Decima Flottiglia...

Post N° 153


 8.- Tarnova della Selva, 20 gennaio 1945 Alle prime luci del 20 gennaio riprese il martellamento dell’ artiglieria e gli scontri si fecero subito aspri. La stanchezza e la fame pesavano fortemente. I titini attaccavano continuamente urlando selvaggiamente come ossessi il loro grido “Na juris” (all’ attacco). La superiorita’ del numero e dell’ armamento si faceva sentire sempre di piu’. Un altro vantaggio per i partigiani del IX Korpus  era la possibilita’ di darsi il cambio inviando in prima linea forze fresche e riposate, ben armate ed equipaggiate…  Agli uomini della “Decima” arrivava solo la notizia che i rinforzi erano bloccati ed incontravano enormi difficolta’La situazione diventava sempre piu’ critica per i ripetuti assalti in massa che soverchiavano le possibilita’ di difesa dei nidi di fuoco dei maro’Alcune posizioni vennero perdute e non c’erano forze per contrattaccare.La sensazione che non ci fosse via d’uscita era in tutti gli uomini della Decima che pero’ non riducevano gli sforzi e combattevano senza sosta.Con alcune puntate verso le strade del paese i titini assalirono i maro’ da retro. Gli sloveni spogliavano gli italiani caduti e ne buttavano i cadaveri nudi - spesso martoriati e selvaggiamente seviziati - nella neve. I nostri portavano i nemici morti davanti alla chiesa del paese per permettere ai loro compagni di recuperarli.La brigata “Gradnik” aveva occupato il San Gabriele per poter prendere alle spalle eventuali reparti italiani che avessero percorso la strada per Sadove e Tarnova.Il “Barbarigo” che – in assenza del comandante Cencetti – era agli ordini del STV Tajana, si avvicino’ per prendere il San Gabriele. Mandando avanti alcune pattuglie e poi le compagnie si raggiunse denza difficolta’ l’ anticima di Col Grande. Ma sulla vetta i titini erano ben appostati.Fu chiesto l’ appoggio dell’ artiglieria, la batteria del “San Giorgio” sparava con i pezzi piazzati completamente allo scoperto, tanto che le sventagliate di mitra battevano sullo scudo frontale. Puntamento diretto e fuoco a volonta’!Quando l’ azione dell’ artiglieria’ rese piu’ modesto il fuoco di sbarramento sloveno il “Barbarigo” mosse all’ assalto e riconquisto’ la vetta. L’ azione costo’ la perdita del GM Piccoli e del sc Chiesa e numerosi furono i feriti.I partigiani comunisti rimasero abbarbicati su pochi metri di terreno sotto la cresta.Una parte della 1° compagnia del “Valanga” prese posizione sulle pendici del monte.Contemporaneamente il “Sagittario” aveva occupato il San Daniele ma lo sbarramento sloveno e l’ afflusso di riserve fresche della “Gradnik” impedi’ di avanzare oltre. Tra i feriti in questa azione vi fu il TV Franchi, comandante del “Barbarigo”L’ artiglieria della “Decima” e quella tedesca svilupparono un intenso fuoco di interdizione attorno a Tarnova.Una colonna del 4° Reggimento MDT con appoggio di qualche piccolo reparto tedesco inizio’ l’ azione di aggiramento a Nord scontrandosi con i partigiani comunisti della “Buozzi” infliggendo loro pesantissime perdite.All’ imbrunire del 20 gennaio i maro’ sul San Gabriele e sul San Daniele tenevano le posizioni conquistate.La bora soffiava gelida e tagliava il viso come una lamaTurbini di neve sollevati dal vento toglievano la visibilita’Quelli che potevano concedersi qualche momento di riposo cercavano riparo tra i resti delle trincee della Grande GuerraDa Valdobiadene arrivarono in rinforzo due compagnie di “NP” , la 2° ando’ col “Barbarigo” la 3° ando’ con il “Sagittario”.A notte inoltrata sul San Gabriele inizio’ a sparare una mitragliera accompagnata da raffiche di armi automatiche. Fu lanciato un razzo verde, un altro segnale verde rispose.Nel buio si udivano ordini gridati in tedesco… i maro’ rimasero interdetti non capendo chi stesse avvicinandosi alle loro postazioni. Poi un grido “Na prej!” (avanti! - in sloveno) e le mitragliatrici di Farotti entrarono in funzione stroncando l’ attacco sul nascere e infliggendo perdite ai titini.