Chi sono le Sirene per la mitologia classica?
Sono le figlie del fiume Acheloo e di una Musa (solitamente Tersicore o Melpomene).
La leggenda dice che fossero le ancelle di Persefone.
Quando la fanciulla fu rapita da Ade, le fedeli compagne desiderarono ali per solcare ogni mare alla sua ricerca. E fu così che le loro vesti divennero piume e le braccia ali; il viso e la voce invece vennero conservati come indennizzo divino per la metamorfosi. Stanche di solcare i mari invano si fermarono su alcune rocce dove vissero per millenni. Originarie della Sicilia, di capo Peloro, successivamente si spostarono ad Antemoessa, probabilmente Amalfi; le tradizioni poi le collocano nelle più disparate isole del Mediterraneo. Dopo la mutazione "avrebbero sorpassato il tempo avanzando sempre giovani verso il futuro e con memoria illimitata del passato mescolata al potere profetico. Di conseguenza il loro intelletto avrebbe preso ad andare per strade lontane rispetto a quelle percorse dagli uomini", dice M. Corti, così "un abisso si creò fra la conoscenza degli uomini e la loro, colmabile solo con un incantamento mortale".
Le fanciulle diventano così esseri divini. Le due caratteristiche divine sono la freddezza e l'eternità, oltre alle doti profetiche. Particolare è notare come il binomio sirene-morte sia frequente nella letteratura. Alcuni scrittori illustri sembrano addirittura accostarle alle Erinni o alle Parche. Platone invece le pone a capo dell'universo, insieme alle Filatrici, in una struttura che ha a capo del cosmo il Fato. Dunque evidente è il ruolo fatale di queste donne-uccelli. e' solo successivamente che per il ruolo di ammaliatrici fatali, sembrando inadatto un corpo di rapace, l'immaginario tende ad associare loro un corpo da donna e una coda di pesce; immagine che è giunta fino a noi (da tempi ben più recenti però).
Ma perchè le Sirene attraggono gli uomini? Cos'ha il loro canto di tanto irresistibile?
Promette la piena conoscenza.
L'uomo, che naturalmente tende al sapere, come diceva Aristotele, viene attratto dalla promessa che il tutto gli sarà svelato. E così si lascia trasportare dalla bonaccia verso gli scogli delle Sirene, le belle incantatrici fatali. Ma la conoscenza, varcare i limiti del proibito all'umano, ha un grande prezzo. Per questo attorno alle Sirene i prati e le acque sono imbiancati dalle ossa dei marinai. Nessuno sfugge alle Sirene. Il peso della totale conoscenza non è sopportabile dall'umano. L'aleph che le Sirene costituiscono è inaccessibile all'uomo. L'uomo tende alla conoscenza ma è creato per un sapere parziale; chi osa varcare le 'Colonne d'Ercole' e spingersi a conoscere nuovi orizzonti compie un pascoliano 'ultimo viaggio che con un dantesco 'folle volo' lo porta alla morte. Ecco qual è il fascino della Sirena: la sapienza, la conoscenza di tutto ciò che è del mondo, al caro prezzo della vita; la Sirena è l'unica vera femme fatale, colei che irresistibilmente attrae ma che è legata al destino dell'uomo prescelto fatalmente.
Ma quante sono le Sirene? Omero ci dice due (il due simboleggerebbe anche il binomio di desiderio-morte che le caratterizza), Platone e molte altre fonti dicono sette, qualcuno una soltanto, molti, tra cui la Corti, sostengono fossero tre. Di queste tre a una viene associata la lira (successivamente tramutata in arpa dagli irlandesi), a un'altra il flauto e a un'ultima la voce. Ma questa è a mio parere un'immagine rappresentativa delle incantatrici. Compaiono vari nomi di Sirena nella letteratura: tra i più noti Leucosia, Partenope e Lighea (quest'ultima compare anche in Tomasi da Lampedusa), nel Medioevo si racconta di Murgen, Nerval parla invece dell'ondina Lorelei (ma delle Ondine nordiche ce ne occuperemo in futuro), mentre Camilleri racconta di Maruzza.
