Decima Flottiglia...

Altre stragi ad opera della Garibaldi!


Anche se in contesti lontani dal confine orientale e senza diretto coinvolgimento di forze della Decima Flottiglia Mas... non si puo' tacere su altre eroiche imprese delle bande partigiane inquadrate nella "Garibaldi" In particolare e' nota ed altrettanto incomprensibile la conclusione con un assassino a capo di assassini che diviene parlamentare della Repubblica!  ---------- La Strage della Missione Strassera Ancora la brigata Garibaldi! La Strage della Missione Strassera è un episodio della guerra interna tra formazioni partigiane di diverso colore politico occorso il 26 novembre 1944 in località Portula (Vercelli). Come in molte altre zone del nord nel periodo della resistenza 1943-1945 sulle montagne del Biellese, si combatté una doppia guerra che vide tedeschi e fascisti della Repubblica Sociale Italiana contro i partigiani, e talvolta partigiani di un colore politico combattere parallelamente contro partigiani di un altro colore politico. 1.- Il fatto Emanuele Strassera era un agente del governo italiano (e contemporaneamente agente dell'Ufficio dei Servizi Strategici statunitense (OSS)) residente allora nel Sud liberato, sbarcato sulla costa ligure da un sommergibile USA all'inizio dell'estate 1944 ed inviato nel Nord Italia dagli angloamericani, con il compito di coordinare la lotta partigiana e riferire della situazione presente. Strassera arruolò a questo scopo quattro partigiani. Strassera aveva il compito di consegnare un rapporto agli agenti alleati operanti in Svizzera. Al momento di portare in Svizzera le informazioni chiese aiuto alle formazioni partigiane vicine per essere scortato in Svizzera. Nel Biellese era forte la Brigata comunista Garibaldi-Biella che comprendeva il 6° distaccamento “Pisacane” comandato da Francesco Moranino, detto “Gemisto” nato a Tollegno nel 1920. Strassera contattò Moranino per l'aiuto occorrente per arrivare in Svizzera. L'aiuto tuttavia non arrivò mai (nonostante l'invio di un messaggio radio di missione compiuta). I 5 partigiani vennero uccisi il 26 novembre 1944 in località Portula. Le vittime furono: Emanuele Strassera, capo missione; Gennaro Santucci, partigiano; Ezio Campasso, partigiano; Mario Francesconi, partigiano; Giovanni Scimone: partigiano. Successivamente, il 9 gennaio 1945 vennero uccise le spose di due dei partigiani, Maria Santucci e Maria Francesconi, uccise con un colpo alla testa perché avevano iniziato ad indagare per scoprire la verità sulla sorte dei loro mariti. Gli assassini cercarono di far ricadere la responsabilità della morte delle due donne sui fascisti ed i loro rastrellamenti. Il fatto rimase per anni avvolto nel mistero. 2.- Le indagini e i colpevoli Nel dopoguerra i familiari dei 5 partigiani fucilati e delle 2 donne uccise presentarono alle autorità delle prove frutto di loro indagini. A seguito di queste prove vennero avviate delle indagini ufficiali che orientarono le responsabilità sul partigiano Francesco Moranino, nel frattempo diventato deputato comunista. Il 22 aprile 1956, il processo svoltosi a Firenze si concluse con la condanna da parte della Corte d'Assise all’ergastolo di Moranino per sette omicidi. Si legge nella sentenza: