" e un "no no" basterebbe e avanza. "È una ascesi anticristica", dice un saccente Garibaldi, "una rinunzia metafisica al Bene del mondo". "Si venera mammona con tutte le proprie forze, il vitello d'oro dell'antico popolo in perfetta costumanza deifica". "Zaratustra ha preso il posto di Gesù nella mangiatoia, e dai costoni montani un giorno scenderà per comunicare alle genti la buona novellatura".

 
 
 

Scrittura silenziosa

Post n°6685 pubblicato il 19 Novembre 2024 da davidaliuslosyano


Puro disinteresse. Per finto orgoglio. Un pò per camparci sopra, un pò per vederci chiaro...Nè coinvolgimento personale in qualcosa, nè imparzialità o deferenza all'incirca che sia, che è sempre una bestialità, sia chiaro. Perchè imparare a prendere posizione, del resto? Preferite il chi fosse, il chi è stato, il chi sarà, preciso preciso, testi alla mano? Dalle mie parti trovi la punta di spillo dove appendere soprabito e cappello o trincerarsi dopo un colpo a caso, pinpoint targeting, mira precisa, un tiro basso e mancino nell'area dei...còsi... sì dei cosiddetti. Ci siamo capiti! E questa sarà la tua regola d'eccezione. Se lo desideri. E se così fosse l'andirivieni filosofico, l'allineamento cuore-ragione creerebbe il giullare profetico, perfetto acrobata irenista, per intenderci.
"Docet, chi?" L'infanta, flautò nel boccaglio, ricordando, dopo un flash di quelli, la prefazione all'esordio del mondo. La prefazione al libro di Dio, mai richiesta, e mai pervenuta al mittente della corona, tra l'altro. Pura interlineatura, un pò di sbieco, decisamente sghemba...Il piccolo rosacroce proferì, sagte der kleine Rosenkreuzer: "percola divina, percola d'autore, percola d'amore... corpus-anima in evolutione". "Tutti noi cavalieri del Graal nella co-gestione della santità del sepolcro: res... extensa res... cogitans. Pallore corporeo contra forza d'animo. Massive achievement bajo la urgencia de nuestro Señor Jesús".
Maledetti libri, che mai leggerò, per quanto assiduo lettore del Creatore e delle sue celestiali opere. "A suffragio, a suffragio del pio genio in esergo mi farò bella, addormita sugli allori, questa volta", rientrò on the stage l'infanta, interrompendo il corso dei liberi pensieri di esto pendaglio da forca. Partono le partecipazioni. Recipients list, la lista dei destinatari. Ma no, ma no non sono tra costoro. Semplicemente non fa al caso mio, state tranquilli: altre priorità altre legacies. Questo sistema personale combatterá corpo a corpo coi sicofanti e delatori, logaritmicamente  5.33, fino all'ultima gocciolina di sangue, sappiatelo bene, perché è contro la schiavitù, la malservitù dell'imbarazzo. Non é questo the cringe che naviga il lezzo categorico, l'afrore post-noumenico, l'imperativo oto-onto, il coatto fritto misto dell'all together? Alla buon'ora! A ciascuno il suo, d'altronde. Il capolavoro poi fa inorridire. Alcuni scelgono di esserlo, por sí mismos por algo o alguien, che fa lo stesso, sollecitati da risonanze benigne, ecolatria del remoto benessere, ma sappiamo tutti ch'è come ricevere un calcio negli stinchi, una patada en las espinillas. Suvvia!... andiamo!...Lo fanno per la gloria! E questo è tutto. Suffisso etico subliminale per eccellenza, la chiamano. Un quarto di aratura sudorifera si, un altro quarto di astuzia alimentare si, gli ultimi due quarti perchè così vuole la società letteraria del premio-tutto-l'anno, e già. Salva la musica, por favor, ragazzo. Salvate il cocchio, caballeros. Timpani e grancasse, alla bisogna. Ti si dice di far così e poi cosà; per non dileguarti e  attendere alla narrativa new-age dell'affievolimento radicale proto-qualcosa, tanto per rimanere nel margine della cosina democratica, ahora y siempre. E così sia! Preciso preciso. Voilà. It will continue to function as normal. Ora munitevi di pennino e calamaio, miei sodali in estasi pruriginosa, per sottolineare il particolare che resterà conficcato per bene nell'ultima milionesima cellula che vi rimane. Un due tre. Scegliete un'alleato, per quanto apostata. Un guappo compiaciuto e baldo con cravatta punk e lanterna, brevilineo ma non tanto, operaio alla catena di montaggio del peccato, sing-sin, appendice delle peggiori cause, con l'unico merito di non distogliere lo sguardo dalle propaggini mondane che contano, che ti fissa con decisione, e non cova altre progettualità se non quella dell'unica sorte possibile nello spazio dato, quantificato sulla bilancia del tempo. Sceglietelo come amico, perchè la verità salottiera ha l'esercizio breve, miopico delle lettere ricamate nell'ordito e l'indice lungo, astigmatico della scrittura d'indagine. Ma necessita, per l'investigazione  quadrocubica, di una fonte attendibile, una risorsa decorosa a cui attingere per non annegare nella sapienza, l'architrave della norma, e sprofondare nella saggezza, bastione dei banali. Vorrei amarvi tutte, comprese le vizze e le viziose, senza piaggeria. Vorrei solcarle tutte le strade del mio contado, specie quelle a doppiocammino che recano sostegno ai pavidi e infondono coraggio agli ansiosi, e che spesso conducono ad universi diramati a colpi di platoniche eresie. Un'ideuzza lasciva ma performante, un ramo, un pensieruccio ampolloso, altro ramo, un concetto a puntino, altro ramo ancora, e via così all'infinito. Vedo edifici eleganti e maestosi, città vorticose, piramidi atzeche impettite, imperi che sorgono dal nulla e scale di tempo diluito da salirci sopra con attenzione e riguardo. Io colpevole demiurgo di tutto ciò, come il poeta ebbe a dire una volta. Immagino quantici soli, lettere d'oro, templi dalla luce divina, circhi dai nomi stravaganti ed eserciti di mosche e montagne festanti con la maestà di strade lunghe lunghe da morirci viaggiandovi sopra. E tu, Roberta, che sei degna struttura di atomi, tecnologia di ossa e cuore che un tempo mi amasti, salperai per le acque ignote in cerca dell'introvabile amore? Eri macilenta quaggiù, sarai con me regina tra quelle nubi dipinte dal sorriso di un attimo... 