Chi si è salvato dalle Sirene? Orfeo, il suonatore degli Argonauti, che col suo canto ha coperto la voce delle Sirene, e Ulisse, che ha ascoltato il loro richiamo legato a più nodi dai suoi compagni, grazie agli avvertimenti di Minerva. Anche Boote si è salvato ma solo grazie all'intervento di Afrodite che lo ha strappato dalle onde dopo anchìegli aveva ceduto al richiamo fatale. Alcuni dicono che umiliate per aver fallito il loro compito, dopo aver visto la barca dell'argonauta e/o quella del greco allontanarsi, per la disperazione si siano gettate in mare o pietrificate diventando scogli. Poco probabile però, dicono altri, perchè esseri divini non avrebbero potuto reagire tanto male per un fatto che avrebbero anche già dovuto profetare, visto che al di sopra d'ogni essere esiste la Moira, il Fato, a cui nessuno si può opporre. Qualcuno, Kafka e molti altri, sostiene invece che nel caso di Ulisse le Sirene siano state ben più maligne e non abbiano cantato. E cosa c'è di peggiore del silenzio delle Sirene? L'uomo s'illude di averle battute ma è solo illusione; l'uomo è privato della possibilità del conoscere il tutto; l'uomo ingannatore (Odisseo) viene ingannato dalle Sirene. La Corti invece insinua un piano ben più geniale, che trova compimento se si accetta un 'ultimo viaggio' pascoliano e non dantesco: avrebbero insinuato nell'eroe il germe del desiderio di conoscere sempre oltre il limite e lo avrebbero spontaneamente lasciato tornare a Itaca, dove egli, insoddisfatto, si sarebbe sempre più fatto prendere dal desiderio di rimettersi in mare, di varcare sempre nuovi orizzonti, senza mai fermarsi; e proprio questo seme maturato nel corso degli anni e fiorito nel 'folle volo' finale sarebbe il capolavoro delle fatali Sirene. Ulisse nell' 'Ultimo Viaggio' arriva oltretutto a porsi la più grande delle domande, per cui vale la pena morire pur di trovare risposta: 'Chi sono io?', ma le Sirene non rispondono. Ora le Sirene, come dice Virgilio nell'Eneide, non cantano più. Privano l'uomo che ha vissuto per la conoscenza della risposta più importante.
La Corti teorizza anche la possibilità di una terza metamorfosi delle Sirene: in idee. Ed è effettivamente, a mio parere, la verità più azzeccata: 'Le Sirene sono dentro di noi'. Ed effettivamente cosa spinge, e cosa ha spinto, l'uomo di ogni tempo a ricercare ciò che desidera? A varcare i limiti della conoscenza per scoprire l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, portandolo prima con l'Ulisse incarnato in Colombo a varcare le Colonne d'Ercole e scoprire il Nuovo Mondo e poi a varcare l'atmosfera spingendosi fino alla Luna? E' la Sirena che sta nel cuore dell'uomo che gli urla di scoprire, di non accontentarsi mai. E se il serpente di Adamo ed Eva non fosse stato il diavolo ma la prima sirena? provocazione forte, lo so, ma ricordiamo che la Genesi è un testo figurativo come tanti altri, se la si priva della valenza che i credenti le danno. Ad ogni modo.. Le Sirene sono in noi. Io ci credo.
