Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Novembre 2018

Wu Ming - Altai

Post n°149 pubblicato il 25 Novembre 2018 da ixtlann

In parte la continuazione di "Q", in realtà ritroviamo qualche personaggio che avevamo lasciato nel romanzo precedente.

La storia questa volta a come scenario Istanbul, e comincia quindici anni dopo la fuga da Venezia.

Un bel romanzo, molto avvincente e ben scritto, senza dare quella percezione di scrittura a più mani che si percepiva in Q, ma, per contro senza la sua profondità e la sua presa. Le tematiche diventano meno interessanti almeno dal punto di vista storico forse perché in parte più lontane da noi, gli intrighi di corte dei Turchi e di chi all'epoca frequentava la corte di Selim. Le tematiche invece forse diventano più generiche e, l'individuo, la patria, la religione, le relazioni personali. Questo lo rende più accessibile e più fruibile, in cui tuti trovano degli specchi e degli spunti di riflessione. Un buon romanzo storico, come al solito ben circostanziato e ben scritto. Non da leggere ma sicuramente leggibile.

 

 

 
 
 

Pif - … che Dio perdona a tutti

Post n°148 pubblicato il 24 Novembre 2018 da ixtlann
 

"𝘊𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘶𝘯𝘰 𝘷𝘰𝘳𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘯𝘦𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘴𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰."

Pif ha la capacità di trattare argomenti scabrosi con grazia e leggerezza.In questo caso si cimenta con un aspetto della nostra società noto a tutti e da tutti ignorato, l'integralismo, l'ortodossia cattolica! L'Italia è un paese di cattolici, anche se questi cattolici poi magari, non vorrebbero, gli immigrati, rubano quanto possono, mentono con facilità, e così via, perché tanto alla fine "Dio perdona tutti".Questo è il focus del romanzo, idiosincrasia tra ciò che si professa e come si vive!Con molta delicatezza Pif ci narra la storia di Arturo, trentacinquenne single, che incontra la sua anima gemella, Flora, che sembra disegnata per lui.

"È 𝘤𝘩𝘦, 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰, 𝘥𝘦𝘷𝘪 𝘳𝘪𝘯𝘶𝘯𝘤𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘶𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦."

Ma Flora è cattolica, mentre il nostro protagonista è un agnostico, quindi si trova ad essere ripreso per le sua inqualificabili manifestazioni di fede. Forse a volte bisognerebbe essere più tolleranti con il prossimo e cercare di fare un analisi di coscienza prima di assumere posizioni rigorose, ma spesso siamo così compresi della nostra crociata e dalla pagliuzza nell'occhio del prossimo da non vedere la trave che ci acceca!Corrado decide che più delle parole forse possono le azioni, e quindi assuma una posizione che non è la sua ma che pensa parlerà per lui e gli permetterà di superare questa differenza culturale.

"𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘴𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘨𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘰."

Di punto in bianco il nostro eroe decide di seguire le leggi che dovrebbero governare la vita dei cattolici. È la fine, la sua ortodossia si scontra a qualsiasi livello con la vita di chi gli sta intorno, fidanzata compresa, che lo vorrebbero cattolico, ma morbido, accomodante, superficiale, di quelli che si professano tali senza neanche immaginare cosa possa significare, ma lui ha deciso di fare questo esperimento almeno per tre settima ... davvero tantissimo tempo, in molto meno perde fidanzata, lavoro e amici , e tutti lo guardano come un marziano!

"𝘌𝘤𝘤𝘰, 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘴𝘤𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘤𝘪 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦? 𝘋𝘦𝘪 𝘧𝘢𝘳𝘮𝘢𝘤𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘳𝘪𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯𝘪? 𝘐𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘢 è 𝘤𝘩𝘦 𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘤𝘪 𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘴ì, è 𝘱𝘪ù 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘦, 𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘮𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘢. 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘦 𝘢𝘭 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘦 𝘤𝘪 𝘱𝘦𝘯𝘵𝘪𝘢𝘮𝘰. 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘧𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘋𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘰𝘯𝘢 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪!"

Pif se la piglia con chi si professa cattolico, ma la stessa analisi si potrebbe fare con tutti religiosi e laici, perché la dove non c'è un dogma da seguire ci dovrebbero essere delle leggi etiche, che fanno la stessa fine di quelle morali.Futti futti che dio li perdona tutti, e la dove non il Iddio, ci pensa la società a capire, perdonare e accettare tutto e di tutto!La scrittura molto scorrevole e la capacità narrativa dell'autore fanno si che il romanzo voli via in un attimo tenendoci avvinti dalla storia senza mia stancarci e riuscendo anche a strappare qualche sorriso.

"𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘯 𝘍𝘳𝘢𝘯𝘤𝘦𝘴𝘤𝘰 𝘤𝘪 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘴𝘴𝘦 𝘢𝘪 𝘭𝘶𝘱𝘪 𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘤𝘤𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘮𝘢 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘪: 𝘥𝘰𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘪 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪, 𝘮𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘵à; 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘭𝘭𝘰, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘦."

Sicuramente da leggere ... ma forse non tutti riuscirebbero a digerirlo, bisognerebbe avere una grande capacità di mentire a se stessi, un esercizio molto difficile!

"𝘊𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘥𝘦 𝘵𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘢𝘥 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢, 𝘪𝘯 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘪𝘵à 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘦, 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰. 𝘔𝘢 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘢 𝘤𝘢𝘵𝘵𝘰𝘭𝘪𝘤𝘰. 𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘢 𝘢𝘤𝘤𝘭𝘢𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘴ì. 𝘚𝘦 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘰, 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘤𝘪𝘷𝘪𝘭𝘦. 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘰 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘭𝘦 𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘪 è: 𝘧𝘶𝘵𝘵𝘪, 𝘧𝘶𝘵𝘵𝘪, 𝘤𝘩𝘦 𝘋𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘰𝘯𝘢 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪! 𝘊'è 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘋𝘪𝘰 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪𝘰𝘴𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘦𝘳à. 𝘚𝘦 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘷𝘪 𝘤𝘰𝘴ì, 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘥𝘦, è 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘦 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘳𝘪𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯𝘪. 𝘈𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢, 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘱𝘪ù 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘦, 𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘪ù 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢. 𝘛𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘵𝘦 𝘤𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘰𝘯𝘦𝘳à" 

 
 
 

George Orwell - 1984

Post n°147 pubblicato il 24 Novembre 2018 da ixtlann
 

 

 

Il grande fratello Vi guarda

 

Finché non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza

 

Forse dovrei semplicemente dire un grandissimo Capolavoro!

Ma anche avendo detto tutto avrei detto ben poco, di questo romanzo che lascia senza fiato.

Innanzitutto vorrei sottolineare che è stato scritto nel 1948, (in Italia c'erano state sperimentazioni televisive nel 39-40, ma la prima trasmissione televisiva ufficiale è del 1954, e parlo di televisione, Orwell si pensa un terminale video che funziona in entrambe le direzioni. Praticamente un video web.

 

"la guerra è pace

la libertà è schiavitù

l'ignoranza è forza."

 

Ma questo è il meno, la distopia mondiale (e speriamo che resti una distopia, perché in realtà sembra sempre più profetico) che si inventa e il massimo esempio di totalitarismo immaginabile, che va ben oltre gli esempi che aveva intorno, portandoci a vedere un sistema con una sua filosofia, dove il potere è fine a se stesso e dove non c'è possibilità di soluzione!

Orwell oltre la società che ci descrive si inventa e ci racconta anche su quale filosofia si regga, non giustificandolo, ma spiegandoci come e perché non ci sono alternative, facendoci star male, e facendoci sperare che sia solo un romanzo.

 

"«Quando fai l'amore, consumi energia. Dopo ti senti felice e te ne freghi di tutto il resto, e questo loro non possono permetterlo. Loro vogliono che tu stia sempre lì a scoppiare d'energia: tutte queste marce, queste grida di acclamazione, questo sventolio di bandiere, non sono altro che sesso andato a male. "

 

Claustrofobico. Terrificante Duro. Spietato. Attuale in modo impressionante, tanto da non sembrare fantascienza ma una analisi della nostra società, dove sempre più la realtà si riduce ad un senso di materialismo esasperato, dove non esiste più il futuro, ma tutto si riduce ad un presente fatto di oggetti e non di pensiero, di filosofia o di umanesimo, dove l'annullamento del pensiero e fatto con metodo e con strumenti più efficaci di quanto si immagini e di quanto si riesca a vedere, una rete che esalta i valori della violenza, del consumo, del tutto e subito di un passato che non esiste e che si ri-modifica ad ogni piè sospinto, una rete dove le false notizie (Fake news) circolano con tanta facilità da confondere chiunque, e dove l'estrapolazione e la decontestualizzazione fanno si che si possa affermare tutto oscillando su una linea che sembra vera ma che di vero non ha più niente annullando così il presente, distruggendo il passato e impedendo un futuro.

 

"Un'intera catena di dipartimenti autonomi si occupava di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevano giornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali composte da una specie di caleidoscopio detto "versificatore"."

 

Quindi profetico più che distopico, la dove il Grande fratello, che altro non è se non l'emanazione di un gruppo di potere occulto e che gestisce il mondo.

