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Come si è detto in precedenza (vedi LA VIA DEL SESSO - quarta parte)
"L'uomo e la donna sono dotati di caratteristiche opposte e complementari. I canali sottili (nadi) dell'uomo sono stretti e rigidi e la maggior parte dell'energia che vi circola, che possiamo definire OJAS (termine che si può tradurre con vitalità o forza) tende naturalmente verso l'esterno. I canali sottili della donna sono invece morbidi ed ampi e l'energia che vi circola e che possiamo definire genericamente PRANA, tende all'interiorizzazione."
In ragione della diversa direzione e qualità della circolazione energetica, la donna ha più facilmente accesso al cakra del cuore, detto hṛdaya (centro, cuore, mente) cakra.
Hṛdaya non va confuso con il centro detto anāhata cakra!
Si tratta di due cakra diversi, collocati in zone diverse del corpo.
Anāhata cakra è un "loto" a dodici petali rossi posto sull'asse della colonna vertebrale, al centro del quale troviamo il suono seme dell'aria, यं yaṃ, mentre nei petali sono inscritte, in senso orario, le cinque consonanti gutturali dell'alfabeto sanscrito, le cinque palatali e le prime due retroflesse, ovvero:
क ka ख kha ग ga घ gha ङ ṅa च ca छ cha ज ja झ jha ञ ña ट ṭa ठ ṭha
Hṛdaya o hrit cakra è invece un fiore di loto ad 8 petali posto al centro del torace, sopra il diaframma.
Hrit cakra è il centro dell'Essere, ma potrebbe anche essere definito "MANDALA DELLE PERFEZIONI E DELLE PERVERSIONI". I suoi colori sono l'oro (kundalini di sole) il bianco (kundalini di luna) e il rosso (kundalini di fuoco) ad indicare che è il luogo in cui si riuniscono le correnti energetiche, e i suoi petali corrispondono alle 8 direzioni dello spazio, agli 8 poteri psichici, o siddhi maggiori, e alle 8 vṛtti (parola che significa modificazione, specializzazione, ruolo) legate alla sfera sessuale.
Per praticare il tantra occorre pensare come un tantrico. I siddha e i nath non ragionavano (non ragionano...) come noi e avvicinarsi alle tecniche sessuali con le nostre strutture mentali e la nostra "tecnica del pensiero" può essere causa di dolore e sofferenza per noi e per i nostri cari. Innanzitutto il punto di vista tantrico non è duale. Non c'è traccia della dicotomia maschile/femminile o luce/ombra o bene/male che caratterizza il pensiero occidentale. L'energia che tutto muove è UNA e si esprime attraverso una triade di potenze rappresentate da FUOCO ( śakti), SOLE ( kāma e la sua sposa) e LUNA (śiva). In secondo luogo il GODIMENTO è uno dei principi fondamentali dell'esistenza: non c'è spazio per i sensi di colpa. Ogni fenomeno, per raggiungere la dignità dell'esistere, deve essere caratterizzato da ESISTENZA ( asti che significa "è"), COSCIENZA (bhāti che significa "splendore", "apparenza", "luce interiore") e PIACERE (priya che significa "piaciuto", "goduto", "desiderabile").
Se non c'è possibilità di godere di un oggetto non c'è necessità della sua esistenza.
Tutto nasce dal desiderio, nel Tantra, ovvero dalla tensione verso il godimento, ma se il desiderio divino è puro, libero da attaccamento (al centro del mandala del cakra del cuore c'è vairāgya inteso come divino distacco), nell'essere umano rischia di "sporcarsi" a causa delle inclinazioni individuali e delle consuetudini sociali. Queste sporcature (vṛtti) coincidono con le 8 direzioni dello spazio e rappresentano (sono) un allontanamento dal centro, dalla vera essenza, dal CUORE.
Nel mandala del cuore (che si legge da Est in senso orario: in India "DAVANTI" è Est e "DIETRO" è Ovest) avremo:
EST = atteggiamenti virtuosi, come la fedeltà coniugale ecc.
SUD-EST = sonno e pigrizia, mancanza di interesse per il piacere e mancanza di vitalità.
SUD = crudeltà, il provare piacere nell'osservare e nel provocare la sofferenza altrui.
SUD OVEST= degenerazione del desiderio - lussuria-atteggiamenti peccaminosi. Buddha Shakyamuni a questo proposito parla di incesto, pedofilia, stupro, dell'avere rapporti sessuali con persone in stato di schiavitù e prigionia, del sedurre persone in procinto di sposarsi ecc. ecc.
