Tutti vorremmo che il nostro passato fosse pregnate . Quelli che come me erano piccoli negli anni '80 devono proprio fingere bene con sé stessi, per farlo; io proprio non ci riesco. Un senso di incompiuto e di fatuo aleggia e opprime nello stesso tempo. Pare che gli anni di piombo abbiano spazzato via tutto. Il professore parlava. Sembravano aver vissuto tutto loro: I GRANDI, quelli che adesso non mollano il potere. Riuscivo perfino ad essere un esempio per qualcuno, nell' 85, scioperi a scuola, discorsi in publico.Ma la coesione tra studenti e operai era finita . Lo sentivamo. Sopsesi come dentro ad una bolla.
Avremmo voluto forse, che fossero più duri difficile passarne indenni, sopratutto per un meridionale con evidenti LIMITI,
Non volevo figli, altri esseri che soffrissero come me . Poi non so cosa successe,vince la Vita. Non con Moro,lessi, foto, vissi a Roma, tessi tele. Quelle che ancora si devono sbrogliare, ma che in fondo non interessa a nessuno come la strage di Piazza Fontana. L'esplosione del look, gli anni dell'effimero, i paninari, la computer music, il vuoto pneumatico e io in mezzo, la disillusione più lancinante delle altre. Ci avevano fottuto tutto, pure gli ideali, maledetti. Li avrei odiati. A volte le cose non sono come sembrano. Le valige stringevano dei sogni. Li stessi che hanno gli immigrati oggi e che non accettiamo. I giochi dei contrari, dove i giochi sono talmente tanto scoperti da poter essere scambiati con la realtà, pur se contrastante. Il vero fantasma è la perdita di sé come progetto e desiderio. L'appagamento del desiderio vissuto come senso di colpa. I fenomeni di gruppo rientrano nell'ottica personale, individuale. la logica del desiderio, contrapposta a quella del bisogno metteva in luce una generale mancanza di senso. Un grande vuoto. Godot, non ci piaci. Abbiamo aspettato a lungo, e ora? Tutti a chiederci che senso abbia la tua presenza adesso, qui. Chiusi in una soggettività come un prolungamento poetico non solo come un fatto etico, ma anche estetico
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo ...........................................
Vi sono anime fatte per domandare e altre per rispondere: la mia è una persiana verde con due occhi dietro, la mia è un remo rosso tra i vivai di cozze che il pescatore aggira sullo Ionio lentamente immergendolo in quell'azzurro che non sa mentire.
Mi, forse devi rivederlo il testo. Mi hai scritto che l'hai modificato, ma ci sono parti mancanti (almeno così mi sembra). Facciamo così: quando lo scrivi nella veste definitiva, mi avvisi e io ti linko. Un bacio. Writer.
grazie, Piuttosto frettoloso, direi; quando il passato scivola via come catrame e gli ideali volano come palloncini, non ti senti di raccontare fatti, ma di descrivere stati d'animo, e forse mi sono abituata troppo a lasciar parlare le immagini
Hai reso benissimo, proprio perchè di fretta, tutto ci scivola addosso di fretta senza suscitare emozioni, non siamo, non vogliamo, che altro ci rimane?
ti leggo da Roma, torno Domenica prossima, Godot non lo apsettiamo più nemmeno noi più vecchi di dieci anni, è pazzesco pensare che i percorsi fatti sono gli stessi, gli stati d'animo anche, sembra una condanna, abbiamo perso il filo andando dietro ad ideali che sono falliti, e a cui noi ci siamo aggrappati e lo facciamo ancora, io mi accorgo sempre in ritardo dei cambiamenti, la maggior parte delle persone che il 68 l'anno vissuto ora sono dall'altra parte e sono sicuramente peggio di quelli che dall'altra parte ci sono sempre stati, sono un po' fuso dopo dieci giorni di corso inutile, ti abbraccio forte.
