Daniel Lopez

Non mi rassegno al fatto che il vino si trasforma in aceto e il caffè invece non diventa coppa del nonno.

Leggendo, ho il cuore straziato, per quella bimba che avrebbe potuto essere una mia nipotina e per quel povero padre,veramente disgraziato. Il tuo blog dedica dei post al problema dei migranti, ai loro disagi, alla loro morte in mare ed io voglio dedicare a te ed alla tua sensibilità per tali sciagure, una mia poesia che parla proprio di questa atroce emergenza dei giorni nostri e che ho scritto anni fa, in occasione di un ennesimo naufragio.Te la lascerò su di un messaggio. Buona serata.

Verissimo. Conquistarla giorno per giorno mettendosi in gioco, rischiando di pagare di persona....

La pace è dolce, ma bisogna conquistarsela giorno per giorno, con determinazione costante.

E' vero. L'ipocrisia generale ed i tappi agli occhi della civilissima Europa determinano l'aggravarsi della situazione. Osservi che non aggiorno da tempo il blog. Hai ragione, ma se ci fai caso, il blog rimane ugualmente aggiornatissimo ed è l'immagine della situazione attuale. Purtroppo non è cambiato nulla.

E bisogna aggiungere che nel mondo c'è tanta ipocrisia e occhi che fanno finta di non vedere. Bel blog, Grace. Ma vedo che non si aggiorna da tempo...

Per Roberto. Se bastasse che ciascuno di noi "buonisti" ospitasse in casa propria un immigrato per risolvere il problema della guerra e della fame che patiscono i nostri fratelli nella loro terra, l'avremmo già fatto. Ma la verità è che nessuno di noi può sostituirsi allo Stato.

Aylan è una vittima e nessuno , compreso me , lo discute . Resta il fatto che non si può più consentire un'immigrazione massiccia e legata " anche " a fattori economici in un Paese come il nostro , disastrato già del suo . Paesi come Norvegia , Svezia , Germania , Francia ( purtroppo da poco tempo , quest'ultima ) , ed altri , seguono regole d'immigrazione che li salvano dal soffocamento economico e culturale . Che dire poi dei sussidi sociali che vanno quasi tutti agli stranieri e ben poco agli autoctoni , cioè NOI ? Non mi pare ciò sia giusto , inoltre aborro il facile buonismo . Chi vuole stranieri ad ogni angolo di strada ... bene , se ne prenda uno in casa , così sarà coerente con le proprie idee , altrimenti è facile dire " sono tutti miei fratelli " . Con rispetto verso le altrui idee , ma andava detto ... Saluti . Roberto

CIAO DANIEL.LOPEZ1, NOI NON SIAMO AMICI, MA NESSUNO MI PUO' VIETARE DI CONDIVIDERE IL TUO POST. COMPLIMENTI PER IL POST. CHE CONDIVIDO PIENAMENTE UTTO IL TUO POSTATO, UN CORDIALE SALUTO ALDO.

Ho trovato tra le mie visite una mela e ho aperto, semplicemente pensando che ce n'è una anche nel mio profilo. Poi ho visto il riferimento al blog e sono entrata. Semplice e diretto. A volte sono le immagini a raccontare, altre volte leggo delle storie. E' vero, il razzismo è nel nostro DNA, la paura del diverso viene dalla nostra diffidenza innata verso chi non conosciamo. E nessuno è immune, né l'occidente, come qualcuno lo definisce né il sud del mondo. Con la differenza che per esempio se fossi stata in un altro posto non avrei potuto affrontare gli interventi chirurgici senza un lavoro. Potrei lamentarmi di tante cose, ma solo perché sono abituata troppo bene. E forse, alla nostra diffidenza atavica, si aggiunge la paura che qualcuno possa condividere quelli che devono restare privilegi degli "orsi polari". Ma se le cose fossero ribaltate? Se i barconi salpassero da Lampedusa pieni di "vichinghi" zozzi in fuga dalla fame e dalle guerre? Ci è stata data in dono una bella "casa" e l'intelligenza per scegliere cosa farne. Ma se continueremo a dividere invece che condividere, finiremo per distruggerla. Nadia