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Post n°33 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da sarucciola00
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Post n°32 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da sarucciola00
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Post n°31 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da sarucciola00
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Post n°30 pubblicato il 17 Novembre 2011 da sarucciola00
Anche se di sirene non si tratta, voglio dirvi di andare assolutamente a vedere BREAKING DAWN se siete appassionati di questa saga, perchè questo epidosio è bellissimo! Il momento dell'imprinting di Jake e Renesme è fantastico, la fine azzeccata anche se si blocca proprio sul più bello, Edward fa tenerezza, ma mai quanto Jacob che, se ci si mette nei suoi panni, fa davvero piangere. Dire che sono estasiata è dire poco..! |
Post n°29 pubblicato il 16 Novembre 2011 da sarucciola00
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Post n°28 pubblicato il 16 Novembre 2011 da sarucciola00
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Post n°27 pubblicato il 15 Novembre 2011 da sarucciola00
Le sirene di Pirati dei Caraibi: belle senza dubbio ma descritte forse come esseri troppo feroci. Sembrano quasi squali divora-umani piuttosto che esseri ammalianti. E il fatto che vengano giustiziate esponendole al sole forse fa molto vampire e un pò meno sirene. Ma tutto sommato non è brutta come interpretazione, a mio parere. Poi ovviamente ecco l'eccezione: il solito mostro buono che cerca di aiutare gli umani-eroi delle fiabe. In questo caso la bella sirena buona se la intende col bel (molto apprezzabile) pastore protestante. Che dire? Una sottospecie alternativa di Ariel? Boh. Ad ogni modo risulta appassionante la loro storia all'interno di un contesto che secondo me è stato esasperato un pò. Nel senso che la saga di Pirati dei Caraibi seguiva un filo piacevole finchè si rifaceva al primo, con Elisabeth e Will; quest'ultimo episodio mi è sembrato un continuo svuotato, come se nemmeno il regista sapesse più cosa inventarsi. A questo punto ci si augura che per movimentare la trama si vada a puntare nei prossimi episodi sulla bella storiella sirena-pastore perchè se ci dobbiamo fermare sull'insipido personaggio di penelope cruz e jack sparrow viene rovinato il ruolo del nostro adorato e adorabile capitano dei sogni e viene a crollare anche l'interesse per questa saga. Che dire? A noi posteri la prossima visione... =) |
Post n°26 pubblicato il 10 Novembre 2011 da sarucciola00
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Post n°24 pubblicato il 04 Novembre 2011 da sarucciola00
Era bello immaginare le sirene stese al sole luminoso sugli scogli di Vernazza, davanti un'orizzonte marino lucente, alle spalle il borgo e le colline verdeggianti e rigogliose. Immaginare le sirene sul faraglione che si protende nel mare di fianco a una della spiagge di Monterosso, là, dove di solito i gabbiani osservano il mare blu e la costa della Cinque Terre che tra golfi, insenature e spiaggette giunge fino al Golfo dei Poeti, fino a Portovenere. In questi luoghi immaginare le sirene era facile e meraviglioso, mentre lo sguardo si perdeva nell'orizzonte acqueo di un blu intenso che si confondeva con l'azzurro del cielo, mentre il profumo di fiori inebriava l'animo e il giallo dei limoni di Montale illuminava il cuore. Il pensiero di librava come i gabbiani alti in cielo, sospinto dalla brezza fresca che mitigava il sole caldo, in uno scenario incantato e incantatore. Ora le sirene non cantano più. Il fango le ha soffocate. Ma coraggio, abitanti di queste perle bellissime, non perdete la speranza. Tutto passa, anche dagli incubi ci si risveglia, e chi invece dalle acque è stato inghiottito lascia il suo ricordo nelle lacrime dei propri cari; e chi rimane deve trovare il coraggio per svegliarsi dall'incubo e riprendere in mano la sua vita. Le sirene devono cantare ancora. Le sirene canteranno ancora sulle vostre meravigliose coste. Non perdete la speranza! E per Genova vale altrettanto. non perdete la speranza e al più presto sentirete nuovamente i canti delle sirene della gioia confondersi con le sirene delle navi nel porto. Un abbraccio a tutti voi. |
Post n°23 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da sarucciola00
Tanti e tanti anni fa, in Irlanda, viveva un vecchio fabbro di nome Jack, ubriacone e taccagno. Era la notte di Halloween quando il vecchio, seduto al bancone di un pub davanti a un grosso boccale di birra, si imbatté nel Diavolo, venuto per reclamare la sua anima. Jack, che era furbo come una volpe, stava per cadere nelle mani di Satana, quando, con uno stratagemma, riuscì a imbrogliarlo facendogli credere che gli avrebbe dato la sua anima in cambio, però, di un'ultima bevuta. Il Diavolo, così, si trasformò in una monetina da sei pence per pagare l'oste e Jack fu abbastanza veloce da riuscire a intascarsela. Poiché, poi, possedeva anche una croce d'argento, il Diavolo non riuscì più a tornare alla sua forma originaria. Jack, allora, stipulò un nuovo patto col Diavolo: lo avrebbe lasciato andare purché questi, per almeno 10 anni, non fosse tornato a reclamare la sua anima. Satana accettò. |
Inviato da: fataeli_2010
il 09/12/2011 alle 12:41
Inviato da: sarucciola00
il 27/11/2011 alle 11:02
Inviato da: fataeli_2010
il 25/11/2011 alle 20:30
Inviato da: sarucciola00
il 24/11/2011 alle 13:14
Inviato da: City.Of.Angel
il 21/11/2011 alle 23:10