DIFESA AMBIENTE

ACQUA MINERALE: IN BOTTIGLIA O DAL RUBINETTO?

ALTISSIMA, PURISSIMA, CHE SA DI PRIMAVERA, POVERA DI SODIO, LEGGERISSIMA, L’ACQUA CHE DEPURA... ??

Americani e italiani in testa, seguiti a ruota dal resto dei Paesi industrializzati, bevono sempre di più acqua in bottiglia.

Ma cosa c’è alla base che spinge a preferire acqua in bottiglia a quella de rubinetto?

Quanto incide l’uso di acqua in bottiglie di plastica sul deterioramento dell'ambiente?

Abbandonare l'uso dell'acqua minerale a favore di quella che scende dai rubinetti è una saggia decisione a favore dell’ambiente e della nostra salute.

In Europa, primo tra tutti il comune di Roma, dopo 250.000 prelievi dai propri acquedotti ha deciso di rendere pubblica la carta d'identità della propria acqua che risulta essere buona, fresca e molto meno dispendiosa (da 100 a 1.000 volte meno) rispetto all'acqua in bottiglia.

Ogni anno, nel mondo, si consumano 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua (necessari per la lavorazione della plastica) per produrre 154 miliardi di litri di acqua minerale in bottiglia. E questo alimenta un enorme business che oggi ha raggiunto i 100 miliardi di dollari all'anno e che continua a crescere, visto che dal 1978 ad oggi è aumentato del 2.000%

Paradossalmente, laddove dai controlli dell'acqua da rubinetto questa risulta tra le migliori al mondo si ha il consumo pro-capite di acqua in bottiglia più elevato del pianeta.

Ma perché si è arrivati ad un uso così elevato dell'acqua in bottiglia?

-Perché è stato alimentato da veri e propri miti. Molto spesso si pensa che le acque delle sorgenti siano sempre purissime rispetto ad ogni altra riserva d'acqua. Ma non è assolutamente vero. Le acque vicino alla superficie, infatti, possono raccogliere inquinanti che difficilmente si trovano nelle acque pescate dai pozzi municipali a centinaia di metri di profondità". Dai rubinetti, almeno dei Paesi industrializzati, esca acqua realmente potabile è accertato dalle severe leggi che riguardano i controlli e il contenuto delle sostanze permesse, che per molte di esse sono più restrittive rispetto a quelle delle acqua in bottiglia.
Per produrre una bottiglia di acqua si produce anche inquinamento.
Per produrre 1 chilo di Pet (polietilen-tereftalato), la plastica usata per le bottiglie, sono necessari poco meno di 2 chili di petrolio e 17 litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell'atmosfera 2,3 chili di anidride carbonica, 40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo e 18 grammi di monossido di carbonio. A cui poi va aggiunto l'inquinamento per il trasporto, visto che solo il 25% delle acque in bottiglia bevute in un Paese provengono dalle industrie nazionali, le altre devono varcare uno o più confini. Un camion può trasportare circa 26.500 litri (17.667 bottiglie da 1,5 litri), sono necessari ogni anno oltre 280.000 viaggi. E ancora: imballaggi e bottiglie devono essere smaltite; le Regioni spendono molto di più per lo smaltimento delle bottiglie di quanto ricavano dalle irrisorie concessioni per il prelievo dell'acqua. Forse vale la pena rifletterci. Alcune aziende lo stanno già facendo, promettendo l'uso di materiali biodegradabili per il packaging...

Ma non sarebbe il caso di ridurre tanto spreco di risorse e di energia?

VDS