Decima Flottiglia...

Post N° 106


2.- Trattative e preparativi militariLe autorita’ repubblicane cercarono di arrivare ad una trattativa. Mediatore ancora il vescovo.  Due incontri con Mauri non portarono a nulla, al terzo il capo partigiano nemmeno si presento’.  Si profilava uno scontro che non era gradito a nessuna delle due parti.Zerbino, alto commissario per il Piemonte, non disponeva di forze adeguate e addestrate, cosi’ si appoggio’ agli ultimi reparti della Decima che ancora non si erano trasferiti nel Veneto Orientale. Al comando dell’ azione doveva essere il col. Ruta dei RAP (Raggruppamenti Anti Partigiani) con il suo I° Reparto di Arditi Ufficiali (RAU) appoggiato dal gruppo carri “M”  “Leonessa” della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) che schiero’ tre carri leggeri e due autoblindo.La “Decima” poteva disporre in campo i battaglioni “Lupo” e “Fulmine” con parte del gruppo artiglieria “San Giorgio” I reparti partigiani erano agli ordini di Fede (Enzo Bramardi) con sezioni di mortai e mitragliatrici pesanti americane. Attendevano che l’ attacco partisse da ovest, predisposero due linee di difesa  integrate da campi minati e zone allagate. La riserva era costituita da un gruppo della “Garibaldi”. Il piano di attacco era semplice: avanzare sulla provinciale a destra del Tanaro, garantendosi la sicurezza sulle colline soprastanti la strada. Dopo Cantina di Oddi dispiegamento dei reparti a destra e sinistra della provinciale per ampliare il fronte di attacco cercando il punto debole dello schieramento partigiano.