Creato da dewill101 il 24/12/2007
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La crisi

Post n°2 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da dewill101
 
Tag: dewill

[…]

molto spesso una crisi è tutt'altro che folle
è un eccesso di lucidità
sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi
resta qualche traccia

infatti ultimamente rido per niente
e non mi nascondo più facilmente
e malgrado sembri male
cambia solo il modo di giudicare
(La crisi – Bluvertigo)

Siediti  nella zona scomoda e mettiti a tuo agio

Ci troviamo in crisi quando la realtà che sperimentiamo, o che intendiamo sperimentare, contraddice  l' opinione che abbiamo della realtà che sperimentiamo, o che intendiamo sperimentare. 

Esempio 1 (realtà che intendiamo sperimentare)
Ho voglia di salire in cima a quella torre ma soffro di vertigini ed al solo pensiero di farlo mi vengono i brividi.

Esempio 2 (realtà che stiamo sperimentando)
Sono in cima alla torre, perché mi ci hanno portato a forza i miei amici. Ho paura e mi sento tirare giù, non so assolutamente come farò a scendere senza svenire, meglio chiamare l’elicottero dei vigili del fuoco. Dio abbia pietà della mia anima!

In entrambe le situazioni sono in crisi. Nel primo esempio sono al confine tra zona comoda e zona scomoda; nel secondo esempio sono seduto proprio sulla zona scomoda.
Tutti pensano alla crisi in modo negativo, una condizione sgradevole dalla quale bisogna sfuggire e nella quale non bisogna mai entrare perché difficile uscirne.
E’ tutto falso. La crisi è un processo che termina, e per uscirne basta solo tenere duro fino alla data di scadenza, che purtroppo per noi non è mai segnata sulla confezione.

A che scopo entrare in crisi? Perchè essere così masochisti? Non faccio prima ad evitare la crisi, evitando le situazioni che me la provocano?

Il bello è proprio qui, stupido lettore che non sei altro, la crisi porta cambiamento perchè quando sarà terminata, riuscirai a sentirti a tuo agio nelle stesse situazioni che prima mettevano in crisi.

La zona che ti era apparsa scomoda è ora confortevole.

Allora che aspetti brutto idiota, buttati nella zona scomoda e mettiti a tuo agio!

“Prego signore, si scomodi pure!”

Come gestire una crisi quando sei, metaforicamente, su una zattera in mare aperto durante una tempesta senza cibo né acqua e ti scappa pure la cacca

Essere in crisi è un po’ come essere un marinaio che abbandona la propria nave che sta affondando, costretto ad affrontare il mare in tempesta con una misera scialuppa di salvataggio.
Da questo punto di vista sembra impossibile uscirne vivi; in realtà la crisi è un gioco, devi solo gestirla per un certo periodo di tempo, ed una volta conclusa ti avrà portato, senza che te sia accorto, sulla terra ferma esattamente dove volevi arrivare.
Qui di seguito il modo di gestire una crisi, che potrebbe diventare anche il tuo, oppure potrebbe essere inadatto a te. L’importante non è tanto il modo ma buttarsi dentro la zona scomoda, perché il modo arriverà da sé, basta solo avere ben chiari i propri obiettivi e dove si vuole arrivare.

1 - La visione distorta

Per prima cosa è necessario tenere presente che, nel corso di una crisi, la visione  della realtà è distorta; essa ti appare come segretamente complottante nei tuoi confronti.
Inutile dire che se ti fossi mangiato 1 etto di funghi magici, l’effetto allucinogeno ottenuto sarebbe stato inferiore all’effetto che stai sperimentando nel momento di crisi. Il modo migliore è evitare di concentrarsi troppo sui propri pensieri.  Concentrati invece sui tuoi obiettivi e convinciti che tra qualche tempo sarà tutto finito e tutto andrà per il meglio. Ripeto, la crisi ha una data di scadenza, è un processo che inizia e termina come per magia.
Attenzione: nel momento stesso in cui penserai questo, il tuo cervello se ne uscirà con frasi del tipo: “Andrà tutto bene?!? Come per magia?!?Ma che cazzo dici,  tutto bene un corno!!! La mia vita sta andando a rotoli!! Anzi la mia vita è il rotolo di carta igienica col quale Dio si sta pulendo il culo! Devo fare qualcosa!!”. Così ti ritroverai a fare qualcosa. Ora, prova a pensare a cosa succede quando fai qualcosa in preda alle allucinazioni, succede un disastro, esattamente quello che non sarebbe dovuto succedere, e così ti ritrovi ancora più in crisi; qui ci colleghiamo direttamente al punto due.

2 - Evitare di fare qualcosa

Durante una crisi è meglio evitare di fare qualcosa. Con questo non intendo evitare di fare esperienze, tutto l’opposto, fai esperienza con la consapevolezza che sei in crisi e per il momento è necessario che accetti i tuoi limiti. Bisogna tenere bene presente che si è in crisi proprio perché si sta cambiando. Quando restiamo dentro i nostri sicuri confini già sperimentati mille volte, non accade nulla. Ma se mettiamo il piede oltre la linea di confine, succede un disastro. Prova a pensare per un momento di buttarti con il paracadute; ti balzeranno alla mente pensieri come “Oddio, potrei rischiare la vita e morire, meglio evitare!”.