Saggia decisione quella di non bruciare più le cipolle, e poi anche da bambina eri bellissima stesso sguardo stesso sorriso
antonio (vecchio tuo)
Mi è sembrato un collage di riflessioni e vissuti questo pezzo. Emerge il disincanto di un periodo vissuto come ripiegamento e perdita di valori. Più di tutto mi è piaciuta la metafora del titolo: un'attesa prolungata che diventa delusione quando il protagonista appare. Ciao, Mi. W.
Ciao Claudio, molte cose nelle quali si credevano, si sono rivelate illusioni. Molte altre sono state un inno allo spreco. Per fare qualsiasi cose c'è bisogno di risorse o energie. Loro hanno creduto. E noi? Molti miti sono caduti, Bisogna allora credere nell'uomo, fallace, e neanche mitizzare la scienza. Non è uno spaccato completamente obiettivo, piuttosto amareggiato, mi sembra, rileggendolo oggi. Godot qui si può identificare nel collettivo come nel personale.Non so gli altri, ma io spero di non mancare alle mie promesse.!
Intricato, complicato, non sopportato, come le sensazioni che hai fatto vivere attraverso le tue parole.Di una realtà difficile. Di una vita difficile.Di ricordi duri a uscire. Ecco.
Se si vuole guardare con gli occhiali del marxismo e del cattolicesimo, chiaro che non ci si vede più. Crollate le illusioni, e le pensioni, lavoriamo per mantenere vecchi e per indebitare i ns figli, Un'analisi forse un po' spietata e pessimista, Ma si pare che ci sia poco da stare allegri. A MENO CHE NON CI SI DROGHI. Difficile, partendo da quest'angolazione non sentirsi stritolati dai tempi moderni, ma l'innovazione , che pure c'è stata è stata qui completamente trascurata. Molto probabilmente non saremmo qui a confrontarci, senza di essa, quindi nonostante lo spreco, i passi avanti sono stati fatti lo stesso, mi apre e noi ne usufruiamo, Ciao ragazza impegnata :)
confesso di aver avuto qualche difficoltà nel seguire il tuo racconto...i richiami mi hanno talvolta distorto l'attenzione...
non saprei dare un giudizio ma ciò è sicuramente dovuto al fatto di non aver mai affrontato scritti originali come il tuo...
sicuramente complimenti
un abbraccio
Non ho mai pensato che sia facile esprimersi; gli animali hanno un rapporto semplice, fatto di gesti, odori, movimenti e noi lo siamo, Il linguaggio complica tutto, a volte . e si gioca anche con questo, Una sorta di multitasking del pensiero, una sfida, quasi, per far capire sensazioni, invece, temo, comuni, poiché il pensiero individuale è in rapporto dialettico con quello collettivo, qui più di ogni altra parte, converge. Grillo docet :)
Ho la sensazione che io e te dobbiamo avere all'incirca la stessa età, perché leggendoti mi è parso di leggere lo stesso senso di vuoto che provo anch'io quando ripenso alla mia adolescenza. E' un testo strano il tuo, fatto di frammenti, che secondo me riflettono magnificamente quel periodo confusionario, in bilico tra due momenti storici diversi.
Avrebbero potuto esserlo ancora di più diversi, Ti pare? inutile aspettare cose che non avverranno più. Ma sentirsi le ali tarpate su tutti i fronti per conservare il privilegio di chi si è trastullato con le illusioni e poi molto pragmaticamente ha preso tutto, lasciandoci appena le briciole....più che confusione, un incazzatura che non passa mai.
A me piace. Cosi'. Mischiato, confuso, spontaneo, aggressivo. Sara' che mi piace lo stile promiscuo che hai usato. O il fatto di aver vissuto le stesse emozioni delusioni mancanze assenza. Brava. :)
del tuo post colgo soprattutto come mio vissuto, questa frase:I fenomeni di gruppo rientrano nell'ottica personale, individuale.
Mi potresti aiutare a leggere il tuo nik?
