Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Novembre 2018

Claire North - Le prime quindici vite di Harry August

Post n°154 pubblicato il 29 Novembre 2018 da ixtlann
 

 

 

"Scrivo questo per te.

il mio nemico.

Il mio amico.

Tu lo sai già, devi saperlo.

Hai perso."

 

Chi non ha sognato di viaggiare nel tempo? Probabilmente è un sogno che chi più chi meno tutti abbiamo fatto, intrigandoci, appassionandoci, scegliendo il come e il quando.

In questo caso assume dei connotati un po' diversi,  Harry August ogni volta che muore rinasce esattamente nello stesso luogo e nello stesso anno. Quindi più che viaggiare nel tempo e un vivere ciclicamente gli stessi anni, più o meno, visto che la morte è sempre diversa.

 

"«Tutti sono rispettabili» rispose lei dolcemente «ai propri occhi»."

 

Uroboro, il serpente che si morde la coda, questo e il destino del nostro protagonista, che durante la sua esistenza vive e ricorda le vite precedenti, in tutti i particolari essendo dotato di una memoria straordinaria. E le sue vite si succedono una dopo l'altra facendogli accumulare esperienze e  conoscenze, facendogli sperimentare l'amore come l'odio, l'amicizia e la lealtà come la solitudine e il tradimento e tante altre emozioni e sentimenti, fino alla sua dodicesima vita quando una bambina gli dice:

 

"La fine del mondo sta arrivando. Adesso tocca a te".

 

Così comincia questo romanzo che con salti di tempo e di luogo ci farà rivivere  episodi delle varie vite di Harry in parte per raccontarci delle sue esperienze in parti per raccontarci del suo tentativo di salvare il mondo.

 

"C'è innocenza nell'ignoranza?

E se c'è, tolleriamo gli altri in virtù della loro innocenza?"

 

Un libro che se è già appassionate per come e immaginato, diventa sempre più avvincente mentre il nostre eroe cerca di risolvere il giallo fantascientifico della fine del mondo.

In tutto ciò l'autrice riesce anche a raccontarci di rapporti interpersonali, di scienza e del pericolo ad essa connessa, di ecologia e di danni "inconsapevoli" che facciamo al nostro habitat!

 

"L'umanità ha imparato a scolpire con gli strumenti della natura, ma non riesce ancora a vedere l'immagine che creerà"

 

Un romanzo che cattura e trattiene il nostro interesse e il nostro fiato fino alla fine, bello e diverso un giallo molto particolare perché usa la variabile il tempo e le vite che si ripetono.

La scrittura modo scorrevole, anche se con uno stile un po' retrò fa si che si legga d'un fiato senza voler interporre  interruzioni se non quelle obbligate!

Molto consigliato!

 

"«Il mondo sta per finire. I mari ribollono, i cieli cadono, e il processo accelera sempre di più. Il corso del tempo lineare sta cambiando, ed è colpa nostra. Siamo stati noi!»"

 

 
 
 

Francesco Muzzopappa - Una posizione scomoda

Post n°153 pubblicato il 28 Novembre 2018 da ixtlann
 

Ho un difetto, voglio comunque portare a termine la lettura del romanzo che ho cominciato, anche se mi rendo conto che proprio non mi piace. Questo romanzo mi ha riportato alla mente il mio problema, mi sono subito reso conto che avrei sofferto per finirlo, e a meno della metà ero distrutto. E correvo seriamente il rischio di slogarmi la mandibola dagli sbadigli sempre più frequenti e sempre più performanti! E dire che avevo cominciato la lettura nella speranza di farmi quattro risate, visto che mi era stato presentato come autore e libro davvero comico! Mah! Forse il mondo sarà anche bello perché vario, ma a volte resto davvero perplesso. Fortunatamente l'autore a pensato di aiutarmi nello scrivere la recensione del suo romanzo scrivendo per me ciò che pensavo! (ahaha)

"trama esigua e noiosa,"

"non riesce a suscitare alcun sentimento se non un misto di nervosismo e rabbia."

