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Le sillabe inscritte nei petali del cakra della gola sono 16 dee, le 16 Nitya e sono collegate allo Sri Yantra.
aṃ - āṃ - iṃ - īṃ - uṃ - ūṃ - ṛṃ - ṝṃ - ḷṃ - ḹṃ -eṃ - aiṃ - oṃ - auṃ - aṁ - aḥ
Associare i nomi delle dee alla pronuncia deii suoni è abbastanza imbarazzante.
La seconda sillaba ad esempio, आं āṃ è bhagamālinī , la "VAGINA INGHIRLANDATA"
e la terza, इं iṃ è nityaklinna, la "BAGNATA".
Sembra quasi uno scherzo di cattivo gusto, o il frutto dela fantasia di un erotomane, ma se si approfondisce lo studio dei testi si scoprirà che i riferimenti agli organi sessuali femminili e ai suoni emessi durante il rapporto sessuale hanno , per lo yogin, una valenza "OPERATIVA" Sia Gorakanath che Abhinavagupta ( vedi : " La kuṇḍalinī o L'energia del profondo" di Lilian Silburn) ne parlano chiaramente, sottolineando l'importanza, nella pratica dello yoga del śitkāra o sitkāra, il suono prodotto naturalmente dal corpo femminile durante il godimento sessuale.
Le sillabe del Cakra della Gola, dalla aṃ alla aḥ sono il canto d'amore della "Sposa" .
śitkāra ci svela un piccolo grande segreto dello yoga e delle lettere sanscrite (CHE ALLO YOGA SONO INDISSOLUBILMENTE LEGATE): la Spontaneità
I gemiti emessi dagli amanti durante il rapporto sessuale, non sono prodotti volontariamente : "insorgono" nell'atto, come i gesti, le carezze, le espressioni del volto.
Alla stessa maniera dovrebbero insorgere gli asana, che altro non sono se non le lettere dell'alfabeto del corpo, le mudra, i mantra.
L'AMORE è maestro, non a casa nei testi antichi si afferma ripetutamente la necessità di praticare nella condizione detta सुख sukha (vedi il verbo सुख्यति sukhyati) , termine che indica la condizione psicofisica del fare l'amore, la predisposizione al godimento, al dare e ricevere piacere.
Nell'atto sessuale i suoni non vengono emessi in seguito ad una volontà, al desiderio di esprimere un pensiero di qualche genere: è il corpo, che parla.
I suoni dell'amore sono le voci della natura: la carezza del vento, l'onda e la pioggia, lo stormire delle foglie, il grido del falco o il ruggito della tigre.
Per il tantrismo quando nell'unione con il partner si interrompe il flusso dei pensieri e si annichilisce la pretesa di possedere e di possedersi, il corpo comincerà a cantare e danzare al ritmo dell'universo, fino a rivelarci la npstra natura divina.
L'ardore degli amanti è il seme stesso della manifestazione e per creare , i due, hanno bisogno l'uno dellaltra.
Il Maschio Padre divino non ha nessuna capacità creativa senza la Madre.
Comincia più o meno così il saundaryalaharī di Ādi Śaṅkarācārya, un testo tutto dedicato alle sillabe, allo Sri Yantra e alla Dea:
Solo unito a śakti, śiva può esercitare la sua potenza creatrice.
Il sutra in realtà è una descrizione in versi dello Yoni Lingam
Il liṅga è il pene in erezione di śiva e śiva stesso, e la yoni è la vagina della dea dalla quale viene fatto emergere:
E lo Yoni Lingam, a sua volta, è una delle rappresentazioni artistica della sillaba अः aḥ, corrispondente nel cerchio delle Nitya a tripurasundarī, detta anche lalita, colei che gioca o ṣoḍaśī:
अ a è la potenza suprema, anuttara.
Senza l'unione con l'Energia femminile (la "Dea") la Potenza (il "Dio") è "STERILE".
Il reciproco donarsi piacere dei due è rappresentato dai due punti del visarga ":", la "acca" aspirata che, in sanscrito, viene posta alla fine delle parole.
Visarga vuol dire "emissione", ma può indicare anche il pene, la luce e la cessazione di un azione, di un processo fisico o della vita stessa.
Nel देवनागरी devanāgarīī, la scrittura del sanscrito, l'aspetto simbolico e l'aspetto grafico, sono forse più importante del significato letterale.
E' per questo che occorre sempre essere cauti nell'affrontare la traduzione dei testi in sanscrito.
Affidarsi solo al vocabolario e alle regole grammaticali significa, spesso, perdere la possibilità di comprendere il significato profondo degli insegnamenti celati nei sutra e nelle singole parole.
Il punto, lo अनुस्वार anusvāra rappresenta l'inizio della manifestazione e contemporaneamente la tendenza al ritorno, alla quiete che segue la fine della manifestazione.
E' per questo, probabilmente, che nel cerchio delle "MADRI DIVINE", il Loto del cakra della gola, la prima sillaba è अं aṃ o Kamesvari (la "Signora del desiderio")
e l'ultima, in senso orario è, appunto la अःaḥ o Tripurasundari (la Bella dei Tre Mondi")
अं aṃ è lo stato di quiete che segue e precede l'abbraccio degli amanti, अः aḥ è l'orgasmo che segna la fine dell'atto d'amore (e quindi della manifestazione, a meno che il desiderio non prenda nuova forza, non si rinnovi per dar vita ad un nuovo ciclo della manifestazione.
I due punti del visarga rappresentano due aspetti della Dea: quello superiore è la KUNDALINI SUPREMA e quello inferiore è la KUNDALINI DEI SOFFI VITALI.
Uniti alla "A" che qui rappresenta SHIVA vanno a simboleggiare l'inizio della manifestazione.
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:33
Inviato da: esternoluce
il 15/01/2016 alle 17:35
Inviato da: Davide
il 15/05/2015 alle 09:17
Inviato da: Dario Bernardi
il 11/01/2015 alle 11:59
Inviato da: Lancelot2014
il 28/06/2014 alle 01:35