 
 
 

Insegnami a dire: ti voglio bene

Post n°6684 pubblicato il 03 Ottobre 2024 da davidaliuslosyano

Heee la possibilità...Mi piaceva come premeva il suo corpo al mio. Erano gli anni dell'università. Roberta era di buona famiglia, lo notavo dagli abiti che indossava. Io ero "un guastato, un reietto da manicomio" per quanto con un malcelato sentimento di fierezza, indecifrabile fierezza, alla pari con un sentimento del possibile intenso e carnale... Evoco - mentre scrivo - un soffio che mi ha attraversato per un istante, tangibile come il respiro di un neonato, come le strade che percorrevamo senza riguardo per le lezioni, per le aule affollate di sguardi distratti: noi decisamente si preferiva le strade della città: solitarie e vocianti di vita partecipe. "Salvami Roberta, ti voglio bene ma non lo so dire..." "Insegnami a dire: ti voglio bene" "Amore stringimi, è così semplice"... "Ma...vorrei.." "Zitto non dire niente e stringimi" "Dammi la mano...e accarezzami il cuore", "Le ore si fermeranno per noi solo per noi, e io ti insegnerò il segreto dell'amore come può essere vicino e lontano allo stesso tempo"...Le labbra si schiusero. Sentii il fresco alito  inondarmi di calore...Ora non mi fa più paura la morte perchè so che tu sei con me, il tuo ricordo (di ventenne innamorata) almeno...E ho imparato che nella vita "devo andare avanti piano piano, un pò alla volta" per scorgere il sole sorgere dietro le pareti del cuore senza farmi abbagliare all'improvviso, che fa male tutto in una volta. Il desiderio il sogno la speranza non sono forme impure se solo decidiamo di viverle così come vengono, goccia dopo goccia, un pò alla volta: senza traumi senza ambizioni senza domande cruciali. Un pò alla volta, attimo dopo attimo per tenere lontano il bisbiglio della morte che non sentiamo per il rumore delle nostre vite ma che il cuore puro sente chiaro perchè il cuore è al di là di tutto, e percepisce i suoni da lontananze remote a frequenze impercettibili a cui noi vecchi adulti non siamo più abituati...  

 
 
 

Omaggio a...!!!

