Creato da diogene1_2009 il 14/03/2009
PENSIERI,PAROLE,RIFLESSIONI. ps: per suggerimenti critiche, proposte puoi scrivermi su: diogene0@gmail.com
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

PERLE DI SAGGEZZA

Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore, il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire. (Marrk Twain)

Colui che sorride quando le cose vanno male, ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa. (Arthur Block)

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« 1980 I 37 GIORNI ALLA FI...1980 I 37 GIORNI ALLA FI... »

1980 I 37 GIORNI ALLA FIAT IX° PARTE

Post n°31 pubblicato il 19 Agosto 2010 da diogene1_2009
Foto di diogene1_2009

Benvenuto fa un giro per i picchetti e verifica una forte diffidenza nei riguardi delle confederazioni.

A Venezia, nella riunione dei parlamentari socialisti d'Europa, Bettino Craxi afferma che è "per rinnovare il regime politico'. L'uscita di Merloni sulla seconda Repubblica, insomma fa qualche passo avanti.

A Tokio si firma raccordo Alfa/Nissan.

Il CIPI (comitato interministeriale per il coordinamento della politica industriale) rinvia l'esame del piano auto per vizio procedurale: non è stato fatto valutare al ministro per il Mezzogiorno.

Venerdì 10 Ottobre, trentunesimo giorno

Sciopero generale nazionale di tutte le categorie. La manifestazione a Torino si fa alla 5 di Mirafiori per rafforzare la centralità della lotta alla FIAT. Oltre 40.000 persone si raccolgono per l'occasione: numerose le delegazioni di altre fabbriche le lavoratrici. i giovani. I pensionati distribuiscono un volantino di solidarietà con la lotta FIAT.

Apre gli interventi Falcone, del CdF delle Carrozzerie Mirafiori. Benvenuto deve caricare molto le tinte del suo discorso di fronte a una piazza attenta che non gli consentirebbe sgarri. Tra l'altro afferma che nessuna ipotesi di Cassa integrazione è accettabile, se restano le liste discriminatorie. Riporta il colloquio con un operaio alla cui domanda, su come va a finire aveva risposto : "Le strade sono due: o molliamo noi o molla la FIAT"; e l'operaio aveva ribattuto: "No, compagno Benvenuto: o molla la FIAT o la FIAT molla". Parla anche Antonio Gil, delle Comisiones obreras della SEAT di Barcellona ritornato a Torino in una delegazione ufficiale; spiega l'identità della lotta nei due complessi auto. Interviene, leggendo un lungo appello con molte firme, una docente universitaria.

Nel pomeriggio, a Mirafiori, un cordone di polizia protegge l'uscita dei capi, infiltratisi nello stabilimento, alta porta 14.

La FIAT annuncia che a Cassino si è costituito un comitato "contro il blocco dei cancelli" e che esso ha inoltrato ai carabinieri un esposto. Alla FIAT-Allis di Lecce gli operai avevano avuto il permesso di entrare in mensa a fare l'assemblea, perché pioveva; ora vengono denunciati per "comportamento sconfacente". Nuove denunce a Torino contro gli operai aggrediti dai capi, alla Teksid di Crescentino e a Rivalta. Conferenza-stampa di Annibaldi: la FIAT non vuole penalizzare i sindacalisti con le sospensioni e non è vero che le liste prefigurano quelle di mobilità esterna. Non è vero che colpiscano in particolare le donne.

Sabato 11 Ottobre, trentaduesimo giorno

Giornata di manifestazione nazionale dei giovani in appoggio alla lotta FIAT. Da piazza San Carlo, verso le 9, si muove un corteo di circa 25.000 giovani. Quando sfila davanti al Lingotto, entusiastica accoglienza del picchetto. Dopo il lungo percorso, arriva alla porta 5. Comizio con un delegato di Mirafiori, una studentessa che riporta i contenuti su cui è stata indetta la manifestazione, una compagna dell'lntercategoriale donne CGIL-CISL-UIL che mette in relazione l'attacco contro il lavoro delle donne con quello sull'aborto. Conclude Garavini, con un intervento che concede molto a una fraseologia demagogicamente rivoluzionaria. Al termine, Ivan Della Mea canta "O cara moglie", una canzone sui 61 e "Bandiera rossa", con tutti in coro. Nel pomeriggio, festa popolare ancora con Della Mea e altri gruppi. Vari spettacoli un po' dappertutto. Benvenuto ha diversi incontri ai picchetti. Radio lotta annuncia che Psichiatria democratica ha sottoscritto un milione. Anche il sindacato dei lavoratori della PS annuncia un contributo. Il vescovo di Ivrea, mons. Bettazzi, aderisce alla sottoscrizione dei sindacati e il cardinale Ballestrero invita a intervenire a favore delle famiglie dei lavoratori "con ogni tipo di contributo".

