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Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 04 Maggio 2008 da dolceantonellaa


Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo...
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli...

e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c'è
e alla fine chiederle "scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me..."
e le lettere d'amore,
le lettere d'amore
fanno solo ridere:
le lettere d'amore
non sarebbero d'amore
se non facessero ridere;
anch'io scrivevo un tempo
lettere d'amore,
anch'io facevo ridere:
le lettere d'amore
quando c'è l'amore,
per forza fanno ridere.

E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.

Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano...

e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo...

e scrivere d'amore,
e scrivere d'amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d'amore
fa veramente ridere.

Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile;
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere...

 
 
 
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INFO


Un blog di: dolceantonellaa
Data di creazione: 11/03/2008
 
 

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TI VOGLIO BENE

 
Uno scorpione doveva attraversare
un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana
che si trovava lì accanto.
Così, con voce dolce e suadente,
 le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena
 e portami sull'altra sponda."
La rana gli rispose
"Fossi matta! Così appena
 siamo in acqua
 mi pungi e mi uccidi!".
"E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione
 "Se ti pungessi,
 tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!"
La rana stette un attimo
a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione
dello scorpione,
lo caricò sul dorso
e insieme
 entrarono in acqua.
A metà tragitto
la rana sentì
un dolore intenso
 provenire dalla schiena,
 e capì di essere stata punta
dallo scorpione.
Mentre entrambi
stavano per morire
 la rana chiese
 all'insano ospite
il perché del folle gesto.
"Perché sono
 uno scorpione..."
rispose lui
"E' la mia natura" .
 

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