Post n°6683 pubblicato il 23 Settembre 2024 da davidaliuslosyano

Soleva effettuare - nell'abbecéde del giorno - ricognizioni metricoperitali "a filo d'occhio", ma altri opinano "ad ala di falco", come più consona sinoniminale lemmatura di reconnaissance, su e giù per la filiera di oggetti e di frammenti di cose, tutti e tutte in linea agnatizia ma di fatto di bassa condominialità, che mani imperite avevano allocato alla rinfusa nel cerchio magico della stanza archivio, e di agnizione in agnizione, nonchè corroborato da una ricevitura di luce che capolinava tra le sovrane e i plettri delle serrande, andava  chiarificando all'adusa indolenza dell'età il genere di fattori primi che il resegale  ricognitore, occhio o ala che fosse, dovrebbe amministrare o manageriare al fine di indottrinare l'io spirituale sulla sinuosa meraviglia che le forme elementari, spesso effimere e disdorate, propiziano alla  cognizione del mondo delle parvenze. "Ad essere più esatti, della fumetteria filosocratica, cartofugata o cartafugacitata (dipende dalla traduttore) nell'abbozzo o bozzolo cervellifero", elaborò tempo dopo Salvo G.. Pensava, ed erogava alle viste nocche livide a causa della stagione chiusa e  due pernacchie bluastre come gote, anch'esse assoggettate al rigoroso temperario menozerale ma sbrinate a differenza delle nocche, nella testa tutto un caos, una iellatura di veleni, e,  alterate dal vino, uno zimbawe di fedi, che malvolentieri confutava a se stesso e che accompagnavano i giorni verso  ghirigori  di eventi che l'aspettavano al varco per vendicarsi della sua voracità di vita: "il vino è una brutta cosa", ripeteva, "ti fa dimenticare i doveri del nome e dell'età, ti rende brutto e borioso, insensibile verso le cose". Si sentiva un punto a capo; ora lui capiva perfettamente "il punto": lo capiva fino in fondo: era il termine di un sentimento vissuto avec soin
e poi trafugato dal tempo che non tollera non ha simpatia per la stabilità essendo esso "il tempo" per l'appunto, cioè l'acino finale di un rosario di giornate sempre uguali, "un mollusco schifoso che si trascina a stento", si sarebbe detto, adottando l'icasticità a modello terminucopiale cara al dilettante scrivano; il fatto è che non capiva "il capo" dove iniziava dove andava a parare le strade che poteva prendere "il sentiero della salvezza" che avrebbe potuto imboccare per la propria invaghita risoluzione...le donne poi che "ti scardinano amleticamente con un sorriso"...loro l'altra metá del cosmo escreta dalla tangente della Storia dell'umanità, divinità agnostiche buone per finte letterarie, capolavori d'arte poemica e basta, assolutamente destituite di realtà funzionale come gemmata pectolite ...e come la trottola - prima di fermarsi mentre barcollando barcollando va incontro al suo destino di silenzio e immobilità curvata - comincia a pensare al magico pensiero che può rimetterla in sesto e farla roteare in eterno - magari sul filo d'acrobata in alto vincitrice del tempo lungo aggrovigliato e impomatato di gravità fiero della sua gravità che lo trattiene come una donna ai seni ("ti allatta e ti getta"), appunto un tempo allungato in imbarazzo tra le fedi alterate le teorie davinciane in imbarazzo nella follia dei secondi che passano troppo lentamente ma che lassù ti fanno sognare l'infinito altri mondi universi giordanobruniferi da raggiungere in un istante in un nanosecondo sotto l'egida della luce luminifera - anche lui Salvo G. si sentiva cavaliere di un'Apocalisse, solitario e andante per i corridoi stellari scintillanti, arbitro di un ipotenusiaco potenziale: cioè il possibile, che è la marca del divino che accenna ma non trattiene, il dio delle onde del flutto mareale della cifra grezza che non diventerà mai marmo levigato da camminarci sopra "annudato e dimenticato" sì vinto dalla sua stessa lucentezza e luminosità, un sole che riscalda ma che alla fine brucia la pelle, una foglia bloccata nella lacca, splendida eppure immobile, a confronto con la bellezza e il suo "pensiero in movimento, fluido e sinuoso come un'onda plasmatica eraclitea", un'ascia che scolpisce il temerario inbozzolato nel ventre della terra come l'avventura disvelata alle dita dell'asciatore che sanno e di già conoscono, per agnitura o agnizione cinquina, la forma finale, e che basta scavare smussare spiallare  fino all'anima animale dell'elemento, dove risiede la vita dove è in atto la vita la forma regina e sovrana delle cose, il sudore del poeta che cesella con le parole la sua ridondante realtà per inframmentarla e ricomporla a suo gusto "latte del creato da succhiare dalle mammelle delle sirene", direbbe nell'impeto creativo, di cui addolcirsi la lingua nelle notti di tempesta notti orrende ma benedette dal Signore che "graffia via la vita viziata" per farne dono ai penitenti questa volta emendata dalle ragnatele del male e del peccato che nell'estremo atto dell'emendazione soffriranno per una perdita ma avranno indietro centuplicato il maltolto per la "loro audacia"...e diventeremo tutti insieme, io con loro, pensò Salvo, conati di stelle...puro amore incarnato in un fiume protonico derogati dalle nebbie semantiche che ogni volta ci assalgono e lasciano senza fiato... Heee la possibilità...Mi piaceva come premeva il suo corpo al mio. Erano gli anni dell'università. Roberta era di buona famiglia, lo notavo dagli abiti che indossava. Io ero "un guastato un reietto da manicomio" per quanto con un vibrante sentimento malcelato di fierezza, indecifrabile fierezza....un sentimento del possibile intenso e carnale... evoco - mentre scrivo - un soffio che mi ha attraversato per un istante, tangibile come un respiro di un neonato come le strade che percorravamo non pensando alle lezioni alle aule affollate di sguardi distratti noi preferivamo le strade della città solitarie e vocianti di vita partecipe. "Salvami Roberta, ti voglio bene ma non lo so dire..." "Insegnami a dire: ti voglio bene" "Amore stringimi, è così semplice"... "Ma...vorrei.." "Zitto non dire niente e stringimi" "Dammi la mano...e accarezzami il cuore", "Le ore si fermeranno per noi solo per noi, e io ti insegnerò il segreto dell'amore come può essere vicino e lontano allo stesso tempo"... le labbra si schiusero sentii il fresco alito  inondarmi di calore...non mi fa più paura la morte perchè so che tu sei con me il tuo ricordo (di ventenne innamorata) almeno...e ho imparato che nella vita "devo andare avanti piano piano, un pò alla volta" per scorgere il sole sorgere dietro le pareti del cuore senza farmi abbagliare all'improvviso che fa male tutto in una volta: il desiderio il sogno la speranza non sono forme impure se solo decidiamo di viverle così come vengono goccia dopo goccia un pò alla volta senza traumi senza ambizioni senza domande cruciali un pò alla volta attimo dopo attimo per tenere lontano il bisbiglio della morte che non sentiamo per il rumore delle nostre vite ma che il cuore puro sente chiaro perchè il cuore è al di là di tutto è il Santo Grall che come il bambino percepisce i suoni da lontananze remote a frequenze impercettibili a cui noi vecchi adulti non siamo più abituati... 