Assemblea delle donne del PCI a Torino, con impegni per un maggior coinvolgimento delle donne non operaie della città.

Domenica 12 Ottobre, trentatreesimo giorno

Continuano i picchetti in tutte le situazioni.

La Stampa afferma che ieri capi e clandestini hanno prodotto 85 auto. La V Lega smentisce.

Lettera aperta della FLM ai capi, con richiesta di poter oartecipare all'assemblea convocata dal coordinamento capi e intermedi per il giorno 14.

A Mirafiori un capo reparto muore; colto da collasso mentre cerca di scavalcare.

Radio lotta annuncia che solo al pullman sono stati raggiunti 45 milioni di sottoscrizione; la cifra complessiva sta andando verso i due miliardi.

Lunedì 13 Ottobre, trentaquattresimo giorno

Continuano i picchetti in tutte le situazioni.

Gemellaggio davanti ai cancelli degli stabilimenti con compagni che arrivano inviati dai CdF di altre città e regioni: lombardi e toscani a Mirafiori, emiliani a Rivalta, liguri e di Novara alla Lancia.

Lavoratori della CIPAS denunciano che un gruppetto di dirigenti ha scassinato e fatto man bassa nella dispensa della mensa aziendale nella Carrozzeria Mirafiori.

Mirafiori, pomeriggio, porta 23: polizia e carabinieri bloccano le strade adiacenti, isolano la zona. Intimano al picchetto di sgomberare l'ingresso. I lavoratori, in numero insufficiente e impossibilitati a ricevere rinforzi, non possono opporsi. Escono così 5-6 pullman aziendali con le tendine calate; non è possibile capire quanti nè chi sono gli occupanti.

A Lingotto, in serata, il picchetto di via Passo Suole prende posizione perché si organizzi una contropresenza al teatro Nuovo, dove i capi si sono dati convegno per domani. Vanno a fare questa proposta (lanciata, nel frattempo, da un volantino della LCR) al cancello Carrozzerie, dove però trovano una secca opposizione di un operatore sindacale che sostiene che la manifestazione dei capi sarà un fallimento, che al massimo saranno 1.500 e che comunque andare al Nuovo significherebbe lo scontro fisico. Alcuni elementi estremisti danno una mano all'operatore, alzando il tiro ("o si occupa il Nuovo o non vale la pena di far niente") e facilitano l'operazione di pompieraggio.

II coordinamento capi fa sapere alla FLM che la sua presenza non è gradita e che i rappresentanti sindacali non saranno fatti parlare nè entrare.

I capi si mobilitano anche a Sulmona e a Termoli, dove occupano il consiglio comunale.

Riunioni separate a Roma di CGIL, CISL e UIL. Poi riunione congiunta, le tre confederazioni più la FLM e il coordinamento FIAT. I dirigenti spingono perché si passi all'articolazione ma la risposta del coordinamento è negativa.

Forlani incontra Lama, Camiti, Benvenuto e poi Foschi.

La procura emette 300 comunicazioni giudiziarie contro operai e delegati attivi ai picchetti.

1.218 capi e intermedi presentano alla procura, e per conoscenza al prefetto, alla FLM e agli enti locali, un esposto contro "la violenza dei picchetti" e richiedono ufficialmente che si faccia un referendum per vedere quanti vogliono ritornare al lavoro.

La proposta di Benvenuto ha trovato così un interlocutore.

La F IAT annuncia la produzione clandestina di altre 62 auto.

Martedì' 14 Ottobre, trentacinquesimo giorno

Mirafiori, porta 5. Manifestazione dei lavoratori delle mense.

Il procuratore capo Bruno Coccia e il sostituto procuratore

Bruno Tinti emettono un'ordinanza alla PS di Torino e ai Cc della cintura perché garantiscano gli accessi alla FIAT.

