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TARANTOLA COME APERITIVO, .... E PER DESSERT?


Potrebbe essere maiale, pollo, formaggio. Invece è proprio una tarantola che il protagonista della foto sta gustando in Cambogia. Ne vanno pazzi e non è difficile trovare banchetti  al mercato colmi di questo succulento snack.Nutrirsi di insetti è una pratica comune a molti popoli nel mondo. Tutti abbiamo le nostre preferenze e tutti dobbiamo mangiare. Per quanto  i gusti europei possano sembrare distanti o discordanti, il criterio delle portate  in fin dei conti è piuttosto omogeneo. La curiosità, però, ci spinge spesso, quando avviciniamo altre culture diverse dalla nostra,   a "sbirciare" nell'altrui piatto.Per la nostra cultura può risultare aberrante, ma devo dire che anche molti dei nostri  cibi potrebbero sortire lo stesso effetto su altri popoli.Qualche esempio: un inglese non mangerebbe carne di cavallo,  un islamico non toccherebbe quella di maiale, per gli americani il nostro gorgonzola è un formaggio ammuffito da "buttare", per non parlare del Cazu Marzu,  specialità culinaria sarda, molto apprezzata dai gourmet, ma se volessimo fermarci ad interpretarne il nome,  probabilmente,  saremmo restii  ad assaggiarne un pezzetto.
Volendo fare un salto a zig zag tra le culture  del globo terrestre, ho trovato molto singolare  "i ratti pechinesi". Purissima carne di pantegana che mangiano in Cina, Tailandia e Corea del Nord.Una  vera e  propria sfida al nostro gusto,  poi, ci  sono le Larve. Come non ricordare la dieta insettivora di Timon e Pumba del Re Leone?  Si  mangiano in Asia ed in Messico, ricche di proteine e gustosissime da fritte, ...dicono!Non poteva non farmi venire l'acquolina in bocca la "crespella di vespe" un' altra pungente delizia che viene dal Giappone e per seguire Blatte e alchechengi , squisitissimi aperitivi, giusti per queste nostre prossime serate in terrazza.
Di sicuro, molti di noi possono giurare di non aver mai mangiato insetti, a meno di non cavalcare una moto a 200 km l'ora in piena campagna e con la bocca aperta .^____^Certo è che se, come diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach,  noi siamo quello che mangiamo, c'è di che rimanere affascinati dai piatti tipici dei nostri simili.Comunque sia, secondo me, l'importante è,  volendo sperimentare per una questione di curiosità culturale, non dare giudizi di tipo morale, tutto sommato chi è che stabilisce che una cosa è buona e l'altra non lo è?Mia nonna, quando mi vedeva storcere "il musetto" davanti ad una portata non del tutto di mio gradimento, soleva dire  sovente:  mangia che è buono!...solo ciò che non entra in bocca...fa male!"Pubblicato da Redazione Radio DgVoice, Susanna.