A me ha dato l'ansia, il fiatone...Anche se non amo l'ermetismo in genere, direi che l'ho gradito...Quindi i miei complimenti, dal basso della mia competenza...
I giudizi, come anche le critiche sono tutte bene accette. Il ritmo del flusso di coscienza era quello, anche se è stato trascurato il filone dell'innovazione, la vera democrazia, l'agorà in cui si gioca adesso alla ricerca di quella vera, al di là della conclusione. Ciao
Vladimiro: Andiamo?
Estragone: Andiamo.
Non si muovono. A volte ho la sensazione che il grande affannarsi dellqa vita sia solo un'illusione, rispetto all'immobilismo dei protagonisti, immobilismo dettato, come dici tu, dalla soggettività esasperata, o forse dal sentirsi estranei allo scenario.
Estranei allo scenario. Come se si potesse fingere ancora di non vedere, tutto ciò che succede nel mondo! Sospesi in una bolla, come quando si guida per strada nell'auto, Una soggettività falsamente esasperata.
Il problema della parcellizzazione della solidarietà. Come se l'altro non fosse importante quanto noi. Nascondere a sé stessi l'interdipendenza.
E' quello che è successo dopo è stato peggio : i "grandi" disillusi hanno prodotto una generazione senza volto,senza anima,giovani bulli e "ballerine" da discoteca a soli 12 anni....Io per convinzione sono ottimista e giornalmente mi batto perchè i miei figli non scelgano la strada facile della disillusione,i buoni frutti ci sono basta cercare e non sentirsi per questo "diversi". Il testo è molto bello, amaro ma nel trionfo della "Vita" ho visto la speranza.Un sorriso
Ciò che scrivi oniceo è vero, ma quanto è difficile, quanto, non restare trafitti dalla disillusione, e quanto, x fortuna, è importante riuscire a trovare il 'diverso' ke la pensi in modo simile al nostro, aiuta a ripartire, a rendere viva la esperanza! p.s.: grazie per le vostre parole
Non so che scrivere che non sia banale…per me è stato difficile leggerti e, sicuramente, un’esperienza nuova, per il genere che utilizzi. Non ho condiviso le tue disillusioni, non ho vissuto questo senso di “incompiuto e di fatuo”. Forse per fortuna negli anni dell’effimero avevo altre cose, più importanti, a cui pensare. Dovevo lavorare per poter studiare. Non mi riconosco in questo scritto, perché non ho mai perso me, come progetto e desiderio, semplicemente sono cresciuta. Un sorriso
lavoravi già a 14 anni? complimenti! in genere quella è un'età in cui si studia e basta! Almeno per la maggior parte delle persone. Sono contenta per te che non hai vissuto disillusioni, Obiettivamente furono gli anni di un benessere che si dimostrò falso. Ma ognuno ha la sua visuale.
Ciao sine...non a 14, ho iniziato a 16 a fare dei lavoretti, perchè in casa mia eravamo in molti e passavamo un periodo economicamente troppo dificile. Forse è per quello che vedo le cose in modo diverso da te...perchè in quegli anni io ho vissuto tutt'altro che un benessere economico, ma ho avuto la fortuna di vivere un enorme benessere interiore ed affettivo. La tua risposta al mio commento mi sembra un po' "piccata", ma forse mi sbaglio. Se è così mi spiace, perchè il tuo scritto l'ho letto con grande attenzione ed interesse. Un sorriso.
