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ASSISTENTI ALLA "SENSUALITA'" DEL DISABILE: UNA NUOVA PROFESSIONE?


 Bologna riconosce un "comitato per la realizzazione di iniziative popolari per l'assistenza sessuale ai disabili" Al via i lavori per il riconoscimento ufficiale di questa professione.Con il sito assistenzasessuale.it.
Max Ulivieri, web designer affetto da una gravissima disabilità, da anni si batte per ottenere il riconoscimento professionale dell'assistente sessuale per disabili.Ostico l'argomento è spesso visto con molti pregiudizi culturali che rendono la battaglia di Max opera per niente facile. Un primo importantissimo passo c'è stato,  l'associazione da lui creata,  è  stata riconosciuta in qualità di "associazione di volontariato".L'assistente sessuale per disabili è una figura esistente e riconosciuta in molti paesi europei: Olanda, Germania, Austria, Svizzera e Danimarca ne vedono riconosciuta la professionalità istituendo corsi di formazione con tanto di diploma. L'assistente partecipa a corsi di aggiornamento, deve seguire un codice etico, questa è una figura che esiste ed è serenamente accettata culturalmente. Intervistato Ulivieri, alla domanda su cosa sia l'assistente sessuale risponde :" Le persone con disabilità possono vivere la sessualità come tutti gli altri. Tutti hanno questo diritto anche perché credo che vivere l'emozione che il corpo può dare faccia bene a tutti, anche a chi ha delle disabilità" e ancora " Ci sono disabilità che non consentono nemmeno l'autoerotismo e la conoscenza del proprio corpo. A volte un disabile non crede di poter vivere a pieno una vita sessuale, cosa che è capitata anche a me quando ero più giovane. Ma anche chi è disabile un corpo lo ha e a me piacerebbe che le persone possano vivere queste emozioni in qualche modo. Ecco, l'assistente sessuale dovrebbe occuparsi di questo"L'assistente sessuale  ha dunque il compito specifico di aiutare i disabili a vivere serenamente il rapporto con il proprio corpo. Alcuni disabili vivono tranquillamente storie d'amore e quindi sperimentano una regolare vita sessuale, ma altri non hanno mai avuto questa possibilità, è anche vero che molto   dipende dalla definizione psicofisica della disabilità.Tanti i pregiudizi e le difficoltà, l'associazione ha bisogno di un vero e proprio riconoscimento della professione  a livello burocratico e giuridico. "Si potrebbe provare comunque a specializzare coloro  che già si occupano di assistenza e cura, qualora lo desiderassero. Facile cadere nel tranello di credere che queste persone sfruttino il corpo della donna" continua Max " ma non è così. Per tanto tempo la sfera della sessualità è stata negata a priori ai disabili, ma questo non toglie che costoro abbiano  un corpo che può dare e  ricevere sensazioni, come viene fuori dal film "The Session" sicuramente sarebbe un modo per dare speranza aiutando psicologicamente coloro che il corpo lo vedono più come una sorta di condanna."Attualmente c'è un progetto di legge di iniziativa popolare che stanno sostenendo alcune forze politiche, ma Max è consapevole di quanta strada bisognerà percorrere in tal senso.Contrari o favorevoli all'iniziativa, credo che tutti abbiano il diritto di scegliere!Pubblicato da Redazione radio DgVoice, Susanna.