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Non si nasce bayefall, si diventa bayefall
Culto musulmano derivato dal muridismo*, il movimento baye fall fu fondato da Cheikh Ibrahima Fall. Definito il baboul mouridin, la porta del muridismo, è da sempre considerato il discepolo più vicino di Cheikh Amadou Bamba Khadim Rassoul. « Ligeytchi jaamou yalla la bok », il lavoro è parte integrante della religione, queste le parole d’ordine di Ibrahima Fall. Il lavoro ripensato e vissuto dunque nel senso divino del termine, « dare tutto a Dio ». Una forma di religione che rinnega qualsiasi attaccamento materiale e i cui pilastri fondanti sono : il lavoro, il dono di sè, la fede nell’umanità. Il baye fall, considerato come un soldato di Dio, applica alla lettera il principio dello njebellu, la sottomissione al prorpio marabutto (guida spirituale) e dello ndiguel, il rispetto delle sue raccomandazioni. Una vera e propria filosofia di vita che può essere riassunta in cinque punti principali : · Il lavoro come forma di preghiera consacrata a Dio ; · L’evocazione costante del nome di Dio ; · Il silenzio del cuore, dell’anima e della lingua ; · La tolleranza che implica il rispetto delle differenze altrui ; · La meditazione, unica via che permette una vera introspezione e una riflessione profonda sulla vita e la fede. Al centro di numerosi stereotipi che lo identificano come un marginale, spesso aggressivo e violento, il baye fall è al contrario l’esempio del buon discepolo che riassume in lui il volere del profeta Maometto: « il migliore della mia comunità è colui che non tralascia la propria vita temporale a discapito di quella spirituale, né la propria vita spirituale a discapito di quella temporale ; e, soprattutto, che non vive alle spalle degli altri ». Il senso e l’essenza stessa dell’essere bayefall possono dunque essere riassunti nel valore mistico del lavoro. Filosoficamente, « lavorare per dare tutto al proprio marabutto, sotto forma di zakat (doni) e fare la carità per avere di che mangiare ». Il cammino che intraprende chi vuole divenire bayefall è un cammino di fede che, attraverso il lavoro, insegna l’umiltà, la disciplina, il rispetto, la coesione, il senso del gruppo. Ognuno è indispensabile ma nessuno necessario. La vita del baye fall è una vita di comunità dove tutto si svolge per il bene di tutti e non dei singoli separatamente. Attraverso il majjal, un rito baye fall che può essere tradotto come mendicità organizzata, i discepoli di Ibrahima Fall chiedono la carità tramite offerte in cibo e soldi che verranno poi utilizzati per la comunità e il quartiere. Nel praticare il majjal il baye fall impara ad essere umile ed è per questo che, spesso, sono i nuovi convertiti che ne sono incaricati. Al rito del majjal si affianca la pratica dello zikr, la ripetizione costante del nome di Allah e di Maometto, di Cheikh Amadou Bamba e dei suoi discendenti, di Cheikh Ibrahima Fall e dei suoi discendenti. Attraverso le reti di migranti, il movimento baye fall è oggi un fenomeno di portata mondiale e, tra i discepoli di Ibrahima Fall, numerosi sono gli occindentali. Molto interessante la serie di foto realizzate da Fabrice Monteiro, intitolata: "La voie du baye fall" (la via del baye fall): https://www.afriqueinvisu.org/la-voie-du-baye-fall.html
* http://it.wikipedia.org/wiki/Confraternite_islamiche
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