 
 
 

Sun Nos Egos

Post n°6682 pubblicato il 08 Settembre 2024 da davidaliuslosyano

...in posa prossemica, quasi intima, con l'intorno newtoniano, il sole appariva, in quel meriggio imminente, iattantemente tracotante e bullesco come non era mai stato lungo tutte le rotte d'afa umida, seguite ai piovaschi a iosa del mese precipuo, ora in contumacia forzata per far posto ai nuovi paradigmi ciclotemporali, e ciononostante, era dall'inizio della mesata petito  così com'era, cioè duro e proditorio, dai rifrangenti nasi orali, erosi della gioviale spensieratezza dei profumi alfaolfattivi della Terra degli ulivi e dei fichi. L'astro si celebrava e illanguidiva nella personale ricerca, iotica o idiotica, fate voi, e si presentava in autoreferenziale, forse autopoietica...chissà, culotta color formaggio stagionato, a tratti moldo a tratti paglierino, per consigliare il paesaggio delle antropologie  contadine di usmare selvaggiamente e animalescamente la suprema sua abbagliatura, epperò, si diceva, con sinestetica riverenza e pelagificazione, quasi a voler arrendersi a un ritrovato quietismo dei sensi, fin lì turbati dalla tremenda messinscena plasmatica, e mettere in cassazione l'attributo misfattoso, se non criminale, di quella personale e oltraggiosa liquefazione. In questa bardatura laticlavica il dio luce si propagava, dai suoi fornelli accesi lassù a milioni di km, lungo la cuspida erranza natalifera del creato che è, a quanto pare, visibile, se non al verbo epifanico, all'occhio animale la cui sinergica finitudine lascia benvolentieri il resto, cioè quella roba a 8 di collo riposato o capovolto, ai pedanti algebristi per il loro effimero godimento infinitesimale. Assuefatto al lindore di siffatte osservazioni equinoziali, cercavo un pò di conforto, o lenimento che fosse, nell'IO, che tutti sdegnano e recalcitrano: i professori di corte con le loro siamesiche retoriche estetizzanti e le paludate filosofie con le loro arcate sopracciliari sempre mobili quando si tratta di perorare la causa del NOI e derogare alle altre prononomicità, inquantochè il NOS, più dell'EGOS, s'inferisce essere ago della bilancia che affratella nella plurimetrale sontuoseria volterriana di Nazione del Popolo Affamigliato che va tenuta recessa, fortemente recessa, dalla qualunqueria dell'io eremita e antisodale, e quindi parontico o parentico fiorellino (chiederemo al filosofo tedesco) o velenica bacca o archibugico nemico dell'ontologica bananifera Statualità naturata in confezione patinata... 

 
 
 

O' trauma PC

Post n°6681 pubblicato il 30 Agosto 2024 da davidaliuslosyano

(...) E si che le mani del maestro le vedevamo prima gessigeroglificare sulla lavagna tornite paroline, pudiche rappresentazioni di un elementare abbecedario, poi arieggiare nel fumo di una sigaretta, nell'indifferenza delle Supreme Cariche che anni dopo avrebbero deprecato e vietato il malmostoso vezzo; ma si era negli anni '60, gli anni del bumme e delle cambiali e non si aveva tempo per le quisquilie salubriche degli scolaretti, "tanto da grandi avrebbero preso il vizio pure loro". Quelle mani, si diceva, alfine svettavano per la loro micidiale improntitudine sulle nostre guance. Perchè, quando c'era da menare il malcapitato, quelle mani, le mani do maestro, do prufessooor, non giocavano certo da mediano o da mezzala, ma da centravanti di sfondamento giocavano, e come ruzzolavano sugli spaurite faccette quelle vanghe dappoichè pesantuccie erano, come làrici montani, e come scapestravano mille truccoli per meglio ottener impronta e rossore sui visetti di noi innocenti vercelli che si illanguidivano, privi di guida parentale, sui sentieri dell'ignoranza indissimulata. Il malvezzo poi di riparare la grinfia con una mano, quando s'era convocati al cospetto del maestoso vangatore, al tronocattedra per la correctio compitorum, non frenava  nè la veemenza, nè il risultato delle mani do prufessooor, che anzi il risultato raddoppiava in efficacia sulla via dolorosa, tra risa e boati di satanelli che in quelle mani trovavano conforto e loggia... Insomma di punto in bianco la slavina in quantità mostruosa atterrava dove doveva atterrare e si ritornava al banco a sedere in totale spaurimento e attesa della correzione dei compiti del giorno dopo. Stessa slavina, stessa rotolosa efficienza, stesso dolore (...) Così dì dopo dì, o' trauma aumentava in proporzione, si torceva, risaliva per poi discendere le cavità sinaptiche, fendeva il follame enzematico parasimpatetico, saltellava ganno le matrici monocondriali, insomma pasticciava nelle testoline biro dei poveri pischelli traviati, per diventare alfine pragma, compagnone delle notti all'addiaccio, senza sonno perchè il trauma pensa e non ha tempo per riposare (...) A quei tempi si viveva tra incubi traumici e soporosi mulinelli di fuocherelli che il culo a stento raffrena sulle soglie del retto orifiziale, dappoichè o' trauma si sa procede a volte beato, senza sim e senza sam, tra gli intestini sazi di merda partendo dalle ipsocellule mondriane del cervello in semiasse, scendendo per lo spinale nelle aree intestinali satollandosi di aerofagica boemme di odori che i nasi meglio accorti dilettano. Esso, o' trauma, per giunta, metteva in processione e stimolo il bolo intabardato di saliva, che, finalmente insagottato, scendeva sazio per la colonna esofagea fino a un tratto torciuto, dove veniva annaffiato di acido, per pagare i vari dazi agli organi in dissesto ghiandolare, per giungere alfine al grosso intestino a corona detto "crasso" dal nome del triùnviro che nelle notti prima delle battaglie gozzovigliava così tanto, "dì pure ad libitum", mettendo a dura prova quella parte del budellame che aspira e asperge il digesto bolo per poi consacrarlo, privo di fermenti acquosi, in fecola di feci pronto per riverire il buco del culo del suo afono decoltè merdifero. 

