La Xa Flottiglia Mas all' 8 di settembre del 1943 non si sciolse e non si arrese a nessuno, mantenendo il tricolore sul pennone della caserma del Muggiano (SP). Nei giorni e nei mesi che seguirono, quella bandiera indico' la strada a parecchie migliaia di italiani gia' combattenti o giovanissimi che non avevano ancora prestato servizio di leva. Uomini che non accettavano la resa senza condizioni e il ribaltamento di fronte. Il primo intendimento fu quello di continuare l' attivita' nei mezzi d' assalto - che era propria del reparto - e che fu presto affiancata dalle squadriglie dei Mas, delle vedette antisommergibile, delle motosiluranti e dei sommergibili tascabili. Ma il numero di volontari che accorrevano da tutte le parti impose soluzioni nuove per l'impiego di questi uomini. Furono costituiti battaglioni delle varie specialita' e gruppi d'artiglieria che si impegnarono dovunque la loro presenza fosse richiesta. (Guido Bonvicini "Decima Marinai! Decima Comandante")
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Post n°165 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da decimacomandante
La prima di tutte, in ordine cronologico, fu progettata con mezzi di superficie da impegnare davanti al porto di Napoli. Base di partenza doveva essere Terracina, lo sbarco alleato ad Anzio mise in difficolta’ le comunicazioni con La Spezia, si dovette rinunciare e portare la base a Fiumicino da dove partirono poi numerose incursioni contro convogli nemici che rifornivano la testa di ponte alleata di Nettuno. In queste azioni alcune unita’ nemiche furono colpite e affondate.
Nella notte del 22 gennaio 1944, quando il VI corpo d’armata americano effettua un altro sbarco tra Anzio e Nettuno la Decima entra in azione con 3 MTSM che a piena velocita’ si infiltrano tra la flotta nemica, attaccano un cacciatorpediniere e colpiscono una corvetta. Nonostante la valanga di fuoco scatenata contro i nostri “barchini” dalle navi americane, gli equipaggi rientrano con spericolate manovre di disimpegno e con un ferito, il sergente Pisu. Le azioni si ripeterono nelle settimane e nei mesi seguenti costringendo i comandi alleati a rallentare le operazioni di rifornimento e a sospendere le operazioni notturne di sbarco di truppe fresche. Il risultato delle azioni della Decima contribuii a rallentare l’ avanzata su Roma.
Le incursioni notturne continuarono con successo in Tirreno e anche sull’ Adriatico.
La notte sul 21 febbraio 1944 il sergente Rocco Chiarello e il maro’ Guido Candiollo, preso contatto con unita’ nemiche al largo della costa pontina, con un siluro centrarono una nave pattuglia che affondo e con una bomba di profondita’ danneggiarono gravemente un dragamine, rientrando incolumi alla base.
I MAS furono dislocati a Porto Santo Stefano e da li compirono numerose missioni, purtroppo non sempre gli equipaggi fecero ritorno.
Temporaneamente spostata a Fiumicino una squadriglia di MAS affronto - tra il 28 e il 30 aprile ’44 – una unita’ adibita al trasporto e allo sbarco di carri armati (LST – Landing Ship Tank), nonostante il fuoco di sbarramento l’ unita’ comandanta dal GM Baglioni centro’ la nave con un siluro facendola affondare in pochi minuti con il suo carico di una trentina di carri destinati al fronte.
Ai primi di marzo due MAS ingaggiarono un violento scontro a fuoco con sette unita’ inglesi che incrociavano in zona e che – in preda alle fiamme – cessarono di sparare dopo un accanito combattimento.
Dopo lo sbarco alleato sulle coste della Francia meridionale (15 agosto 1944) una base di mezzi d’ assalto fu dislocata a San Remo e una base per i MAS fu organizzata a Savona. Anche da queste basi partirono numerose incursioni. La Xa pati’ perdite in quel periodo sia per il fuoco nemico che per il bombardamento aereo delle basi liguri
Venne organizzata e attrezzata una colonna mobile che trasportava su autocarri gli operatori, i loro “barchini” e relative scorte di carburante, armi, munizioni, apparecchiature ed una officina meccanica con tanto di laboratorio elettrico. L’ autocolonna poteva spostarsi nei punti strategici della costa per impiantarvi in breve tempo nuove basi mimetizzate da cui operavano i mezzi in piena autonomia.