Il romanzo non prevede soluzioni ne alternative lasciandoci annichiliti e sconcertati, ma qual è la realtà che ci circonda?

 

"«"Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato"»"

 

 

 
 
 

Corrado Alvaro - L'uomo è forte

Post n°146 pubblicato il 16 Novembre 2018 da ixtlann
 

 

" La civiltà è un lungo imparare"

 

Bah! Qualche giorno fa commentavo 1984 di Orwell, e qualcuno mi ha detto che tutto sommato poteva essere ispirato da questo libro di Alvaro, scritto una decina di anni prima! Quale meravigli, quale sorpresa, Orwell che plagia un Italiano!!!

Ero stupito e costernato, possibile che non avessi mai sentito questa storia? In ogni caso prima di pronunciarmi in modo o nell'altro ho pensato fosse giusto leggere questo romanzo!

Letto!

 

"Ella sollevò la sinistra e gliela passò tra i capelli. Attirandolo verso di sé, tirandolo per i fili dei capelli, ella disse: "Ecco.""

 

Ora mi chiedo, una volta di più, se la gente parla solo per far prendere aria alle tonsille (e quando scrive perché lo fa?) o se lo fa per darsi un tono anche dicendo corbellerie.

Paragonare questo romanzetto a Orwell è un vero sacrilegio!

Roba da "vaporizzare" chi ha fatto una simile asserzione!

Il testo povero di Alvaro non crea un mondo distopico, ne tutta una filosofia che lo spieghi giustifichi, lo definisca nei dettagli, per quanto parossistici possano essere, un lavoro davvero incredibile! L'uomo è forte si limita ad ambientare la sua storia in paese con un regime totalitario, che ci ricorda molto la Russia stalinista, ma che avrebbe anche potuto essere la Germania nazista. Paesi dove, infatti, questo romanzo non venne pubblicato.

Tolto questo resta poco da dire, la storia è banale, e ci racconta di un Ingegnere originario di questo paese che dopo aver vissuto e studiato all'estero, sconfortato dall'assenza di valori che riscontra nella società occidentale, che continua ad esistere e ad avere le caratteristiche che conosciamo, decide di far ritorno al suo paese, spinto anche dal desiderio di incontrare una donna conosciuta durante i suoi studi.

Il rientro però è traumatico, in una società dove tutto manca e dove ciò che viene dall'estero ha un plus valore dato solo dal fatto che è sconosciuto, cosa vera nei paesi del blocco comunista fino alla caduta del muro.

 

"Quello d'insegnare qualcosa a qualcuno, è un compito meschino, e non da artisti. La civiltà e il progresso oggi offrono tante forme d'insegnamento che l'arte se ne potrebbe ritenere dispensata. L'arte è l'artista stesso."

Oltre a questo c'è la costante paura di essere sempre denunciati e quindi condannati come controrivoluzionari solo in base ad un sospetto, ma anche questo non mi sembra finzione, era il clima che si viveva davvero in quei paesi, forse la verità era anche più terribile!

 

"Morire, ma essere un uomo. Morire, ma vivere."

 

Ed allora dov'è questa invenzione, questa distopia? Abbastanza assurdo anche il nostro protagonista, che forse era affetto da disturbi della personalità, e anche accettando che il clima di terrore potesse influenzare i comportamenti a vote diventano davvero ossessivi.

Per di più il libro ha una scrittura poco fluida e piuttosto noiosa, piena all'inverosimile di pronomi quali, "ella" "egli" "colui" "costei" che si ripetono in quantità esagerata con una resa davvero strana, come si riscontrano spesso altre ridondanze.

 

"Soltanto gli uomini sono capaci di ridire vecchie parole con un vecchio tono, scordando gli anni che sono passati."

 

Altre cose che saltano agli occhi e il profluvio di aggettivi usati spesso come se si volesse creare un ossimoro che però non funziona, e in ogni caso si ha spesso la sensazione di eccesso, di figure che non sempre riescono a stimolare la nostra fantasia o se lo fanno è solo per interrogarsi sul senso e di sicuro non ci coinvolgono più di tanto.

 

" La strada non ebbe pace tutta la notte. Le automobili arrivavano di gran carriera come se fuggissero un incendio. Molte erano stipate di gente; s'intravedevano in un baleno le ragazze ubriache di fuga, e come in preda a un demone lussurioso."

 

Ci sono anche asserzioni difficili da capire/accettare!

 

"Ora gli sembra di doverla rivedere; ma evidentemente non è più giovane e non può comandare col suo desiderio i passi di una persona amata come gli accadeva un tempo, quando bastava che egli pensasse un incontro perché avvenisse."