 
 
 

Pis pis pis

Post n°6679 pubblicato il 10 Marzo 2024 da davidaliuslosyano

Come far deragliare il principio? La verità di Margot: per una pareidolia veritativa evenemenziale.
Una verità scolpita su buone matrici, su un coerente principio d'ordine non seriale non a tema.
Occhio engraved, di misura e in dismisura, in forme astratte, sopra legami inediti, che sono le corrispondenze e le congruenze originarie. Movent'azione: cioè cosa si libera davvero nelle "mappe di scopo"? Potrei rilevare l'uso di ordinari solecismi, ma sarebbe un falso storico, per quanto non "falsificabile". Un solecismo istantaneo, imperturbabile: allora; perchè l'orrore sintattico è sempre metallo tenero, per definizione: per evitare di rivendere la pelle dell'asino cioè la sintesi imperfetta, invalicabile, nei parcheggi di lusso delle nostre migliori geometrie d'insieme. I conti non tornano: se vogliamo ancora un pensiero dalla forma perturbante, per quello che ne resta e ne so, va seguita la procedura d'ordine standard: di grumo in grumo di rattoppo in rattoppo di rantolo in rantolo di eccesso in eccesso: insomma non ci resta che procedere di passo in passo di colore in colore. Ma il sentimento del senso così dispiegato ha un futuro  segnato, in rosso e in forma domestica. Nostro compito è sbrigare la pratica col fascicolare il tutto di buona lena e in corretta forma, se è possibile con sussiego ed estasiata enfasi...collated delighted highlighted...dee why!! Ci serviamo del sale, combattiamo la pioggia, armiamo le onde, facciamo perfino balbettare le stelle e i cieli (si sa un concetto tira l'altro: è sempre stato così!), ma i conti li continuiamo a fare con l'origine, con Dio in persona e in opere. Mai un'estasi domestica e nativa, mai un'eresia redditizia, mai un sano perturbante fatto a mano!! Sempre e solo gingilli di modernariato. Epopee marinate. Epiche zuccherose. Salsapariglia e cavolo d'annata: bontà di palati senza gusto, di collettori di fantasie e libri di fate, di politiche inadeguate e personaggi correntizi. Le nostre città sono putride latrine di voci in salsa democratica, fanghiglia libertaria, con ogni specie di zodiaco multiqualcosa. E ci facciamo visitare a volte da verità sulfuree e acquitrinose (mai santificate): asini che volano e bla bla lobbistici. Come ottenere il buio? Come pagare a rate un pò di verità malcensita, nella forma di suffragio personale, su base categoriale perlomeno? Voglio processi e percorsi, una sana viabilità tra caos e dispersione. Voglio a caso. Voglio una causa e qualche effetto di scarto: fa bene a volte sognare i propri incubi!! Formo la mia etichetta: procedere in coro per ubbie linguistiche!! (SS)

 
 
 

La "lettera". Commento ad un post di un recente visitatore...

