Decima Flottiglia...

Post N° 79


GUERRA CIVILE! (continua) Di presidio in PiemonteLe speranze dei volontari di andare al fronte andavano sfumando. Dopo lo sfondamento a Cassino e Anzio non c’era piu’ un fronte vero e proprio, ma una marea che montava e pareva incontenibile.I reparti della “Decima” continuarono ad arrivare in Piemonte fino alla meta’ d’agosto. La zona assegnata faceva centro ad Ivrea, il deposito era a Torino, ma comprendeva parte della Valle d’Aosta e tutto il Canavese.Le ragioni per cui la “Decima” si trovava in Piemonte erano tante, due le principali: organizzare i volontari e addestrarli e sull’ altro fronte presidiare una zona direttamente interessata dall’ attivita’ partigiana.I battaglioni si dovettero frazionare per coprire un territorio tanto esteso dichiarato “bandengebiet” (territorio di bande). I partigiani che erano poche decine nell’ inverno 43 – 43, in primavera si moltiplicarono. Il pattugliamento dei maro’ della “Decima” li costringeva ad usare molta prudenza… ci furono scontri isolati, i ribelli catturati con le armi in pugno – come da disposizioni dei comandi superiori – venivano processati e fucilati.Si pose il problema delle persone fermate durante i rastrellamenti… spesso si trattava di sbandati o renitenti alla leva. Talvolta chiedevano d’essere arruolati. Tanti che risultavano in possesso di un documento attestante il loro essere operai della “Olivetti” venivano rilasciati (l’ “Olivetti” era una industria di guerra). In effetti si trovarono tesserini rilasciati dalla “Olivetti” anche nelle tasche di partigiani caduti negli scontri a fuoco!Il comportamento disciplinato e corretto degli uomini della “Decima” rendeva sostanzialmente buoni i rapporti con le popolazioni. Se gran parte dei civili auspicava – comunque fosse - la fine della guerra, sicuramente questo non era il sentimento dei militari, ma c’era anche la la consapevolezza che la presenza dei maro’ garantiva ordine e tranquillita’. Il lavoro della “Decima” servi’ a risparmiare vite umane, tra i civili e persino tra i partigiani che – resisi conto che era troppo pericoloso scontrarsi con i militari di pattuglia, preferivano attendere tempi migliori, evitando anche alle popolazioni di essere coinvolte nelle rappresaglie che spesso seguivano alle azioni partigiane.