OVEST= cattiveria, ovvero il nutrire nei confronti del partner sessuale sentimenti di odio, invidia, disprezzo ecc. che possono degenerare in perversioni di vario genere.
NORD-OVEST = azione, ovvero il muoversi alla ricerca del piacere sessuale.
NORD = ottenimento del piacere, ovvero il ritenersi soddisfatti dopo il rapporto sessuale (rati)
NORD-EST = possesso, ovvero la volontà di possedere fisicamente la persona amata.
Le vṛtti vanno intese come semi che la forza del desiderio può far germogliare e crescere, fino a renderle elementi fondamentali della personalità dell'individuo, e sono sempre e comunque ostacoli alla realizzazione.
Riflettere sui significati degli 8 petali di hrit cakra è un esercizio interessante. Anzi credo che sia un passo fondamentale verso la comprensione degli insegnamenti tantrici. Non si tratta di un esercizio facile: che le tendenze alla crudeltà, al sadomasochismo o alla pedofilia possano, ad esempio, essere considerate degli ostacoli alla realizzazione è cosa abbastanza comprensibile, ma con la fedeltà coniugale e la soddisfazione sessuale, ad esempio, come la mettiamo? Come si fa a considerare il sadomasochismo alla stregua della monogomia?
La forza del desiderio è pura, innocente e amorale come gli elementi fondamentali della natura. L'acqua che disseta è la stessa che devasta le città e le campagne così come la fiamma che rallegra il focolare è la stessa che distrugge le mura della casa.
Le infinite potenzialità creative del desiderio possono trasformarsi facilmente in energie distruttive e la causa della loro degenerazione è la mente, o meglio, la pretesa di sostituire alle leggi della natura le abitudini, le norme, le credenze create dalla mente umana.
Ai fini della comprensione del tantra può essere utile analizzare con attenzione le vṛtti corrispondenti, nel mandala del cuore, a direzioni contrapposte:
La pigrizia, la mancanza di vitalità sessuale (SUD-EST), ad esempio, è uguale e contraria alla ricerca del piacere sessuale (NORD-OVEST), mentre la fedeltà coniugale (EST) è invece uguale e contraria alla cattiveria/perversione (OVEST).
Se capiamo i motivi di queste contrapposizioni forse possiamo intuire la logica costitutiva del mandala:
1) la scarsa vitalità sessuale è considerata un ostacolo insormontabile nel tantra, e questo è abbastanza logico, ma perchè paragonarla alla ricerca della soddisfazione sessuale?
Risponderò con un'altra domanda: perché qualcuno sente il bisogno di dedicare la propria esistenza alla ricerca del piacere?
Il piacere per il Tantra è insito nell'esistenza stessa, è una delle caratteristiche fondamentali dello stato naturale (sahaja) dell'Uomo. Ricercare il piacere in luoghi e persone sempre diverse significa essere incapaci di godere dell' esistenza e credere che la forza del desiderio sia un qualcosa di altro da sé. Ecco perchè lo scarso appetito sessuale e la frenetica ricerca di partner diversi (ad esempio) sono entrambi da considerare sintomi della carenza della qualità fondamentale dello yogin tantrico: la "virilità".(N.B. facciamo attenzione che la parola sanscrita è vīryā che significa vigore sessuale, la traduzione virilità, comunemente accettata può far pensare ad una qualità prettamente maschile, mentre nel tantrismo non si fa alcuna differenza di genere.)
2) la fedeltà coniugale intesa come il continuo rinnovarsi del desiderio in un rapporto di coppia non è certo cosa negativa, nè é un'ostacolo alla realizzazione, anzi, i siddha come Goraksha e gli Yogin tibetani, i togdenma, ad esempio, fanno coppia fissa con una yogini e i figli nati dalle loro pratiche tantriche sono considerati degli esseri speciali, degli yoghinibhu. Ma se viene imposta (o autoimposta) dalle leggi, dalle consuetudini, dalle regole religiose può portare alla repressione più o meno volontaria, del desiderio sessuale, e reprimere il desiderio causa disastri. Può sembrare strano, ma anche la volontà di mantenere unita una coppia può portare alla perversione. Per praticare il tantrismo occorre svincolarsi da ogni genere di pregiudizio, morale ed estetico, alla ricerca dell'innocenza originaria.
