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C’è un argomento sul quale l’Italia registra un enorme ritardo rispetto
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FIORE
E qui, se mai verrai, l’estate
quietamente si sfanno gli obelischi
e cattedrali come sortilegi
consumano in esilii avventurosi.
Prossimi alle scogliere noi
parleremo del Sud, dell’Europa,
dell’uggia e del campo di tabacco
che avanza in bilico tra noi e il mondo.
il Salento in poesia. Ieri e oggi.
(in foto, il menhir di Carpignano)
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SOTTO SCORTA
MA I SOGNI SONO VIRTUALI?
Perché
non ricordo
mai i miei sogni?
E lo è oltre l'irrinunciabile piacere del sogno, quando diventa ipotesi ma realizzabile.
"La città latente è una riflessione a voce alta sulla città, ma con una forte carica concreta, di 'buon senso' - sottolinea l'architetto Canali - è una città più vivibile, più piacevole, ma senza stravolgimenti per ottenerla. Perchè a volte basta ritoccare, collegare, disvelare quello che abbiamo sotto gli occhi e che ci sta distrattamente accanto, per ottenere buoni risultati."
"La ricerca utopica è parte del nostro mestiere - afferma- ed è un piacere che si coltiva proprio in ambito accademico. Del resto è questa una delle funzioni dell'Università, soprattutto se si indagano temi concreti, i cui risultati potranno poi essere offerti alla comunità entro la quale si opera. Ecco allora che una mostra come questa è insieme esercizio accademico e consueto progetto, salvo che non esiste un committente se non l'intera città, anche se in modo virtuale..."
"Non più di quanto lo sono gran parte delle città italiane o europee. Ed à una latenza motivata non solo da incuria ma anche dalla profonda modifica del tessuto urbano avvenuta nei decenni piu` recenti - spiega Canali - Pensiamo alle aree protoindustriali ecc. Con un impegno di immaginazione e di entusiasmo per la propria città si può però rivelare ed evocare al pubblico quel qualcosa di uguale-ma-diverso che sta appena 'sotto', 'accanto'... Non per mettere da parte problemi ben più drammatici e urgenti (dalla viabilità alle residenze per i meno abbienti, all'immigrazione), ma perché questa è un' utopia possibile.."
Prima di allora l'interno viveva al massimo al massimo di piccole flessibilità, di timide meccanizzazioni del mobile.
La furia futurista ha aperto all'interno italiano la strada della a tre. reciprocità, dello scambio dinamico. Da allora, oggetto, spazio e comportamento hanno continuato a dialogare