 

Altre due piccole notazioni riguardano l'una la passione del nostro autore per il "turchino", colore usato un po' per tutto.

Nel tempo alcuni termini hanno cambiato genere come il palmo delle mani che all'epoca risultava al femminile.

 

" Poi si buttò sul divano, tenendo la palma sulla bocca."

 

A questo punto sembra che il libro sia davvero pessimo, e forse sullo slancio ho un po' esagerato, ma poco. Sicuramente tra una cosa e l'altra c'è anche qualche intelligente spunto di riflessione, ma per favore non paragoniamolo assolutamente a 1984!

 

"egli si mise a strofinarla con una devozione gelosa, in un'età senza rimorsi, senza macchia, senza timore."

 

 

 

 

 
 
 

Ricardo Romero - Storia di Roque Rey

Post n°145 pubblicato il 12 Novembre 2018 da ixtlann
 

 

 

"Ci sono due tipi di ballerini. Quelli che ballano guardando la loro compagna, e quelli che ballano guardandosi i piedi. Quello che guarda la compagna sta guardando il futuro, le possibilità che può avere con quella donna. Quello che si guarda i piedi sta guardando il presente. Sta guardando la musica"

 

Mi piacerebbe ricordare chi mi ha suggerito questo romanzo, lo vorrei davvero ringraziare.

Molti scrittori latino americani hanno spesso un senso del realismo magico e/o dell'onirico che ci lascia basiti, ci affascina e ci coinvolge senza che riusciamo bene a capire il come ed il perché. E diventa davvero difficile parlarne, spiegarlo recensire simili libri.

Il nostro protagonista. Roque Rey è un bambino che non conosce il padre, un inetto che lascia la famiglia, e viene abbandonato dalla madre che lo lascia alla sorella per andare a cercare il padre del ragazzo. Le persone fuggono!

Il ragazzo cresce con gli zii Elsa e Pedro, fino a quando lo zio Pedro muore, allora la zia Elsa chiede a Roque, dodicenne, di indossare le sue scarpe per ammorbidirle un po' in vista del viaggio nell'aldilà. Lui riempie le punte con il cotone,

 

"Senza far rumore, uscì dall'appartamento e, senza proporselo, non tornò mai più."

 

"Attraversò la strada e continuò a camminare. Cammina e cammina, non tornò più a casa dalla zia."

 

E continuerà a camminerà per quarant'anni attraverso l'Argentina, facendosi portare dal vento senza mai scegliere, ascoltando voci che solo lui sente! Una camminata, che lo porterà a riflessioni sconcertanti, e a incontri indimenticabili. Umberto, un prete epilettico parricida, che abbandona la chiesa e fugge con Roque; Los Espectros, un gruppo di musicisti/filosofi

 

"Nella musica non c'è niente di reale, ma nemmeno niente di irreale. Il diluvio non la bagna perché è lei il diluvio. Il disastro non è in lei perché è lei il disastro."

 

itineranti, con almeno uno dei componenti che è un "fuggitivo", ma anche gli altri sono tutti sopra le linee;  che lo ingaggiano come ballerino; Marcos Vryzas, bohémien alcolizzato che fugge dalla vita; Mariana, figlia di Gallardo il fuggitivo dei Los Espectros, e sorella di altri fuggitivi, di cui si innamora, ma che alla fine "uscì a lavorare come al solito. Non tornò più."; Natalia, una bambina dall'intelligenza eccezionale che si innamora di lui ma che alla fine fuggirà. Roque vive queste esperienze ascoltando ciò che gli suggeriscono le scarpe, prima quelle dello zio che terrà sempre con se, poi altre scarpe, prese all'obitorio dove si trova a lavorare, e che lo portano in giro e gli raccontano storie.

 

"Di nuovo la perfezione, e la perfezione è questa: il dolore è così grande da avere le dimensioni esatte del paesaggio."

 

Tutto questo mentre il tempo e la storia si evolve in una Argentina che è lì sullo sfondo e fa sentire le sue vicissitudini. 

Il tutto scritto in modo scorrevole e avvincente, una storia che anche se non c'è cattura, con asserzioni che ti lasciano stordito, perché non sai se confutarle e non potresti o se accettarle senza averle ben capite, ma sentendole profondamente vero dentro!

 

"Chi poteva sapere che cosa la nostalgia era capace di fare nella morte."

 

Un libro da leggere assolutamente.

 

"Bisogna fare il giro del mondo per vedere se stessi di spalle mentre si cammina"

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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