Post n°6678 pubblicato il 27 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano

Da un lato, contano sempre le facili e miserevoli vittorie: della fretta tentacolare, del mordi e fuggi dilagante, dell'ipocrisia e del furore. Sopravviviamo nei colli di bottiglia (strozzature) di un Umanesimo disciolto nell'estasi dell'insulto e dell'ecolalia.
Ma c'è una prosa che inneggia, freme sotto la superficie carnale delle cose, convoca il pensiero nei luoghi delle sue innate dottrine: la quiete e il tempo, e ricaccia il caos tra le forme ultime, oloceniche, depensate e plebee.
A differenza del medium scritturale d'ordinanza: ridondante nella forma, bulimico nel pretesto, conflittuale nel fine, quella prosa ha nella "lettera" gli arrangiamenti giusti per restare la nostra forma di elezione sentimentale, dell'attesa gentile, passionale, sacra, capitale.
Ma questa disornativa componente di scrittura, al di là dell'elegiaco movente, può funzionare altresì (e ancora) da potente  elemento critico delle formule comunicative della modernità postremica.
Insomma, la "lettera", questo metallo dolce vigoroso e fragile allo stesso tempo, per quanto paradigma estenuato nel suo valore d'uso, continuerà a farsi valere per le profonde risonanze, nonchè per saper affrontare, con la sua nitorica cifra semplicitaria, le mille criticità degli egemoni modelli di comunicazione...(SS)

 
 
 

Onda di risacca...

Post n°6677 pubblicato il 24 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano

Tutto quello che volevo: scendere e perdermi nell'onda di risacca. Sii fedele allo scopo che ti sei dato, e sappi che lungo il viaggio qualcosa cambierà in meglio o in peggio, ma non importa. Un dubbio ti contaminerà e vivrai per lo più nel paradosso, ma sempre ammira la fragranza del buio, è lì che trovi tutto quello che cerchi: domande e risposte, e altro ancora. (SS) 

 
 
 

Per salire d'anabasso...

Post n°6676 pubblicato il 24 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano

Sarebbe lo scopo plurimo: un senso di passione gravidica. E apparentemente il terrore si placa al netto e confortante elmo. E quello che appartiene al basso strato, si incunea lungo il tempo, germoglia fin dentro le soglie d'abisso, per convocare lo sguardo sul fondo della derrata. Tu sarai alla radura, tra le forme salmastre ma incorrotte, per salire d'anabasso o forse scendere catabimico, interstizio per interstizio, al disfamato paradosso viario. (SS) 

 
 
 

Campi di battaglia con equipollenze immaginarie by Julius

Post n°6675 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano

1. Una verità e uno scopo modellati all'unisono (combinati nella forma di un sapere perfetto)
2. Sai bene cosa fare quando arriva a maturità una vasta farmacopea di momenti disciolti nella convenzione dei tuoi passi secondo le loro formule d'uso.
3. Sai cosa fare quando un'ampia farmacopea di istanze disciolte nella convenzione dei tuoi passi secondo le loro formule d'uso ha raggiunto la maturità.
4. Sai fin troppo bene cosa fare, quando un vasto prontuario di sortilegi spuntati dall'armonia dei tuoi passi, ognuno secondo le loro formule applicative, ha raggiunto la maturità. (J-SS)
5. Sai fin troppo bene cosa fare, quando un vasto catalogo di incantesimi scaturito dall'armonia dei tuoi piedi, ognuno a suo modo, ha raggiunto la maturità.
6. Il gran serraglio dell'evoluzione animale si presta ben volentieri a tare come queste per un miglioramento non più mutevole della stirpe umana e semantiche sostanziali.
7. Al gran serraglio dell'evoluzione animale si aggiungono ben volentieri tare come queste per un miglioramento più stabili della stirpe umana e più conformi semantiche sostanziali.
8. Razzi come questi sono pronti per essere aggiunti al grande serraglio dell'evoluzione animale per uno sviluppo più forte della razza umana e una semantica più coerente.
9. Tali eruzioni sono pronte per essere aggiunte alla corrente principale dell'evoluzione animale per garantire uno sviluppo robusto e significativo della razza umana.
10. Tali fuochi sono pronti per essere aggiunti alla corrente principale dell'evoluzione animale per garantire uno sviluppo robusto e significativo dell'umanità.
11. Tali luci sono pronte per essere aggiunte al quadro generale dell'evoluzione animale per garantire uno sviluppo forte e significativo dell'uomo.
12. Immersi nell'ecatombe metropolitana, ognuno guarda dai finestrini tra merce di scarico e puzzo d'olio uno stridente estremismo di fiori sulle colline brulle di case e immondizia.
(J-SS)
13. Immersi nella carneficina e macelleria urbana
14. Immersi nella carneficina della metropoli, tutti guardano fuori dalla finestra, tra l'odore delle merci scaricate e puzzo di petrolio, l'intensa radicalità dei fiori su montagne brulle di case e spazzatura.
15. Immersi nella carneficina urbana, tutti guardano fuori dalla finestra tra l'odore dei materiali scaricati e del petrolio, la profonda radicalità dei fiori sui cumuli sterili di edifici e immondizia.
16. Sempre sei stato attratto da un oscuro bisogno di verità, una verità semantica innanzitutto. Progressivamente nel senso della verità è la fonte. (J-SS)
17. Non fare complimenti per il resto. Mantieniti saldo e inattaccabile. Espressioni più brusche ti perseguiteranno in nome della civilizzazione. Modellati di conseguenza. Sii determinato alla passione convenzionale e a un tocco di poesia.
18. Non lodare gli altri. Rimani costante e irresistibile. Dichiarazioni più schiette ti feriranno in nome della civiltà. Modella gli scopi di conseguenza. Cerca una passione arcaica e un tocco poetico.
19. Modellati negli scopi.
20. Ritrova un vecchio amore e un tocco di poesia.
21. Non dare credito agli altri. Rimani forte e inarrestabile. Le parole semplici ti feriranno in nome della gentilezza. Stabilisci gli obiettivi di conseguenza: la riscoperta di un antico amore e un tocco di poesia.
22. Una verità modellata negli scopi o di conseguenza.

