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IL MACABRO BUSINESS DELLE MAJOR DISCOGRAFICHE


Ci risiamo nel cinico mondo delle major discografiche la morte di un'artista diventa sinonimo di vendite.   Stavolta è toccato a Whitney Houston.  Basta pensare alla canzone "I Will Always Love You" per capire ciò che succede quando a morire sono le dive del pop, il singolo è infatti primo in classifica tra i brani più scaricati. Vendite da coccodrillo, fan dell'ultima ora, web impazzito. Su  iTunes ed Amazon  i singoli della Houston occupano dieci delle prime venti posizioni, il suo Greatest Hits è al secondo posto insomma un record. Quello della Houston è un fenomeno ricorrente, già visto con Michael Jackson e Amy Winehouse, che non sorprende più di tanto. Quando un divo della musica muore, le vendite dei suoi dischi vedono una crescita sensibile. Molte volte le major discografiche pianificano (cinicamente, ma la legge degli affari non contempla la pietà) vere e proprie operazioni commerciali e di revival, con la re immissione sul mercato della discografia completa dell'artista. A tornare in auge anche il duetto che la Houston fece con Mariah Carey la notte degli Oscar in cui vinse come miglior canzone per il film animazione Il Principe d'Egitto. Aspettando alcuni inediti, schegge di note che diverranno album si attende anche il film Sparkle, una commedia musicale remake dell'omonimo film con Irene Cara del 1976, che la Houston aveva appena finito di girare. Sarà anticipato dicono gli addetti ai lavori?  C'è da scommetterci,  viene da dire, se passerà troppo tempo il macabro business potrebbe perdere smalto ma questo è il prezzo, forse, troppo alto del mito dopo la morte.Ma si può fare della contabilità con la scomparsa di un essere umano?Pubblicato da Staff Radio DgVoice, Rossella.