Decima Flottiglia...

Post N° 147


 TARNOVA DELLA SELVA 1.- Il “Valanga” a TarnovaAlla fine dell’ anno due compagnie del “Valanga” (la Ia del cap. Satta e la “Serenissima” del STV Busca) giunsero a Gorizia per dare il ambio ai “NP” che rientravano a Valdobiadene per prepararsi a schierarsi sul fronte Sud.Le compagnie del “Valanga” erano agli ordini del cap. Rota.Furono questi reparti, assieme alla batteria del “San Giorgio”, a prendere posizione in difesa di Tarnova. La “Serenissima” a presidio all’ ingresso del Vallone di Chiapovano, la Ia a Tarnova con alcuni telegrafisti del “Freccia”, per un totale di 120 uomini piu’ circa 60 artiglieri del “San Giorgio”Tarnova della Selva era un paese all’ incrocio di quattro strade e contava circa 600 abitanti. In quei giorni la neve gelata ricopriva tutto, soffiava la bora e la temperatura era bassissima rendendo difficilmente sopportabili le condizioni meteorologiche.Gli appostamenti difensivi erano a ridosso dell’ abitato, qualche varco era coperto da reticolati, ma il sistema di protezione era rimasto largamente incompleto e mancava materiale per completarlo, inoltre il terreno ghiacciato impediva di scavare trincee e camminamenti per collegare le postazioni esterne con le abitazioni a ridosso. Alcuni varchi difficilmente difendibili erano sistemati con piccoli campi minati sulla cui efficacia vi erano dei forti dubbi.Il comando si colloco’ al centro dell’ abitato e fu costituito un nucleo di pronto intervento con una ventina di effettivi.Vista la posizione infelice, dominata dalle alture occupate dal nemico e la scarsa diponibilita’ di uomini, assolutamente insufficienti per il compito loro assegnato, il cap. Satta ordino’ ai presidi esterni di inviare continuamente pattuglie in perlustrazione al fine di dare l’ impressione di essere molto piu’ numerosi.Le pattuglie catturarono alcuni partigiani e non fu difficile capire che i “titini” stavano ammassando truppe.Il comando di Gorizia venne informato della difficile situazione. Il 7 gennaio furono fatti affluire reparti del “Barbarigo” cui si uni’ lo stesso comandante Scarelli.In una sortita verso Casali Nemci gli arditi del “Barbarigo” piombarono su una dozzina di partigiani comunisti slavi che stavano stendendo linee telefoniche. Fu evidente che l’ attacco era vicino.Il “Barbarigo” fu fatto rientrare a Gorizia, il “Valanga” ebbe il cambio dal “Fulmine”. Poi fu fatta rientrare anche la batteria del “San Giorgio”