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Post N° 228
Post n°228 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da commVampiri
Salve gentagliaaaaaaaaa !!!!!!!!!
Oltre tre decenni fa quando, giovane militavo nella destra radicale, dopo un lungo periodo trascorso ne FdG e una breve esperienza nel MSI dn. mi è capitato di incontra e conoscere due personaggi molto importanti. Due Soldati con la s maiuscola che a torto o ragione hanno scritto con il sangue la storia della nostra vecchia Europa e dell’Italia stessa. Non sono qui ora a esaltarli ,ma solo a raccontarvi la mia personale esperienza. Questi due soldati erano Generale delle SS Leon Degrelle e il Maggiore delle SS Walter Reder. Il generale Degrelle era un belga della regione Vallone un cattolico cresciuto dai Gesuiti un fervente anticomunista e anticapitalista fondatore del partito rexista belga che si ispirava al partito fascista italiano. Allo scoppio della guerra contro la Russia è partito come soldato semplice con altri duecento volontari belgi. H combattuto sul fronte russo tornando con il grado di Generale guadagnato combattendo. Uomo di grande prestigio era un trascinatore e i suoi uomini lo seguivano fino all’inferno senza paura. L’esperienza di un giovine quale ero al Suo cospetto è stata una esperienza indimenticabile l suoi occhi penetranti e vivi nonostante le battaglie la sconfitta finale e i molti corpo a corpo vittoriosi erano per me qualcosa di veramente forte ed esaltante. Non scorderò mai le sue parole di allora: « Noi abbiamo lottato fino alla fine, finché abbiamo potuto, in condizioni orribili; più si avvicinava l'ora della disfatta, più era dura. L'esercito russo era immenso e soprattutto aveva materiale americano immenso, perché sono stati gli americani a vincere in Russia, non i russi. Se ci fossero stati solo i sovietici non ci avrebbero mai sconfitti, mai. Abbiamo combattuto ma alla fine non avevamo veramente più niente; negli ultimi mesi di guerra, durante l'ultima offensiva nel febbraio 1945, avevamo tre obici per cannone, poi ne è rimasto uno solo ... Quando abbiamo sferrato l'ultima offensiva camminavo come sempre davanti ai miei soldati ma avevo preso un bastone per mostrare che non dovevamo aver paura anche se avevamo poche armi. Tutto questo aveva un accento epico, si sapeva che andavamo a morire - abbiamo perso la metà dei nostri uomini nelle ultime settimane e continuavamo pur sapendo che la guerra era persa, perché i russi non invadessero il nostro Paese. È proprio il colmo che ora ci oltraggino, mentre invece senza di noi sarebbero stati perduti. » L’altro soldato è il Maggiore delle SS Walter Reder entrato giovanissimo nella Hitlerjugend per poi passare alla Totenkompf approdando poi alla Reichsfuhrer –SS con la quale combatte in Italia. Sul fronte rurrso si comportò con coraggio e nonostante perse il braccio destro continuò imperterrito a combattere fino alla fine del conflitto.L’incontro è avvenuto in una situazione di cattività in quanto era detenuto nel carcere militare di Gaeta. Dopo quel incontro continuammo per un bel periodo a tenerci in contatto con un ottimo rapporto epistolare, vi faccio leggere una delle sue lettere. Gaeta 15/03/84 55/450 “Carissimo Riccardo ti ringrazio per la tua lettera del 2702/84 e per le belle parole in essa contenute nei miei confronti purtroppo non tutti la pensano come te nei miei confronti e non tuti sono disposti a pagare per le loro colpe, i politicanti vogliono che ci sia uno che paga e basta non interessa sapere la verità. I giornalisti scrivono cose non vere nei miei confronti cioè 1820 morti di Marzabotto anche perché la sentenza del Tribunale Militare di Bari ha confermato le 270 come la sentenza di Bologna. Ora sto male fisicamente ma non mi vogliono portare all’ospedale perché temono chi io fugga, non scapperei maianche perchèprima di tutto sono un soldato e un uomo d’onore. Termino inviandoti tanto bene e un cordiale saluto
Tuo Walter Reder
Ecco vi ho raccontato un episodio che mi ha coinvolto moltissimo allora ………………… CommVampiri..........
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