Nel rapporto dialettico interno/esterno normale che emergano certe spigolosità, ritengo. Qui ognuno ha la possibilità (parziale) di leggere nella mente altrui, per quanto questa lo permetta, a me pare che una cosa non escluda l'altra. Avevo diritto alla mia infanzia felice. Chiudevo gli occhi. Riaprendoli , il disincanto
Forse troppo lungo e a tratti troppa enfasi nella descrizione dello sfacelo - questa è l'unica pseudocritica che mi sento di farti. Tutto il resto è arte, è tua ed è indiscutibile. Anche il linguaggio è bello e "sporco" come quello che ci hai raccontato e rappresenta bene la frase appoggiata al tuo blog "non ci avrete mai come volete" a cui aggiungerei un ...voi. brava. mi hai fatto venire in mente ...sid vicious
visto che ti interessa, segui il link, credo che sia uno dei migliori siti su di lui, è in portoghese ma si capisce tutto quello che c'è da capire action man
Ciao sine, il tuo è un pezzo duro e rabbioso denso di frasi come pugnali. Non c'è cosa più orribile che correre come un pazzo per poi fermarsi di colpoe accorgersi di non star rinorrendo niente o nessuno. A presto. Giò.
Quato vorrei evitare di girare a vuoto.Oggi tutto è stress, col risultato che non ti impegni a fare bene niente. Cerco di liberarmi di queste sensazioni parlandone qui. Grazie per la tua attenzione
delusione c'è stata per chi ha vissuto quegli anni aspettando e confidando in un futuro diverso, quanti ideali, iniziando dal '68..Comunque meglio averli avuti quegli ideali, alle generazioni successive non hanno dato altro . un saluto :))
penso sempre a come hanno potuto i miei mettermi al mondo dopo l'omicidio moro, le stragi di quegli anni. Vince la vita. E il decostruzionismo aveva rami forti dato che alcuni tratti sono comuni anche alla mia di generazione. Ci chiamano superficiali anche. Beso Milè
ero piccola negli anni 60/70, mi sono persa il 68 perchè andavo alle medie, ma poi mi rifeci alle superiori. pensavo di avere in pugno la vita e il mondo. e l'ho vissuta intensamente, tutta. .. non sono tipo da far aspettare. m'annoio...:-))) bello questo gioco di parole e immagini.. mag
il vuoto pneumatico elevato a cifra di consenso sociale affonda le sue radici (hai ragione) nel ripiegamento su se stessi degli anni '80... ti posso inserire tra i blog amici? vabbè già fatto... un sorriso
Anch'io ho avuto figli e debbo dire che diventare madre (a sorpresa!) è stata l'esperienza più concreta e gratificante che io abbia mai avuto. Mi ha fatto capire piuttosto bruscamente quanto erano illusorie, aggressive e anche ottuse le pretese di poter/dover cambiare il mondo, di ergersi giudici della società, dei secoli passati, di singoli politici, magistrati o imprenditori. Quanti (auto)inganni e bugie ideologiche che hanno sopportato la mia e la tua generazione (sono cresciuta a cavallo anni 70/80), magari marciando in prima fila e urlando slogan non proprio edificanti, strappando spesso vittorie di pirro che i ragazzi di oggi pagano a caro prezzo.---Ma tu sei fuori pericolo! Con l'anima che descrivi tu non te le possono raccontare, le balle, le promesse vuote...
Neanche a me Godot, il tanto atteso Godot, è piaciuto..me l'aspettavo più attraente, più profondo ed interessante...tuttavia quando si è alzato mostrando di volersi accomiatare...ecco che voglio trattenerlo...Dopo Godot, chi dovrei mai aspettare?....Bel racconto,intenso...un saluto;-)
"Ma la coesione tra studenti e operai era finita . Lo sentivamo.
Sospesi come dentro ad una bolla."Ecco la frase che più mi ha colpito, siamo coetanee ed anch'io, durante gli scioperi studenteschi degli anni '80 non trovavo il nesso e notavo che molti lo facevano solo per marinare la scuola ma poi alle manifestazioni non c'andava nessuno...ho smesso di aderire agli scioperi...i sessantottini mi perdoneranno ma io sono daccordo con Sine...testo pluri articolato ma che non stanca il lettore...bellissima la citazione ai versi di Montale....uno dei miei poeti preferiti.....grazie....un sorriso, mary
come eravamo
Questo messaggio è rivolto a tutti, nessuno escluso! Accogliendo la proposta di Claudio (alias Writer alias falco58dgl) chiediamo il tuo consenso a pubblicare su tuttiscrittori il racconto con cui hai partecipato al gioco letterario "come eravamo". Sul sito saranno pubblicati "tutti" i racconti che manifesteranno tale volontà.
