Decima Flottiglia...

Post N° 97


Come risposta a questo appello, nella seconda meta’ di settembre, il “Lupo” ricevette l’ ordine di partecipare, insieme al “Tarigo”, ad una vasta operazione condotta principalmente ad contingenti tedeschi che investiva le tre valli che partono da Lanzo (Valle di Viu’, Val d’Ala e Val Grande) Il “Tarigo” con l’ appoggio della 2° compagnia “NP” comandata dal STV D’Avena, occupo’ senza contrasto Ala di Stura, Balme e Pian della Mussa.Unico fatto d’armi rilevanti fu la cattura, avvenuta di notte, con intervento diretto del GM Forlenza e del sc Parmeggiani, del comandante partigiano “Battista” (Giovanni Gardoncini) e di “Dino” (Osvaldo Alasonatti) che con tre uomini passavano dalla Valle di Viu’ a quella di Ala. “Battista” fino al giorno prima comandava la 2° divisione della “Garibaldi” ma era stato destituito e cacciato da “Rolandino”. Uno dei tre garibaldini che lo accompagnavano, l’ alpino Triberti, reduce dal fronte russo, chiese di arruolarsi nel “Tarigo” e vi rimase fino alla fine. Prima di ordinare l’ attacco alla testata della valle, il comandante Morelli invio’ il s.ten. medico Maschi  prendere contatto con i partigiani per intimar loro la resa. Ne ebbe un netto rifiuto. Si ando’ all’ attacco.La 1a compagnia del cap. Satta doveva occupare Rifugio Gastaldi e il passo alpino, la 2a compagnia del cap. Barbesino aveva per obiettivo il Lago della Rossa e la 3 a compagnia del ten. Palazzuolo doveva appoggiare l’ azione con armi di accompagnamento.Sui ripidi ghiaioni i partigiani potevano difendersi agevolmente. L’ operazione duro’ cinque ore. Tra gli attaccanti ci furono due feriti leggeri. I partigiani, vista la mala parata, ripararono in Francia abbandonando le armi, materiali ed autocarri piu’ alcuni quintali di viveri.Il “Tarigo” tenne per qualche tempo il presidio della bassa valle di Ceres dove il plotone del s.ten. La Serra realizzo’ a tempo di record un ponte in legno con campata di 10 m, in sostituzione di quello in muratura fatto saltare dai partigiani in ritirata. Il ponte di legno rimarra’ in funzione per due anni anche dopo la fine della guerra.