Teoricamente ogni pratica che provoca "l'effervescenza dei sensi", può trasformarsi in una "tecnica operativa". L'orgia, l'uso di droghe o la visione di un tramonto per un tantrico sono strumenti con la medesima funzione e la medesima "dignità", ma per essere in grado di utilizzare lo tecnica operativa "orgia" o la tecnica operativa "droga" occorre essere veramente liberi dai condizionamenti, dai vincoli, dai pregiudizi. In caso contrario lo strumento di liberazione si trasformerà automaticamente in strumento di dannazione.
Facciamo adesso l'esempio di una coppia di lunga data, in crisi per il calo del desiderio ( calo fisiologico direbbero i sessuologhi) che per risvegliare il fuoco sopito comincia ad usare dei sex toys, ad assumerei stimolanti chimici, a frequentare locali per scambisti ecc. ecc. e supponiamo (breve parentesi per eliminare ogni dubbio di eventuali pregiudizi morali ed estetici: a me personalmente, se uno/a prova piacere a farsi legare con delle funi e cospargere di sterco di capra non fa nè caldo né freddo e ritengo che tra adulti consenzienti ogni pratica che non provochi danni fisici a sé e agli altri sia lecita) che la "terapia" abbia successo e che i due si ritrovino felici e soddisfatti. Il matrimonio è salvo, ma le pratiche sessuali che hanno permesso di salvarlo non hanno niente a che vedere con lo Yoga e il tantra.
Le tecniche sessuali tantriche si basano, in fin dei conti, sull'alternarsi delle fasi di "assorbimento" (quando, espirando, l'uomo si fa assorbire dalla donna e la donna si fa assorbire dall'Universo) e di "emergenza" (quando, inspirando, l'uomo osserva la donna dall'esterno e la donna ascolta l'uomo dall'interno) che porta ad uno stato non ordinario di coscienza in cui tutte le percezioni vengono unificate nel tatto. Solo così si è in grado di percepire la CAREZZA DIVINA (kundalini) e di indirizzarla nel canale mediano del corpo.
La ricerca e l'uso di oggetti, sostanze chimiche, situazioni "piccanti" allo scopo di rinnovare il desiderio rischia di mettere in secondo piano il partner rendendo protagonista del rapporto l'oggetto, la sostanza chimica o la situazione piccante e risvegliando il principale nemico della pratica tantrica: la mente immaginativa.
Se la visione della mia partner mascherata da wonder woman mi eccita e porta ad un rapporto sessuale soddisfacente per entrambi, sicuramente non faccio niente di male, anzi. però sottomettettendo il desiderio ad una fantasia, non solo corro il rischio di aver bisogno, in seguito, di sempre nuovi stimoli per eccitarmi, ma perdo il rapporto con la verità del corpo.
Nella nostra società c'è una specie di mitizzazione della fantasia, vista come positiva capacità creativa. Per ciò che riguarda il sesso poi la fantasia erotica è considerata quasi una necessatà vitale.
Nel sesso tantrico non c'è spazio per la fantasia. e nemmeno per i sex toys. L'attenzione deve essere rivolta al corpo del partner, al suo respiro, al battito del suo cuore, ai gemiti che insorgono. Bisogna utilizzare la visualizzazione, magari, la vista interiore, ma mai la fantasia.
Il Tantra è la forma più alta di devozione.
Non si rende omaggio ad una divinità lontana, che ci guarda dall'alto di un paradiso inaccessibile, ma stringiamo le sue mani, anneghiamo nei suoi occhi, sfioriamo le sue labbra sin quando non diventano le nostre mani, i nostri occhi, le nostre labbra: Sa'Ham, io sono Lei.
Lo yogin tantrico guarda alla yogini con venerazione. Il sesso deve essere un rito sacro e le grida degli amanti una preghiera. Ogni volta che un elemento esterno, un pensiero, un gesto inutilmente violento, minano la sacralità del rapporto, trasformando uno dei due in un oggetto sessuale, si perde l'opportunità di entrare nella Città di Dio.
- continua.....
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:33
Inviato da: esternoluce
il 15/01/2016 alle 17:35
Inviato da: Davide
il 15/05/2015 alle 09:17
Inviato da: Dario Bernardi
il 11/01/2015 alle 11:59
Inviato da: Lancelot2014
il 28/06/2014 alle 01:35