Prendendo spunto dalle lettere inscritte nei petali del cakra della gola ( vedi in questo blog
kalachakra vorrei mostrare un piccolo errore che più o meno tutti facciamo quando si parla di bija mantra. Un errore trascurabile dal punto di vista della teoria, ma forse meno trascurabile dal punto di vista pratico, della comprensione dei testi e, soprattutto, della pronuncia dei mantra. Quella dei mantra e delle lettere è una scienza.Ogni vibrazione va a stimolare zone diverse del corpo e più precisa è l'emissione del suono più i risultati sono simili a quelli descritti nei testi. Ogni lettera scritta su un petalo è una vibrazione che stimola un particolare organo o un particolare processo psicoficio.Se si sviluppa una adeguata sensibilità anche il solo parlare PUO' DIVENIRE UNA PRATICA YOGA. L'errore, veniale, che facciamo un po' tutti è quello di confondere due segni diversi che in sanscrito sono detti anusvāra e anunāsika indicati rispettivamente in sanscrito con un punto sopra la sillaba come in हंस haṃsa e con la mezzaluna puntata come in ॐ auṁ. Si sbaglia per due motivi: 1) perché per il nostro orecchio non c'è quasi differenza trai due suoni. 2) Perché è difficile recuperare dei vocabolari online che prevedano l'anunāsika. Esaminiamo il caso del cakra della gola, viśuddha.Di solito le sedici "lettere" vengono scritte in questa maniera: अ a - आ ā - इ i - ई ī - उ u - ऊ ū - ऋ ṛ - ॠ ṝ - ऌ ḷ - ॡ ḹ -ए e - ऐ ai - ओ o - औ au - अं aṃ -अः aḥ. In realtà nelle raffigurazioni del cakra sono scritte in maniera leggermente diversa, a parte la penultima e l'ultima in senso orario, hanno tutte un puntino sopra:La prima vocale in alto, ad esempio, come si vede nell'immagine sotto, è una "A"seguita da una "M" nasalizzata (amnng), resa nel sanscrito traslitterato con una "emme" con il puntino sotto aṃ.
La penultima lettera invece, almeno mi sembra, "NON" ha un puntino sopra, ma il candrabindu (punto-luna) e andrebbe traslitterata aṁ con una "emme" col puntino sopra. Per noi (e per molti indiani di oggi) non fa assolutamente differenza, ma la pronuncia pare che in origine fosse diversa. Nel caso di aṁ (puntino sopra ad indicare il candrabindu) la "EMME" NON SI DOVREBBE PRONUNCIARE, ma si dovrebbe portare nel naso il suono della vocale. E' esattamente lo stesso meccanismo per cui in francese an (anno), grand (grande), dans (dentro) non si pronunciano le consonanti successive alla A, ma si muta la A in una specie di O prolungata e nasalizzata. Si dirà che cambia poco, MA LAVORANDO SUGLI ARMONICI (overtone) SI SCOPRE CHE SPINGERE IL SUONO DELLE VOCALI IN ALTO, NEL NASO E' UNA DELLE MANIERE PER PRODURLI. L'utilizzazione dell' anunāsika invece dell'anusvāra ha degli effetti che non sono proprio trascurabili .La sillaba sacra "ॐ", per esempio, traslitterata auṁ, non si dovrebbe pronuciare OMMM o AUMMM come si fa comunemente, ma come la "A" del francese grand prolungata o [au͂] e dovrebbe produrre degli armonici. Ma torniamo alle lettere del cakra della gola: la sedicesima lettera del cakra della gola è la अः aḥ con il visarga che rappresenta la capacità di emissione ed è, qui, la DEA stessa, la bella dei tre mondi.Le altre lettere sono sue forme particolari dette वृत्ति vṛtti (parola che significa "carattere", "ruolo", "specializzazione") o नित्य nitya. Per chiarire: ogni lettera "E'" una dea, con tanto di poteri divini e schiere di aiutanti (rishi, dakini, spiriti dell'aria, della terra ecc.) e si fa bene attenzione al suono della sillaba che la rappresenta ed al significato del suo nome potremmo fare delle scoperte interessanti sulle reali tecniche operative dello Yoga tantrico.....1) la prima "vocale", अं aṃ è kāmeśvari, la Dea del Desiderio (la Venere indiana) alla quale si dedica ancora oggi la yonipūjā.
2) La seconda, la "A" doppia con il punto sopra , आं āṃ è bhagamālinī il cui nome può significare, anche "fioraia della vagina" o "fioritura della vagina" "inghirlandata di vagine" o vagina inghirlandata". In alcuni testi è detta "triplice piedistallo del pene"
3) La terza è la "I" con il puntino, इं iṃ è nityaklinna, il cui nome significa "bagnata" o "eternità bagnata".
4) La quarta nitya, la doppia "I" con il puntino, ईं īṃ ,è bheruṇḍa la "formidabile", la "terribile", la "iena".(ma il nome significa anche "gravidanza").
5) उं uṃ è vahnivāsini che si può tradurre con " colei che vive nel fuoco", "vestita di fuoco" o "sacerdotessa del fuoco"
6) la "U" doppia, ऊं ūṃ è mahavajreśvarī, la "signora del grande vajra", si dice che sia "bella come la rosa della Cina" ed a volte è descritta come una giovane donna dall'andatura ondeggiante per il troppo vino bevuto.
7) ऋं ṛṃ è śivadūtī, letteralmente "messaggera di śiva" o "angelo di śiva", è rappresentata circondata da ṛṣi intenti a cantare i suoi inni.
8) ॠं ṝṃ è Tvarita la "veloce", nella sua vagina si visualizza l'ॐ auṁ.
9) ऌं ḷṃ è kulasundarī detta anchebālāsundarī, la "bella della famiglia" o la "bella ragazza", racchiude in sé "sole luna e fuoco" .
10) ॡं ḹṃ è nitya l'eternità, bella "come il sole dell'alba", signora delle dakini.
11) एं eṃ è nīlapatākā, " bandiera di zaffiro"o "emblema dello zaffiro".
12) ऐं aiṃ è vijaya, la "trionfante".
13) ओं oṃ è sarvamaṅgala la "signora di tutte le fortune".
14) औं auṃ è jvālāmālinī , "fioraia delle fiamme", "fioritura di fiamme", "inghirlandata con le fiamme".
15) aṁ è infine citra, la "meravigliosa", la "variegata", la " bella come una pittura".
La sedicesima vocale अः aḥ è la Dea in persona, la bella delle tre città, tripurasundarī, detta anche lalita, colei che gioca o ṣoḍaśī , 16.