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PERLE DI SAGGEZZA

Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore, il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire. (Marrk Twain)

Colui che sorride quando le cose vanno male, ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa. (Arthur Block)

 
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« L’ITALIA NON E’ UN PAESE...

NON MI SENTO RAPPRESENTATO

Post n°52 pubblicato il 11 Febbraio 2017 da diogene1_2009
Foto di diogene1_2009

Nei prossimi mesi o il prossimo anno si andrà a votare; a parole tutti dicono che vogliono andare a votare il prima possibile, anche domani, ma nei fatti secondo me aspettano che passi il mese di settembre 2017 per maturare i contributi che danno diritto alla pensione

Dopo oltre quarant'anni credo che per la prima non andrò a votare, farò  parte della folta schiera degli astenuti che, se non vado errato, si aggira intorno al 40%.

Ci tengo a precisare che questo non è qualunquismo a buon mercato ma è una decisione che ho maturato in questi ultimi mesi e mi spiego meglio: mi sono guardato intorno, ho letto  giornali, anche con sfumature politiche diverse tra loro, ho seguito talk show e mi sono accorto, non con poca sofferenza, che non mi sento rappresentato da nessun movimento e partito politico, non ho trovato nessuno che rispecchi le mie idee,  le mie radici politiche e i miei valori.

Per correggere la legge elettore ha dovuto intervenire la Consulta perché i politici non sono stati capaci di scrivere uno straccio di legge elettorale condivisa e che rispettasse la Costituzione.

Ci sono tanti Re Travicello che strillano e dicono di volere andare a votare, ma in cuor loro,  secondo me, aspettano che passi il mese di settembre per maturare i contributi che danno diritto alla pensione e poi si andrà a votare.  Nessuno di costoro si preoccupa di rispettare il ruolo del Presidente della Repubblica che è l'unica figura istituzionale che può sciogliere le camere, che  aveva fatto un appello accorato ai partiti di fare una legge elettorale omogenea sia per la camera che per il senato e che, per quanto mi riguarda, rimane l'unica figura istituzionale di riferimento.

Siamo nel 2017 e a 6 mesi di distanza i terremotati non hanno ancora le case e le stalle di legno: la burocrazia; si sa, ha suoi tempi, e la stessa scena si è ripetuta pochi giorni fa in Abruzzo, le stesse pastoie burocratiche che impediscono l'acquisto   di carburante e la riparazione dei mezzi di soccorso nelle zone investite dal maltempo pochi giorni fa. Mi permetto di dire sommessamente  che in Italia chi gestisce la burocrazia gestisce anche il potere; signori politici, la colpa non è della burocrazia ma è di come voi scrivete i decreti e le leggi.

La politica dovrebbe (e uso volutamente il condizionale) rispondere ai bisogni e alle esigenze anche quotidiane dei cittadini e non farli sentire come in un vicolo cieco senza via d'uscita; insomma, basta  pensare sempre, come siete abituati, ai massimi sistemi politici.

La crisi economica morde e colpisce le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine mese, i giovani  non riescono a vivere con il loro stipendio, ammesso lo abbiano, e  tornano a casa dai genitori,  molte persone  rinunciano o rinviano le cure sanitarie perché non hanno i soldi per pagare i ticket o le medicine.

Tante aziende ogni giorno chiudono e licenziano i dipendenti, spesso cinquantenni, che  difficilmente potranno essere ricollocati sul mercato del lavoro, molte ditte di trasporto sul TIR  hanno preferito delocalizzare le loro aziende trasferendosi in Polonia, Romania, dove ricevono incentivi dallo stato e pagano meno tasse, non devono combattere contro una burocrazia asfissiante e assumono autisti dell' est Europa  che costano il 50% in meno rispetto agli autisti Italiani.

Alcuni  call center hanno licenziato  migliaia di lavoratori e hanno preferito delocalizzare le loro attività nei paesi dell'est Europa per lo stesso motivo; paradossalmente però i maggiori clienti dei call center sono i ministeri e le aziende dei servizi pubblici Italiane, che a loro volta fanno le gare d'appalto al massimo ribasso.

Per non farci mancare niente anche l'Alitalia ha appena annunciato 2.200 esuberi, e pare che perda un milione di euro al giorno.

Eppure mai come in questo periodo sono state applicate Leggi (il famigerato Job Act) di liberalizzazione del lavoro: oggi le aziende possono assumere (e licenziare indisturbate)  i lavoratori con diverse formule contrattuali senza tutele e senza diritti; per esempio i  voucher, usati in maniera scorretta ed esagerata, i contratti di apprendistato  e a tutele crescenti.  Le aziende hanno le mani libere per licenziare in base alle loro esigenze o per delocalizzare, talvolta  costrette a farlo per i troppi cavilli della burocrazia o perché lo stato è un cattivo pagatore (molte volte non paga il lavoro fatto dalle aziende nelle scadenze stabilite).

Rimane il fatto che i lavoratori si trovano senza lavoro e senza ammortizzatori sociali, è cosi che mentre il Titanic affonda l'orchestra continua a suonare.

Tutto questo grazie alle riforme sul lavoro fatte da un governo che si definisce di centro-sinistra,  che per non farsi mancare niente ha anche abolito l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori "Legge 300 del 5 maggio 1970" voluta fortemente da Gino Giugni  che non era un rivoluzionario Marxista Leninista ma un deputato socialista.

Neanche i governi di centro-destra di Berlusconi (nonostante fosse impegnato a farsi le leggi ad personam) si erano spinti a tanto: per penalizzare i lavoratori avevano  modificato  parzialmente, con qualche distorsione la legge n. 30 (la cosidetta legge Biagi) e inoltre Brunetta aveva cercato di fare alcune modifiche sulle normativa per il pubblico impiego, che poi si sono rivelate poco efficaci nel senso che la montagna ha partorito un topolino.

Ci tengo a sottolineare ancora una volta che il mio non è un facile populismo a buon mercato, non ho cancellato le mie radici, i miei valori e le mie idee politiche, anche perché nel bene e nel male ho dedicato più di  37 anni della mia vita a lottare e combattere contro i soprusi e le ingiustizie e l'ho sempre fatto con impegno e passione cercando di dare delle risposte ai lavoratori.

 

 
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