Decima Flottiglia...

Post N° 95


La fucilazione di OnetoIn settembre avvenne quello che si puo’ considerare un episodio unico nella storia della guerra civile in Italia: la fucilazione di un ufficiale ad opera di un plotone di esecuzione composto da appartenenti alle due parti. Si trattava del GM Oneto, che con la sua diserzione aveva dato origine alla sparatoria nella piazza di Ozegna in cui erano caduti Bardelli ed altri nove uomini. Durante una trattativa per uno scambio di prigionieri la Xa aveva richiesto la consegna del disertore per poterlo fucilare. I partigiani della I brigata “Matteotti” di “De Franchi” (Francesco Rossi) aderirono alla richiesta a due condizioni: la liberazione di cinque dei loro e la partecipazione dei partigiani alla fucilazione.Questa avvenne la mattina del 4 settembre nei pressi di Configlietto in Val Soana. Il camion della Xa arrivo’ sul posto dove trovo’ il gruppo di partigiani. L’atmosfera era tesa, tutti con il dito sul grilletto.Fu portata una sedia e accostata al muretto che confinava con la scarpata di un torernte. Arrivo’ la scorta partigiana con il prigioniero in abiti civili e le mani legate dietro la schiena. Si inginocchio’ chiedendo pieta’, i partigiani lo sollevarono e lo legarono alla sedia. Fu letta la sentenza che parlava di di tradimento e indegnita’. Il plotone era composto da sei uomini della Decima e da sei partigiani. La raffica lo investi’ mentre gridava “Mirate al petto, Viva l’ Italia”. Il colpo di grazia doveva spararlo un ufficiale della Decima, ma la mano tremava nell’ estrarre la pistola da fondina. Un partigiano appoggio’ la canna del mitra alla testa del moribondo e lascio’ partire una raffica.Il Comandante Borghese diede notizia del fatto ai reparti che si trovavano nel canavese e ordino’ ai comandanti di leggere l’ ordine del giorno ai reparti riuniti in assemblea. Quattro giorni dopo un piu’ dettagliato rapporto comunicava il fatto al sottosegretario per la Marina e ai comandi interessati. L’ episodio era certamente fuori dall’ ordinario, ma non mancava di una sua logica, visto che le parti potevano concordare almeno sul principio dell’ onesta’ e della coerenza. Le altre bande partigiane del Canavese – ritenendo intollerabile l’ accaduto – chiesero l’ autorizzazione per arrestare e processare “De Franchi”