 
 
 

Tipo banco▪tollo ▪ bambo ▪chetto▪cimmio by Julius

Post n°6674 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano

Erano anni in cui la profondità era un excursus tra le forme leggere...una divergenza quisquillosa del palato agrodolce...(J-SS) 

 
 
 

Genero.misfatto by Julius

Post n°6673 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano

Sai fin troppo bene cosa fare, quando un vasto prontuario di sortilegi spuntati dall'armonia dei tuoi passi, ognuno secondo le loro formule applicative, ha raggiunto la maturità. (J-SS)

 
 
 

Aggiungi alle luci by Julius

Post n°6672 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano

Immersi nell'ecatombe metropolitana, ognuno guarda dai finestrini tra merce di scarico e puzzo d'olio uno stridente estremismo di fiori sulle colline brulle di case e immondizia.
(J-SS)

 
 
 

Assorto ma non troppo by Julius

Post n°6671 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano

Alla maniera di un quoziente di pensiero che non si quota al cecchinaggio del generico misfatto, nè si auto-riformula, nè auto-postùra negli esatti termini, dev'essere bandita dai quattro angoli del suo mappismo territoriale l'insiemistica totalitaria come il radical corriflessivo fluttuare micro-molecolare. No metafisica egotica allora, no eloquenza citatoria, no diluizione con solvente tiepido della società reale. Un piano sopra, in una cornice a-categorica, lontano da pratiche di conforto e cifre riconosciute in sommatorie personali, il vero-genuino si inscrive nei fenomeni indagati. Chiedete a Nice e a Proust l'esatta dizione, l'intenzione distillata nella corporeità delle concatenazioni. Dissotterrate l'acume del "sublime refero" per scoprire l'audacità del paesaggio congregante di figuri dal buon palato. Con la sintesi inclusiva del generale tutto, con l'assieme separato del dissonante-incongruo ci sbarca luci e lasciti, abbreviazioni e slanci per future generazioni di concetti, che alla pari di cieliche suggestioni equipollenti scaveranno solchi nelle plumblee filosofemiche nubi per seppellire cadaveri di semantiche inedite. La verità-a-tondo è che gli si addice la componente del demone minore, del famiglio spiritico, del servaggio dis-incarnato per liberare la "roba rivoluzionaria" dall'opprimente cupezza della barcollante mondanità, così da risvegliare le note limpide del selvaggio sipario del Teatro della Reattività spinoziana.

 
 
 

Grazie ai Beati 9. Blu quando grigio. Grigio lazurki(zzato). Selezioni łazur

Post n°6670 pubblicato il 23 Novembre 2023 da davidaliuslosyano

Tra rêverie e realtà, il libro è percorso da improvvisi affondi e incursioni in regioni dissestate del divenire politico dove ci si  imbatte nei fuochi di bivacco, nel "trend apocalittico", nelle distonie non combattute e controproducenti. Così si gestiscono i vari lessici, i vari topics e si costruiscono feedback assertivi non convenzionali, in particolare quando il Nostro scarta il grado zero per entrare in risonanza con posture discorsive discontinue e radicali. In altra lingua, B. accede al paradosso di una verità che per essere detta deve essere prima negata (SS Julius)

 
 
 

The burnin of wordin

Post n°6669 pubblicato il 23 Novembre 2023 da davidaliuslosyano

 

▪︎Si dice che la Complessità è essa stessa una contraddizione, o tutt'al più un "reliquato relativo". Che per tutto c'è una spiegazione direzionata, piana, monocorde, "secondo la norma" o secondo le più rigorose "regole filosofiche di non-contraddizione". Ci aspetta un lungo inverno se ci limitiamo a pensare in questo modo. È orrendo. (SS Julius)

▪︎È il classico tema infiltrato da "paradossi e vie di mezzo". Per non essere mai netti e rimanere sempre dall'altra parte della barricata tra chi non si schiera e non prende posizione, e sceglie la neutralità come l'approdo più comodo e redditizio. È la solita  ricorrente tentazione ad essere "tangenziali alla curva storica" nelle congiunture più critiche della Modernità. Il "rogo di dicitura" continua a far paura ai pavidi, e tutto questo purtroppo non produce ritorsioni della Coscienza. (The "burning of wording" continues to frighten those who are not brave, and unfortunately all this does not produce retaliation of Conscience). (SS Julius)

▪︎Non c'è un vero e proprio fuoco della mente su questo tema, ma piccole scintille che squarciano il buio per un istante senza mai rischiararlo del tutto e ti offrono l'appiglio arbitrario per allinearti alla corrente integrata del "Divenire": "qualunque-cosa-esso-sia-di-non-precisato". (SS Julius)