Nota: ad imitazione degli italiani anche i tedeschi misero a punto un loro siluro pilotato, il “Marder” che era una specie di maiale (SLC o siluro a lenta corsa, usato dalla Decima) composto da due siluri sovrapposti. 23 Marder il 23 marzo tentarono di attaccare la flotta anglo-americana al largo di Anzio, l’ impresa falli e numerosi piloti tedeschi furono catturati. Ripeterono l’azione il 21 aprile con 20 siluri pilotati, subendo il totale fallimento e la perdita di tutti i mezzi di una ventina di uomini. Da allora non risultano significative azioni di mezzi insidiosi tedeschi, ma anche americani, inglesi, francesi e russi cercarono di metter in campo mezzi subacquei simili a quelli condotti dagli incursori italiani, ma non solo i loro mezzi furono tecnicamente inadeguati… ma anche i loro operatori non seppero mai usarli con la perizia e l’ efficacia degli uomini della Xa Flottiglia Mas! |
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Junio Valerio BORGHESE
Capitano di Corvetta
Nacque a Roma il 6 giugno 1906. Allievo all'Accademia Navale di Livorno dal 1923, nel luglio 1928 conseguì la nomina a Guardiamarina ed imbarcò sull'incrociatore Trento.
Promosso Sottotenente di Vascello nel 1929, prese imbarco sul cacciatorpediniere Fabrizi e nel 1933, nel grado di Tenente di Vascello, imbarcò sui sommergibili Tricheco ed Iride; con quest'ultimo partecipò a missioni operative durante il conflitto italo-etiopico e nella guerra di Spagna.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale ebbe il comando del sommergibile Vettor Pisani e nell'agosto 1940, promosso Capitano di Corvetta, ebbe il comando del sommergibile Sciré con il quale trasportò mezzi ed operatori nelle missioni di Gibilterra e di Alessandria.
Costituitasi il 15 maggio 1940 la X Flottiglia MAS per Mezzi d'Assalto, assunse il comando del Reparto Operatori Subacquei e con la promozione a Capitano di Fregata, anche quello della Flottiglia. Al comando dello Sciré trasportò ad Alessandria gli operatori subacquei che nella notte fra il 18 ed il 19 dicembre 1941 violarono la munitissima base navale inglese di Alessandria ed affondarono le due corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth.
Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e comandò, fino al termine del conflitto, la ricostituita X Flottiglia MAS. Posto in congedo mori a Cadice (Spagna) il 26-8-1974. E' sepolto nella Cappella Borghese di Santa Maria Maggiore in Roma.
C.C. J. V. Borghese
Motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare
Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoriuscita del personale. Durante la navigazione di ritorno, sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le difficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio.
Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento.
Mediterraneo Occidentale, 21 ottobre - 3 novembre 1940
Altre decorazioni a riconoscimenti per merito di guerra:
- Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Mediterraneo occidentale, febbraio 1938)
- Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia (Mediterraneo orientale, dicembre 1941)
- Promozione al grado di Capitano di Fregata (1941).
L' idea dello "scudetto" con il teschio e la rosa rossa ci venne ricordando il comandante Todaro, Medaglia d' oro, una delle figure leggendarie della Decima ante 8 settembre.
Todaro, come Teseo Tesei, un altro dei nostri eroi, aveva lasciato a noi della Decima una traccia profonda ed indelebile. Todaro era il mistico di un determinato tipo di vita, che cercava piu' che la vittoria... una bella morte. "Non importa" ci diceva "affondare la nave nemica. Una nave viene ricostruita. Quello che importa e' dimostrare al nemico che ci sono degli italiani capaci di morire gettandosi con un carico di esplosivo contro le fiancate del naviglio avversario". Tra l' altro, prima di cadere, ci aveva parlato del suo desiderio di coniare un distintivo dove apparisse l' emblema di una rosa rossa in bocca ad un teschio: "Perche' per noi" aveva detto " la morte in combattimento e' una cosa bella, profumata"
Nel suo ricordo, disegnammo cosi' lo "scudetto": E mai, forse, un distintivo fu "capito" e portato con tanta passione. Perche' sintetizzo' veramente lo spirito rivoluzionario, beffardo, coraggioso, leale che animo' in terra ed in mare, gli uomini della Decima repubblicana"
(J. V. Borghese)
Quando mi accorsi che attorno a noi si era creato il vuoto, che istituzioni, enti, comandi e cosi' via non esistevano piu'... capii che era necessario interpretare in senso rivoluzionario la nuova realta' e fornire agli uomini che stavano radunandosi attorno a me delle direttive atte a rompere decisamente con gli schemi di un passato e di una tradizione che non avevano retto alla prova dei fatti. Emanai cosi' alcune disposizioni fondamentali:
- Rancio unico per ufficiali, sottufficiali e marinai
- Panno della divisa uguale per tutti
- Sospensione di ogni promozione sino alla fine della guerra, fatta eccezione per le promozioni per merito di guerra sul campo
- Reclutamento esclusivamente volontario
- Pena di morte per i militari della Decima che vengano riconosciuti colpevoli di furto o saccheggio, diserzione, codardia di fronte al nemico
Il profondo significato morale e spirituale di queste disposizioni fu pienamente inteso dai volontari della Decima...!
J.V. Borghese
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