Creato da commVampiri il 06/11/2007

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NOVEMBRE 1991 VUKOVAR CADE !!!!!!!

Post n°487 pubblicato il 19 Settembre 2009 da commVampiri
 

Erano i primi giorni del mese di maggio, l’anno era il 1991, il luogo Borgo Selo, detto il “Paese dei pini”, nelle immediate vicinanze di Vukovar in Jugoslavia, il fatto, l’uccisione in un imboscata prima di due e poi di dodici poliziotti croati.

Con questo fatto di sangue, ha inizio l’attacco armato alla regione  Slavonia e alla città di Vukovar.

 

 

Nelle immediate vicinanze della città, i villaggi vengono assediati e occupati e la popolazione non serba, viene deportata. La cittadina di Baranja cade nell’agosto del 1991, così come gli altri villaggi del distretto di Vukovar.

La stessa città di Vukovar, viene bombardata con l’artiglieria pesante e infinite incursioni aeree; secondo gli esperti, l’Armata serba, avrebbe impegnato circa 20.000 uomini, 300 carri armati, razzi e mortai.

Facile bersaglio diventano i simboli di questa città, l’ospedale, il palazzo dei sindacati, la Chieda Cattolica cittadina e l’acquedotto.

Durante l’assedio, tra il settembre e il novembre 1991, circa 1.800 civili, centinaia di poliziotti e circa un migliaio di volontari, malamente armati, presero parte alla difesa della città della Slavonia orientale.

Circa il 60% di questi, erano cittadini di Vukovar, il restante erano volontari confluiti da altre parti della Croazia e dalla Bosnia Erzegovina; insieme a questi, vi era uno sparuto nucleo di giovani volontari europei. Tutti  resistettero ad oltranza cercando di difendere al meglio la popolazione. Da un punto di vista militare, la battaglia “per Vukovar” si decide quando arrivano sulla scena gli  irregolari, come gli uomini di Zeliko Raznatovic detto “Arkan”, comandante della Guardia volontaria serba, con  un seguito di varia umanità, attirata dall’illegalità e dalle voci sulla possibilità di arricchirsi con il saccheggio; saranno proprio loro a fare il “lavoro sporco” cioè a stanare miliziani ed abitanti dal labirinto delle cantine cittadine.

 

L'Armata popolare jugoslava (Jna) entra nella città, dopo un assedio di tre mesi il 18 novembre 1991.

Quando Vukovar venne occupata, militari dell'esercito serbo sotto la guida di tre ufficiali, Miroslav Radic, Milan Mrksic e Veselin Sljivancanin,  perpetrarono crimini contro le norme e i trattati internazionali. Torturarono e commisero atrocità contro la popolazione civile, prigionieri di guerra e feriti.

Centinaia di soldati feriti e civili, vennero presi dall'ospedale e uccisi dalle forze paramilitari serbe (per questo eccidio è incriminato dal Tribunale per i crimini nella ex Yugoslavia ICTY l'allora Sindaco della città di Vukovar Slavko Dokmanovic).
 Alcuni mesi più tardi, diverse fosse comuni furono scoperte da giornalisti stranieri , presso Ovcara  dove ebbero luogo le esecuzioni.

Oltre 5.000 persone furono deportate in campi di prigionia in Serbia..

 Molti non fecero mai più ritorno.

Le forze regolari Croate, i civili e le milizie irregolari straniere lottarono fino allo stremo, lasciando sul terreno molti uomini, ma fu tutto inutile.

Quando gli assediati cedettero,  ci fu un fuggi fuggi generale e tutti erano allo sbando; le comunicazioni radio cominciarono a cessare e a lasciare gli uomini rimasti, in una sorta di solitudine.

Solamente il piccolo drappello di volontari irregolari stranieri, arretrava combattendo verso una zona sicura, per cercare di  esfiltrare ed avere meno perdite possibili.

 

“Avevano detto loro, che il quartiere alle  spalle era sicuro e quindi il comandante ordinò ad uno dei suoi sottoposti di andare in avanscoperta.

 Giorgio, con circospezione si avvicinò alle rovine di una casa, diede una rapida occhiata all’interno e a quel punto fece cenno che il luogo era pulito e con la mano ci invitò ad avvicinarci.

Fatti alcuni passi, sentimmo diversi colpi di mitra in rapida successione, ci guardammo in giro e vedemmo che Giorgio stava cadendo in avanti, colpito a morte alla schiena.

Corremmo verso lui,  ma ormai era troppo tardi,  non si poteva più fare nulla, solo metterlo al riparo dai combattimenti steso a terra con il suo basco sul volto.

Così facemmo e ce ne andammo…….Senza voltarci..................

Comunicammo via radio  l’accaduto e la risposta dal comando, fu che quella era diventata una zona rossa cioè “free  fire zone”.
Da quel momento nessuno poteva più fidarsi di nessuno in quel quadrante. Da quel momento, fino ad arrivare a sera, quando fummo nella zona verde, quello che successe fu alquanto duro e macabro.
Si fece l’impossibile per tornare a casa e ci riuscimmo.

Se la  vie………………………

CommVampiri

 

 
 
 
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