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I luoghi del conflitto
E' la rete dei rapporti di famiglia, d'amicizia e di quartiere, e che l'unico affidamento possibile nella continua evanescenza dele cose non costuite e non possedute, è il proprio corpo, la propira integrità e indinnità fisica e psichica. Su questa zona meno insicura si fonda la rete di strutture, il vero ambiente urbano della vicenda. Ciò non significa affatto , naturalmente, disinteresse per i muri , le strade e le case. Ma appare più profondo il desiderio e bisogno di circolarvi, stabilire un rapporto, lasciare un'impronta (eventualmente uno sfregio, una deformazione) che corrisponda alla coscienza delal permanente condizione di abitanti abusivi di una città realizzata da altri, e per altre ragioni. E' la tendenza a contare più sullo spazio della propria vita e sull'ingobro del proprio corpo che su spazi e ingombri determinati da altri, e abitati dal caso (per povertà e costrinzione). Fino al punto di costruire, con caratteri intollerabili di comportamento individuale e di gruppo, una contraddizzione che la logica della città tende a non accettare e si dispone a reprimere.
FIORE
E qui, se mai verrai, l’estate
quietamente si sfanno gli obelischi
e cattedrali come sortilegi
consumano in esilii avventurosi.
Prossimi alle scogliere noi
parleremo del Sud, dell’Europa,
dell’uggia e del campo di tabacco
che avanza in bilico tra noi e il mondo.
il Salento in poesia. Ieri e oggi.
(in foto, il menhir di Carpignano)
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MA I SOGNI SONO VIRTUALI?
Perché
non ricordo
mai i miei sogni?