Il primo dei 300 denunciati per i picchetti è rinviato a giudizio.

Sei licenziati a Rivalta, accusati di essersi opposti all'aggressione dei capi.

Assemblea, al teatro Nuovo, del coordinamento capi. Il vicesindaco socialista Biffi Gentili subissato da un mare di fischi e urla. Non può parlare.

Fuori c'è molta gente. La giornata sarà pagata e la FIAT ha intimato loro di venire. La maggioranza però sta a vedere. E vede che non c'è contromanifestazione sindacale. C'è invece l'organizzazione del corteo. Cosi' si accodano.

I capi sono stati fatti affluire da tutta Italia. In realtà non sono più di 10-12.000 (questa anche la prima cifra ufficiale, della prefettura). Il corteo ha un carattere decisamente reazionario e antioperaio.

Gruppi di operai e delegati sono però per la strada. In piazza Castello gridano slogan contro la manifestazione silenziosa che si snoda verso via Garibaldi. Scioperanti anche davanti al comune: verso i capi, in numero enormemente superiore, volano monetine. Forte tensione, perché gli operai bloccano la porta. E infine i capi, tanti e tanti di più, arrotolano gli striscioni e se ne vanno. Lasciano a terra i cartelli e gli operai li prendono: riverniciati e con scritte più decenti, potranno essere riutilizzati, a partire dalla manifestazione delle donne prevista per sabato: sono belli e robusti, soldi non ce ne sono più: perché lasciarli sprecati?

La questura afferma che i capi erano 40.000. Questo diventerà il numero ufficiale, anche se moltiplica per 3 o per 4 la realtà.

Radio lotta emette i suoi due ultimi comunicati: tra l'altro annuncia un'assemblea, per le 21, al cinema Agnelli, convocata dai consigli circoscrizionali Mirafiori Sud, Nord e Basso Lingotto. Sottoscrizione di 300.000 lire di un gruppo di carabinieri e poliziotti di presidio a Torino.

Nel pomeriggio, incontro FIAT-sindacati.

Alle 22,30 la segreteria della CGIL-CISL-UIL e la FLM vanno "all'accertamento dell'ipotesi conclusiva". Tre ore di corteo di 12.000 capi sembrano valere di più, per Lama-Carniti-Benvenuto, di 35 giorni di lotta di oltre 100.000 operai e di milioni di lavoratori scesi in piazza al loro fianco in tutta Italia.

Mercoledì 15 Ottobre, trentaseiesimo giorno

Già nella notte si è diffusa la notizia dell'ipotesi di accordo.

All'alba l'apparato del PCI è mobilitato ai cancelli per convincere i suoi militanti che bisogna accettarla. Arriva un volantino della federazione torinese del PCI, che va in questo senso. Ma gli operai del PCI si rifiutano di distribuirlo; lo fanno, molto parzialmente, quelli dell'apparato della federazione.

I picchetti diventano enormi, perché si è diffusa la voce dell'ingiunzione della magistratura e si prevede un intervento della polizia. Giunge anche la notizia che alla Lancia di Verrone, protetti dai carabinieri, cento capi hanno travolto il presidio.

Duro fronteggiamento, alle 4 del mattino, davanti alla porta 6 di Mirafiori. Una 127 rossa della V Lega percorre i viali diffondendo questo messaggio: "Qui Radio lotta. Invitiamo alla calma e a non forzare i picchetti. Discutiamo".

Alle 7, quattro blindati sbucano a tutta velocità da corso Unione sovietica e si dirigono alla porta 13. Ne scendono una ventina di carabinieri con fucili e lacrimogeni innestati. Dopo due minuti di teso fronteggiamento, risalgono sui blindati e vanno a fare la stessa scena intimidatoria alla 14.

Davanti a tutti i cancelli discussioni, assemblee volanti.

Il GR2 annuncia l'arrivo a Torino dei dirigenti sindacali per riferire al Consiglione l'ipotesi di accordo.

Pomeriggio. Cinema Smeraldo, riunione del Consiglione. La sala è affollatissima di delegati, operatori sindacali, operai di tutte le situazioni. Primi slogan: "Da Torino al Meridione/non vogliamo nessun bidone" e "E' ora, è ora di cambiare/ la segreteria se ne deve andare".

La riunione comincia in ritardo. Il primo ad arrivare è Lama.

