Creato da Difesambiente il 11/01/2008

DIFESA AMBIENTE

Diffondere la cultura del rispetto della natura

 

 

SCOSSA DI TERREMOTO DI 5,2 GRADI NELL'APPENNINO EMILIANO

Post n°43 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da Difesambiente
 

Alle 16.25 del 23 dicembre si è verificata una forte scossa di terremoto nell'Appennino tra Parma e Reggio Emilia di magnitudo 5.2 gradi della scala Richter a 15 km di profondità. La zona è periodicamente interessata da eventi di questo genere ma, secondo il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) - Enzo Boschi, non destano grosse preoccupazioni per quanto concerne il verificarsi di episodi di forte intensità.
Il sisma è stato avvertito in gran parte dell'Italia centro-settentrionale ma non ha provocato grossi danni.

Una navata di una chiesa è crollata per fortuna senza conseguenze, e sono in corso verifiche sugli edifici piu' vulnerabili e storici, come castelli e chiese, anche per garantire le celebrazioni in sicurezza delle S. Messa di Natale.

La prima scossa è stata seguita finora da una cinquantina di altre scosse di assestamento minori, di cui una nella serata di ieri di magnitudo pari a 4.9 gradi a oltre 30 km di profondità.

Terremoti

 
 
 

Mappe della NASA per sfruttare l’energia eolica negli oceani

Post n°42 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da Difesambiente
 

I ricercatori della Nasa hanno messo a punto delle mappe basandosi sui dati raccolti nell’ultimo decennio satellite QuickScat che rivelano quali aree oceaniche potrebbero essere maggiormente sfruttate per generare energia dal vento.

Il satellite permette infatti di registrare velocità, direzione e forza dei venti in prossimità della superficie degli oceani. Se le aree oceaniche più ventose venissero dotate di impianti eolici potrebbero generare 500-800 watt per metro quadrato.

Le tecnologie attuali permettono già la costruzione di impianti eolici galleggianti che, tra l’altro, hanno un impatto ambientale inferiore rispetto a quelli realizzati sulla terraferma.

 
 
 

NUOVO DECRETO UE SULLE PILE

Post n°41 pubblicato il 21 Novembre 2008 da Difesambiente

Liberalizzata l'attività di raccolta e riciclo.
Un sistema di raccolta e riciclo di pile e accumulatori che concilia tutela dell'ambiente e libera concorrenza sul mercato. Con queste parole d'ordine è stato licenziato dalle Commissioni di Camera e Senato il testo di recepimento della Direttiva Europea 66/2006 sulla raccolta e il riciclo di pile e accumulatori. Il testo ha confermato l'impostazione dello schema presentato dal ministero dell'Ambiente di concerto con il ministero dello Sviluppo Economico. Il testo, licenziato lo scorso 12 novembre con parere favorevole dalle due commissioni, si fonda su 4 punti salienti. Viene ribadita la libertà di iniziativa economica: qualunque operatore potrà organizzare autonomamente un'attività di raccolta e riciclo dei rifiuti di pile e accumulatori. Si afferma inoltre il ruolo ambientale del Cobat, il Consorzio obbligatorio Batterie Esauste, attivo da vent'anni, e che continuerà sia nel suo ruolo di salvaguardia ambientale che di monitoraggio dei flussi dei rifiuti. E' specificata la sussidiarietà del ruolo del Cobat, che interverrà nelle fasi della raccolta e del riciclo solo nei casi in cui venga meno l'interesse economico delle società presenti nel mercato, ad esempio per il calo del valore delle materie prime riciclate, come nel caso del piombo. Infine viene confermato in capo ai produttori di pile e accumulatori il finanziamento mediante il Contributo Ambientale, da versare al Cobat, parte del quale sarà restituito alle imprese che svolgono attività di raccolta e di avvio al riciclo dei rifiuti di pile e accumulatori. Il Sistema dovrà garantire al 2012 un tasso di raccolta minimo del 25% del quantitativo immesso sul mercato; al 2016 la raccolta dovrà raggiungere almeno il 45%. Inoltre, il testo del decreto conferma il divieto dell'immissione sul mercato di pile ed accumulatori che non soddisfino i requisiti che minimizzano il contenuto di mercurio (non superiore allo 0,0005% in peso) e cadmio (non più dello 0,002% in peso). Vengono assegnate ad un Comitato di Vigilanza e Controllo le funzioni di monitoraggio sull'attuazione del decreto stesso; con relazioni periodiche, il ministero dell'Ambiente trasmetterà alla Commissione Europea aggiornamenti sull'attuazione del provvedimento.

 
 
 

RISPETTARE LA NATURA

Post n°40 pubblicato il 03 Novembre 2008 da Difesambiente


Grazie alla Natura
vive ancora l'umanità
l'umanità sta distruggendo
la Natura e ..... muore
salviamo le piante oggi
per la vita dei figli domani

 
 
 

SEIS: sistema comune di informazione ambientale dell'Unione Europea

Post n°39 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da Difesambiente

Per attuare politiche efficaci sono indispensabili informazioni tempestive, affidabili e pertinenti sullo stato dell'ambiente, che consentano di capire, ad esempio, come sta cambiando il clima, se lo stato delle acque europee sta migliorando e in che modo la natura sta reagendo all’inquinamento e al mutamento di destinazione dei suoli.
Queste informazioni devono essere accessibili a tutti ed essere facilmente comprensibili. A tal fine la Commissione propone di migliorare e rendere più moderni e più razionali i sistemi di informazione esistenti, mediante l'istituzione di un Sistema comune di informazioni ambientali.
L'obiettivo è duplice: collegare meglio tutti i sistemi di raccolta dei dati e i flussi di informazione esistenti tramite l'utilizzo di strumenti moderni, come internet e le tecnologie satellitari, e passare da un sistema di comunicazioni cartacee ad un sistema in cui i dati siano accessibili agli utenti alla fonte in modo aperto e trasparente.
Il commissario per l'ambiente Stavros Dimas ha dichiarato:

"La disponibilità di informazioni tempestive, pertinenti e affidabili sull’ambiente è assolutamente necessaria per consentire ai responsabili politici di far fronte ai problemi ambientali del nostro tempo. Ma non è sufficiente. I nostri cittadini hanno il diritto di conoscere la qualità dell'aria e dell'acqua del luogo in cui vivono e di sapere se inondazioni, siccità e inquinamento minacciano i loro beni e le loro fonti di sostentamento. Dobbiamo migliorare il modo in cui raccogliamo,
analizziamo e comunichiamo le informazioni sull'ambiente che ci circonda."

 
 
 

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