"Resta il citazionismo cinefilo."

Ad onor del vero si prende anche la briga di raccontarci come trasforma i capolavori cinematografici, in pessimi film porno!

"Ma oltre quello, a parte un paio di mediocri trovate comicamente involontarie, nulla più. Infelice."

"è uno degli esempi più eclatanti di pochezza"

"Cinque minuti di previsioni del tempo hanno più intensità e ritmo di questa massa di battute da tragedia greca"

Cosa aggiungere, fortemente sconsigliato!

 

 

 
 
 

Marco Balzano - Resto qui

Post n°152 pubblicato il 27 Novembre 2018 da ixtlann
 

Triste senza essere melenso, pieno di un dolore che ti fa fare il tifo per qualcosa che sai già non potrà andare bene, contro la società, contro il falso progresso sulle spalle di chi vorrebbe solo vivere la vita che  tutti sogniamo e che sempre più è solo un sogno, che si allontana!

"Io invece credevo che il sapere piú grande, specie per una donna, fossero le parole. Fatti, storie, fantasie, ciò che contava era averne fame e tenersele strette per quando la vita si complicava o si faceva spoglia. Credevo che mi potessero salvare, le parole."

Benché ci racconti di una storia di oltre mezzo secolo fa,  sembra estremamente attuale perché ci parla di "cose" che non cambiano, il razzismo tra poveri senza colpa, la paura del domani, la speranza che il male alla fine non ci tocchi, la ricerca di qualcuno/qualcosa che funga da anatema verso un futuro che ci fa paura e che benché si cominci a intravedere preferiamo ignorare, perché siamo coscienti di essere impotenti verso le minacce che esso reca, il progresso che passa sulla testa della gente, voluto comunque da tutti, almeno da tutti quelli che non lo vivono sulla propria pelle... TAV.

L'autore si è documentato in merito a  fatti e avvenimenti realmente a accaduti, la costruzione di una diga che sommergerà due borghi realmente esistiti, Resia e Curon Venosta, il cui Campanile che sporge dall'acqua oggi è una attrazione turistica, dove ci si reca per fare un selfie!

La qualità della scrittura generalmente fluida e semplice ci aiuta in una lettura abbastanza avvincente, anche se ogni tanto ci imbattiamo in frasi che ci lasciano perplessi perché non fanno parte del nostro bagaglio di luoghi comuni. "Sono rimasta così, con la saliva aggrumata in bocca.", o perché costruite in modo da non sembrare corrette "Mentre mi faceva l'amore", "Mi piaceva mettervi sul tappeto e restarvi a guardare.", e ti lasciano li a meditare, sulla correttezza o sulla stranezza dell'espressione. Una ultima stranezza riguarda un passaggio, i tedeschi uccidono "la donna grassa", "il vecchio" e "il padre di Maria" e "A turno abbiamo scavato la fossa. Li abbiamo distesi uno sull'altro perché ci mancavano le forze per scavarne quattro  ", perché quattro?

Ma va bene così, un bel libro che val la pena di leggere.

 

 

"Si muore solo per la stanchezza. La stanchezza che ci danno gli altri, che ci diamo noi stessi, che ci danno le nostre idee. Non aveva piú le sue bestie, il suo campo era stato sommerso, non era piú un contadino, non abitava piú il suo paese. Non era piú niente di quello che voleva essere e la vita, quando non la riconosci, ti stanca in fretta. Non ti basta nemmeno Dio."

 

 

 
 
 

Franco Di Mare - Barnaba il mago

Post n°151 pubblicato il 26 Novembre 2018 da ixtlann
 

 

"Credo quia absurdum"

 

Franco Di Mare è sempre una garanzia!

