Decima Flottiglia...

Post N° 152


 7.- La fine della prima giornata A Tarnova lo scontro a fuoco si andava affievolendo, continuava a martellare l’ artiglieria e la Decima aveva messo fuori combattimento tutti i “partop” sloveni, poi – esaurite le munizioni – aveva smesso di sparare.I titini comunicavano tra loro con razzi a paracadute di diverso colore che rendevano surreale il paesaggio in quella notte di di bagliori continui. All’ alba i maro’ del “Fulmine” erano ancora sulle loro posizioni e in qualche caso riuscivano persino a contrattaccare.---6.- I rinforzi restano bloccati.Su autocarri erano partiti da Gorizia gli uomini del “Valanga” e tre carri armati tedeschi  (Xavier francesi, preda di guerra)Nevicava forte e cio’ riduceva l’ andatura. Superata Sella Dol – tra Monte Santo e Monte San Gabriele – arrivarono ai margini di un campo minato posato dai titini. Il primo autocarro salto’ su una mina, non vi furono perdite. Ma un altro autocarro che seguiva salto’ anch’esso e vi furono morti e feriti. I carristi tedeschi si rifiutarono di proseguire e i camion imbarcarono i feriti, invertirono la marcia e diressero verso Gorizia.Reparti della Ia Compagnia e della “Serenissima” proseguirono a piedi nella tormenta di neve. Prima di Sadove furono investiti da un violentissimo fuoco nemico. Mitragliatrici nascoste in una casa e tiri di mortaio. Non era possibile proseguire. Un plotone rimase sul posto per fronteggiare i titini, il resto dei reparti arretro’ su Sella Dol dove giunsero anche gli uomini del “Barbarigo” e la batteria del “San Giorgio”. Tutti trovarono riparo nel casello della Milizia Confinaria nei cui paraggi furono piazzati gli obici.