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Doveva essere il giorno della giunta e soprattutto quello del riscatto di Paolo Perrone, neo sindaco di Lecce costretto dai capricci della Poli a prendere tempo sulla nomina del nuovo esecutivo. L’ultimatum imposto ai partiti della coalizione di centrodestra per offrire indicazioni e correttivi, e che scadeva ieri a mezzogiorno, è rimasto solo nelle intenzioni dell’esponente di Forza Italia. Ma soprattutto è stato snobbato dall’ex primo cittadino e coordinatrice regionale di An, che ha rinviato ogni discussione a lunedì prossimo. E Perrone, suo malgrado, anche questa volta si è dovuto adeguare, restando ancora una volta sotto scacco della Lady di ferro. Così, niente giunta e crisi politica che si fa sempre più acuta. In una nota diffusa dall’ufficio stampa di Palazzo Carafa il Perrone-pensiero: «Prendo atto che i Partiti e le liste che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco, a seguito della fase di confronto sui criteri di composizione della Giunta, nella loro configurazione complessiva di coalizione ed insieme di forze chiamate al governo della città, al momento non sono riuscite a comporre il quadro definitivo per la formazione dell’esecutivo. Sullo schema di giunta da me prospettato non c’è l’unanimità delle adesioni da parte delle diverse componenti della coalizione. Questo mi induce a ulteriori riflessioni e valutazioni personali nelle prossime ore, riflessioni e valutazioni di cui comunicherò gli esiti nella giornata di lunedì». Tutto rinviato a domani, quindi, ammesso che Alleanza nazionale, ovvero Adriana Poli Bortone, riesca a spuntarla sul numero di assessori da far sedere nel nuovo esecutivo. Cinque sono quelli offerti da Perrone, con assegnazione di deleghe anche “pesanti”. Ma il criterio adottato dal neo eletto sindaco, un assessore ogni due eletti, non piace per nulla all’ex primo cittadino, che sulla base del buon risultato elettorale conseguito (nove consiglieri eletti e leadersheep cittadina confermata per la seconda volta consecuitiva) rivendica maggiore visibilità all’interno dell’esecutivo. Visibilità che non significa esclusivamente un sesto assessore, ma anche la Presidenza del Consiglio, che invece Paolo Perrone vorrebbe consegnare nelle mani di un esponente del suo partito, che di assessori in giunta ne porterà tre. Piedi puntati, quindi, da parte della Poli, la cui decisione, quella di rinviare ogni scelta a lunedì, ha messo ancora una volta in ginocchio Perrone, costretto ad adeguarsi alle scelte di Alleanza nazionale, come già successo quindici giorni addietro con il vertice fra le forze politiche di centrodestra fatto saltare dall’europarlamentare per la presenza al tavolo delle trattive dei dissidenti di An confluiti nella lista civica “La città”. Sull’ennesimo rinvio della nomina del nuovo esecutivo è intervenuto il capo dell’opposizione a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo. Il quale parla di «commedia buffa giunta all’ennesimo capitolo». Lo sfidante di Perrone uscito sconfitto alle amministrative di primavera punta l’indice contro il neo eletto sindaco. «Il sindaco Perrone come paventato ormai da tutta la città non riesce a governare la sua stessa maggioranza, che lo ha infatti costretto a rimangiarsi l’ennesimo impegno assunto con i leccesi solo due giorni fa».

14/07/07
Salvatore Costa