▪︎Una nuova rete e un nuovo campo di rapporti umani. Bruno fu, con altre eccezioni, un sobillatore coerente e un insieme di dimensioni matematiche, il cui destino era quello di entrare in rotta di collisione con altre dimensioni in modo da favorire la nascita di una "nuova fisica" delle relazioni umane. Fu la goccia che fece traboccare  il precario equilibrio storico, l'armonia delle compassionevoli regole filosofiche dell'epoca. (SS Julius)

▪︎Catturato dal Tempo mentre sono fuori orario, fuori dal mio orologio storico. È come se il tempo ti incalzasse mentre sei al di fuori della tua guardia e ti obbligasse a scandire i suoi attimi e lampi di dominio sulla Vita e sulle regole di giurisdizione comportamentali (Rules of behavioral jurisdiction). (SS Julius)

▪︎Dottrine incartate, sigillate nella plastica. Impara a liberarti dall'ideologia di una Mistica aberrante e dall'Info radicale e distorta. Impara a spogliarti della Storia e ad armarti di "Critica del giudizio" e di una rappresentazione emendata e demistificata della realtà. E impara anche a seguire quei circuiti virtuosi dove non ti imbatterai più nel "demone della falsa Agorà" e nell'immagine di una "Fratellanza" in nome di...o di una tenebra ancora più audace, ma dove è vivificante il richiamo al fratello "disperso e vilipeso e ritrovato" dopo l'esilio dal Mondo. Allora non ti troverai più di fronte a pareti scoscese o geometrie inclinate, ma crescerai insieme all'Universo che è già lì da qualche parte che ti attende ed è popolato da altri-da-te da rispettare e non da altri-per-te da temere e vendicare...(SS Julius)

 
 
 

Effetto moltiplicatore?

Post n°6668 pubblicato il 16 Agosto 2023 da davidaliuslosyano

L'investigazione  non è solo quantità relazionale o veritativa, o quasi effimera qualitatività. L'indagine, dal lato della domanda, non è semplicemente una gerarchia valoriale o una radice transitoria. Da par suo l'occhio sfilza e trafigge il linguaggio, e ci regala soppressioni, in attesa che un brivido di decenza ricami fili di creatività sulla pelle spessa del tempo. Le lettere ti ripassano (alla partenopea), e non te ne accorgi. Ti impassano e impassionano allo stesso tempo. Efficacia dei recessi dove giace il paffuto silenzio. Efficacia delle cavità dove qualcosa di infranto innatura il capitale di senso. Siamo caduti nello spazio produttivo dove il fungo del non detto prolifera senza sosta. Se l'estetica è critica delle relazioni e delle complessioni, il linguaggio è il suo doppio terapeutico, affine trattamento secondario. (SS) 

 
 
 

Lista n. 1+Aggiunto alla lista

Post n°6667 pubblicato il 20 Giugno 2023 da davidaliuslosyano

Aggiunto alla lista...

Ogni libro ha tre livelli. Il livello della narrazione tout court che si basa su una lirica corale, un mosaico di vicissitudini personali, intrecci di vite anche banali, una realtà ... che satura le esistenze talvolta nel clichè, nello stereotipo, dove però la qualità dell'evento, che dovrebbe culminare nell'apodittico e nell'ineluttabile, ha poco senso a meno che non si muove lungo solchi tracciati a priori come ad es. una "solida" trama noir. E siamo al secondo livello. Questa traiettoria evenemenziale risolutiva per essere efficace ha bisogno nondimeno di una struttura che faccia premio sulla vita, e risulterebbe una forzatura se non si integrasse quasi naturalmente col primo livello della narrazione. A dare colore a tutto è poi lo stile che rappresenta il terzo livello e che ha una cifra  unificante di sintesi. Ogni scrittore dà importanza di più all'uno o all'altro livello. Nel tuo caso hai tentato di rimanere in equilibrio, non dando la predominanza a nessuno dei tre livelli, ma ognuno si incastra perfettamente l'uno nell'altro. Ed è una scelta che condivido. Dov'è l'anima dello scrittore (e del racconto), è facilmente rintracciabile nella figura a tutto tondo del giornalista che non per niente è il meno schierato perchè altrimenti lo scrittore finirebbe per parlare di sè stesso inevitabilmente. Diciamo che si è voluto investire narrativamente su questo personaggio per affinità caratteriale. E questo è quanto basta. Per finire, il libro va lasciato come è: sospeso nel soft power di una narrazione disincantata e asettica. Senza apporti aggiuntivi, e additivi vari. Piccolo gioiello che nondimeno necessita di una cura maggiore relativa allo stile: sintassi, punteggiatura, dettaglio coloristico, caratterizzazione d'ambienti, ecc....(SS)

Nel diritto dei padri erano corpi brevi: le biforcazioni e i bivi; gli entusiasmi e altre passioni affini; gli arcani medievali; le piante a fogliame largo; alcuni tipi di nubi; l'esoterismo; i cani con la coda tagliata di un quarto; gli abbecedari senza le lettere di mezzo; tutto ciò che degradava verso le acque; gli agnelli sacrificali; i poemi omerici; le farfalle ad ala corta; gli edifici a struttura quadra; gli irrisi nel padiglione della morte bianca; la peculiarità fittizia; ogni reliquato filosofico di bassa intensità; il linguaggio dell'insetto...

 
 
 
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