Ha il dono della scrittura, e quindi può scrivere qualsiasi cosa, il risultato sarà sempre bello e buono! In questo casi ritorniamo a Bauci (paesino dell'Appennino meridionale inventato dall'autore per ambientarvi le sue storie, ma che ricalca la struttura e la vita di moltissimi paesini simili), dove incontriamo personaggi già conosciuti in "Il caffè dei miracoli" (che consiglierei comunque di leggere, forse il più divertente di questi di Bauci), inoltre ogni tanto troviamo anche qualche riferimento a fatti ivi raccontati.

 

"«"Si può essere più furbo di un altro, ma non più furbo di tutti gli altri""

 

Come dicevo Di Mare sa scrivere e riesce facilmente a rendere interessante e avvincente ciò che racconta, in questo caso l'arrivo in paese di un "Mago" che vi apre uno studio, il romanzo quindi vola via in un attimo, purtroppo, lasciandoci con un sorriso sulle labra e tanti pensieri nella testa, già perché benché i suoi romanzi sembrino scanzonati gli spunti di riflessioni e le osservazione sui nostri modi di vivere, sulle nostre abitudini, sui nostri vizi, che se vogliamo riusciamo anche ad ignorare ma che comunque lavorano in fondo al nostro cervelletto!

 

"'A scopa nova è bona solo pe' tre juorne."

 

Come è sua abitudine l'autore si diverte a regalarci motti e proverbi, gocce di saggezza prese dalle fonti più disparate, dalla nostra cultura contadina fino alla saggezza dei classici greci e dei latini!

 

"l'uccello ciarliero non costruirà mai il suo nido»"

 

In questo romanzo l'autore si confronta con un tema fondamentale della nostra esistenza, la fede.

 

"«Significa che chi crede lo fa perché possiede il dono della fede, non perché ha capito» [...]se questa cosa vale per i misteri che si manifestano intorno all'opera di Dio, allo stesso modo dovrebbe valere per quei fenomeni che non riusciamo a spiegare con l'uso della ragione ma che non c'entrano con i miracoli che compie nostro Signore" .

Davvero un bel libro!

 

"Di più direi, ma di men dir bisogna."

 

 

 

 

 
 
 

Donatella Di Pietrantonio - Bella mia

Post n°150 pubblicato il 25 Novembre 2018 da ixtlann
 

Fortunatamente avevo già letto L'arminuta,  che mi è piaciuto molto, perché se l'approccio a questa autrice fosse avvenuto con questo libro, non credo che avrei letto altro. Un libro pieno di sentimento, di dolore e di nostalgia, che può al massimo ispirare solidarietà e condivisione, ma che non prende e stanca, leggere diventa una fatica da assolvere, forse per giustizia sociale, il dolore di cui ci parla, la perdita, il terremoto e i suoi disagi, lo ho vissuto sulla mia pelle, come è successo ormai a tanti Italiani. Tolto questo resta poco, un teenager disadattato e probabilmente viziato, una donna che è sempre rimasta ai margini della vita, ombra di una sorella gemelle che " Per strada i gatti la seguivano elastici con le schiene inarcate e le code in aria, i cani le trotterellavano dietro. Quando sbriciolava le molliche sul davanzale della cucina, i passeri arrivavano a beccarle dai polpastrelli.". purtroppo in questo romanzo la scrittura e l'uso creativo delle parole che fanno dell'arminuta un capolavoro sono solo appena accennate e si perdono, non riescono a diventare l'aspetto interessante del romanzo, lasciando che sia la trama la protagonista indiscussa, trama che come dicevo, non ha grandi spunti se non questo narrazione del sisma e delle sue conseguenze, e anche la pallida storia d'amore che vediamo nascere, non riesce a smuovere le acque più di tanto. Insomma, niente di che, Se non avete letto nulla di quest'autrice leggete l'arminuta, se avete letto l'arminuta e siete state colpite dalla sua scrittura evitate questo romanzo! Non mi sento di consigliarlo, anche se immagino che ci saranno tanti lettori che potrebbero gradirlo!

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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