 3 – La realtà è quello che pensi

L’insicurezza di chi va oltre i propri confini è normale, è la paura dell’ignoto. “Sono sulla linea di confine, e sto per affrontare l’ignoto. Ho messo il piede oltre la linea di confine, sto per iniziare una nuova esperienza, ho già i brividi, ce la farò? Oddio, non ce la faccio è troppo doloroso!”.
L’esperienza che si compie riflette quello che si pensa e quello che si pensa e la paura che sta sotto a quello che si pensa non è ben chiara nemmeno a chi la pensa (Hai capito qualcosa di quello che ho scritto?! Nemmeno io…”).
In poche parole, sei insicuro perchè ti trovi in una nuova situazione  cosa pretendi, che ti riesca tutto bene  subito al primo colpo?
Da aggiungere che sperimentando l’insicurezza di una situazione, ci si potrebbe convincere che quella insicurezza durerà per sempre o si verificherà ogni volta che sperimenteremo quella stessa situazione. E’ una convinzione sbagliata, perché l’insicurezza calerà mano a mano che ripeteremo l’esperienza, fino ad annullarsi.

4 - Diventerò un ottimo chirurgo

Puoi diventare un ottimo chirurgo anche se hai paura del sangue. La cosa da fare è prendere confidenza con il sangue. Vai dal macellaio, acquista una bistecca cruda ed invece di mangiarla, prendila in mano, toccala, spremila e spalmatela in faccia, lasciando che il sangue ti sporchi tutto il viso. Non è un rito satanico, stai solo prendendo confidenza con il sangue. Dopo un po’ constaterai che non c’è poi tanta differenza tra la carne di vitello e la carne umana e che non è poi così male tutto questo sangue che sgorga.
Poi potresti prendere un giorno di ferie, recarti all’ospedale a donare il sangue, oppure assistere ad una operazione chirurgica. Probabilmente in entrambi i casi sarai assalito da conati di vomito, e mancamenti. Ma non farti prendere dal panico, pensa che tutto passerà non appena prenderai confidenza con l’esperienza. Magari dovrai farlo altre 30 volte ma piano piano passerà. Ritenta e sarai più fortunato!
L’importante è avere chiari i propri obiettivi e dove si vuole arrivare!

5 - Fallire è bello

In passato, quante volte sei stato costretto a fare una esperienza che inizialmente ti sembrava dolorosa ma che poi si è rivelata, mano a mano piacevole? Pensa al primo giorno di scuola, probabilmente avevi mal di pancia, eri titubante all’idea di conoscere nuove persone, ti veniva da vomitare. Inutile dire che la paura che avevi era infondata, visto che hai terminato gli studi ed hai deciso di intraprendere la carriera universitaria. Nel caso tu abbia abbandonato gli studi proprio perchè avevi paura, fatti tuoi, avresti potuto affrontarla, cagasotto che non sei altro! La vita è magica, e la magia della vita consiste proprio in questo, decidi tu se un’esperienza sarà positiva o no. Tieni presente una cosa: sia nel fallimento che nel successo c’è una lezione da apprendere.
Se devo scegliere preferisco il fallimento perché mi da sempre qualcosa in più, è emozionalmente più carico di negatività, e le lezioni sono più chiare. “Dovevo fare così, finalmente l’ho capito, ho sbagliato tutto; ora ricomincerò la mia vita da zero ma con questa nuova consapevolezza. Sono stato un idiota!”
E quindi caro lettore:

Fallisci con stile,
e verrai ripagato,
se  la lezione hai imparato,
il successo è assicurato.

 
 
 

Lo specchio

Post n°1 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da dewill101
 
Tag: dewill

nar|ci|sì|smo
s.m.
1 TS psic., atteggiamento spesso patologico di chi ammira solo se stesso e il proprio corpo | investimento della libido sull’io, che rende impossibile un amore oggettuale
2 CO estens., eccessiva ammirazione di sé; egocentrismo, vanità

Io sono uno specchio

Lo specchio riflette la tua immagine facendoti apparire per quello che sei; tuttavia guardando la tua immagine riflessa nello specchio, il tuo pensiero obiettivo potrebbe essere condizionato e portarti in uno stato allucinatorio: puoi avere un corpo da top model ma giudicarti grassa, puoi essere effettivamente grassa ma nella erronea convinzione di potere morire di fame se salti un pasto. Potresti inoltre basare le tue convinzioni su quelli che sono i canoni imposti dai mass media e vederti brutto, pelato e con il pisello piccolo oppure le tette piccole e le coscie grosse. Lo specchio riflette ciò che sei, ma tu, sei pronto a vedere quello che sei veramente e ad accettare la tua visione distorta?

Questo blog è per te, riflette la tua inadeguatezza, la stupidità del tuo modo di pensare, qualsiasi esso sia, le tue malattie mentali. Questo blog è come me, perché io stesso per te, sono malato di mente.

[…]

Se due persone pensano reciprocamente che l’altra sia pazza, quale delle due è pazza?

Prendendo un gruppo di 7 persone, se 6 pensano una cosa ed 1 sostiene esattamente il contrario, di chi sarà la verità? Nel caso di persone e di relatività del pensare, si può parlare di assolutezza di pensiero in riferimento al gruppo di 6, semplicemente perché aggrega un numero maggiore di persone? Oppure parliamo di regime totalitario? Se sì, è fascista o comunista?

[…]

Lascia tutto ciò che pensi della realtà, le tue preoccupazioni, i tuoi pensieri sull’amore, l’odio che provi nei confronti dei tuoi genitori, il tuo karma con il sorriso di Buddha e tutti i dogmi con la collera di Dio. Lascia inoltre tutto quello che ti va di lasciare.

Quello che ti accadrà non ti piacerà.

Il dispiacere sarà identico al dispiacere che provi per te stesso.

Ricordi lo specchio?

 
 
 

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