Qualche applauso ma soprattutto "Lama, Camiti, Benvenuto/il posto di lavoro non va svenduto",

Ed è cosi' per tutta la riunione: interventi, proteste, slogan, fischi.

Mattina, con molta difficoltà riesce a concludere l'intervento introduttivo. Tutta la direzione sindacale è schierata per l'accettazione dell'ipotesi. Dicono che è l'espressione dei rapporti di forza, che negli ultimi giorni si sono evidenziate spaccature tra i lavoratori, che si deve andare immediatamente alla verifica delle assemblee senza passare per i Consigli.

Anche i dirigenti tradizionalmente più a sinistra sono contestati. Molti non se la sentono neppure di intervenire perché tutto il Consiglio è contro, tranne un paio di interventi. Anche un operatore sindacale, d'altra parte, si schiera con i delegati i cui interventi sono molti duri e applauditissimi. Denunciano, nell'ipotesi di accordo, la svendita della lotta e dei suoi contenuti, i pericoli di creare spaccature questa volta si insanabili tra i lavoratori. Attaccano le responsabilità dei dirigenti durante tutta la conduzione della vertenza, il cedimento alle pressioni della FIAT, del governo, dei mass media e infine alla manifestazione dei capi. Esigono che il Consiglio vada alle assemblee solo dopo aver votato una posizione.

Ma l'assemblea non si chiude affatto. I delegati restano. Rocco Papandrea, delegato di Mirafiori, propone una mozione che rifiuta l'ipotesi di accordo. Circa mezz'ora di interventi, poi la mozione passa praticamente all'unanimità (uno o due contrari, una decina di astenuti). Dopo circa 10 ore il Consiglio ha dunque potuto esprimere la sua posizione; no all'ipotesi di accordo.

Giovedì 16 Ottobre, trentasettesimo e ultimo giorno

Si tengono le assemblee per l'ipotesi di accordo. Segue a queste note di cronaca la ricostruzione complessiva del voto. Lama alle Carrozzerie, Benvenuto alle Presse e Carniti alle Meccaniche. Tutti e tre a Mirafiori. Tensione ovunque altissima.

La maggioranza degli interventi è contro l'accordo. Sporadici quelli del tipo: "L'accordo non ci piace ma dobbiamo gestirlo". Molto fischiati. Una parte degli operai se ne va prima della votazione. Arrivano invece, in forze, proprio quando si vota, capi, intermedi e impiegati crumiri. La scena è dappertutto quasi la stessa: gli operai che assistevano all'assemblea sono attorno all'oratore, quando si alzano le mani per il si non le vedono, perché sono lontane, tutto intorno e perché ci sono gli ombrelli che nascondono la visuale. In realtà, quando vedono tutte le mani di chi sta vicino al palco alzarsi per il no sono convinti di aver vinto.

Per questo la rabbia, lo sgomento, la convinzione di essere stati imbrogliati al momento della proclamazione del risultato per il Sì.

Per questo la reazione rabbiosa di alcuni, particolarmente accesa alle Meccaniche, dove volano sassi verso l'auto in cui si è rapidamente ritirato Camiti.

Al secondo turno, tensione ancora più alta perché gli operai sanno come è andata al primo. Sanno anche che sono stati i capi e i crumiri a rovesciare il risultato. Cosi in molti casi si organizzano (per esempio, a Lingotto) per non farli partecipare al voto. Si propone, altrove, di alzare il tesserino, per fare la conta separata dei tesserini gialli (operai) e di quelli di diverso colore. Con queste precauzioni, in ogni modo, si ha la possibilità di verificare che la maggioranza netta degli operai è contro l'accordo. (Il giorno dopo verrà replicate anche il voto della Meccanica Mirafiori del primo turno e, poiché questa volta voteranno solo gli operai, l'ipotesi di accordo sarà respinta).

Dopo la conclusione delle assemblee si formano alcuni cortei (da Lingotto e da Mirafiori) che confluiscono alla porta 5. Una proposta di fare subito un'assemblea per decidere come organizzarsi viene fatta saltare da un settore estremista che sull'esasperazione del momento, riesce ad organizzare un corteo che vuole andare alla RAI. Qualcuno, poco dopo, sfascia anche una macchina della RAI, una telecamera e ferisce l'operatore

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963