Ti chiediamo anche di dirci quali sono stati, secondo te, i tre racconti migliori (escludendo quelli di SantiagoGamboa, Writer, Elliy e Kremuzio).
I migliori racconti da "voi" scelti, assieme ad altri scelti da tuttiscrittori, saranno probabilmente letti in una trasmissione radiofonica web (in streaming) a cadenza quindicinale. Di cui daremo notizia al più presto.
Per esprimere il consenso ed indicare i tre racconti da te scelti, manda una mail a tuttiscrittori@libero.it indicando nell'oggetto "come eravamo". Abbi cura di indicare il tuo nickname e quello dei tre autori da te preferiti.
Un saluto e un abbraccio, Gianfranco (alias Santiago)
E dici bene amica con le tue sviscerate riflessioni accompagnate da frasi di pregiata fattura come con Montale o Bodini che non conoscevo ed apprezzato molto.
Non è un genere facile il tuo.. è un flusso non omogeneo, di immagini e suoni e poesia...è Acqua ti torrente che porta con se, nel suo letto e nella sua foga, granelli di tutto!!!riflessioni, flash, pezzi di puzzle, ma in questo miscuglio, apparentemente confusionario, traspare quasi rabbia, o senso del perduto!!Contrasti interiori..portati alla luce da quegli anni...COMUNQUE SIANO STATI...RESTANO SEMPRE I NOSTRI ANNI....molto particolare....un bacio (vieni da me, ora?)
scritto complesso il tuo, direi, utilizza linguaggi diversi e deve impegnare la mente una scrittura così personale. Il risultato è ottimo direi. Non ti avevo mai letta prima d'ora e ti ringrazio di averti incontrata o forse ti rivedo senza riconoscerti. Gli anni dei ricordi sono quelli che più abbiamo vissuto parte dentro la realtà e parte dentro di noi...
E qui, se mai verrai, l’estate quietamente si sfanno gli obelischi e cattedrali come sortilegi consumano in esilii avventurosi. Prossimi alle scogliere noi parleremo del Sud, dell’Europa, dell’uggia e del campo di tabacco che avanza in bilico tra noi e il mondo.
quando il passato scivola via come catrame e gli ideali volano come palloncini, non ti senti di raccontare fatti, ma di descrivere stati d'animo, e forse mi sono abituata troppo a lasciar parlare le immagini
E' un testo strano il tuo, fatto di frammenti, che secondo me riflettono magnificamente quel periodo confusionario, in bilico tra due momenti storici diversi.
Estragone: Andiamo.
Non si muovono.
A volte ho la sensazione che il grande affannarsi dellqa vita sia solo un'illusione, rispetto all'immobilismo dei protagonisti, immobilismo dettato, come dici tu, dalla soggettività esasperata, o forse dal sentirsi estranei allo scenario.
Il problema della parcellizzazione della solidarietà. Come se l'altro non fosse importante quanto noi. Nascondere a sé stessi l'interdipendenza.
Riaprendoli , il disincanto
ma Attesa sia Che l'uomo incontri se stesso , che non senta di passare il tempo, ma anche protendersi oltre il Tempo
Vittorio Andreoli riguardo al suo libro Lettera ad un adolescente, che invito a leggere, e alla videointervista parla di come molti ideali osannati da loro a quei tempi si siano rivelati falsi, non veri, utopici e noi siamo cresciuti, perché loro ci han fatto crescere con quelle illusioni, deluse, appunto, ecco perché Godot non ci piace!
Reinventare tutto. Come è possibile? Non ci hanno lasciato neanche le briciole!