Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Dicembre 2018

José Saramago - Il viaggio dell'elefante

Post n°157 pubblicato il 11 Dicembre 2018 da ixtlann
 

"Non sono io che gioco con le parole, sono loro che giocano con me,"

Come al solito non si può dire altro se non che ci si trova d'avanti ad un capolavoro. La storia è davvero semplice, il re del Portogallo regala un elefante, Solimeno, al  all'arciduca Massimiliano II e da sua moglie Maria, figlia di Carlo V, e per quanto sembri improbabile, la storia  si basa su fatti realmente accaduti! Forse il più spiritoso dei libri di Saramago o almeno rispetto a quelli che per ora ho letto, l'ironia la fa da padrone e spesso i dialoghi tra Subhro, il conduttore (cornac) dell'elefante, e i personaggi che di volta in volta si interfacciano uniscono la sagacia all'umorismo, e sono usati per regalarci pillole di saggezza "Ho fatto ciò che potevo, mio signore, per questo sono il cornac, Se tutti quanti facessero ciò che possono, il mondo sarebbe certo migliore,".

Sicuramente più irriverente verso il cattolicesimo di quanto lo sia "Caino", ma sicuramente  più sottilmente, alterna il pensiero "religioso"  ad aspetti di fede popolare.

Scritto con un linguaggio aulico interessantissimo, con l'autore che è narratore e personaggio saltando tra le epoche, i fatti e le considerazioni e donandoci riflessioni che diventano aforismi "Peccato. Ancora una volta, siamo i difetti che abbiamo, non le qualità.", e ci dice apertamente come la pensa senza allegorie ne metafore. "Hanno ragione gli scettici quando affermano che la storia dell'umanità è un'interminabile successione di occasioni perdute."

Avendo l'autore scelto un ruolo che si pone tra il narratore e il commentatore, si perde anche in elucubrazioni che esulano dalla storia toccando temi diversi, come quello della scrittura e della parola che noi sappiamo quanto è cara a Saramago.

"Non sono io che gioco con le parole, sono loro che giocano con me, "

"Sí, una parola che, come tutte le altre, si potrà spiegare solo con altre parole, ma, siccome le parole che hanno tentato di spiegarla, vuoi che siano riuscite a farlo oppure no, a loro volta, devono essere spiegate, il nostro discorso andrà avanti senza una rotta, alternerà, come per maledizione, l'errato con il giusto, senza rendersi conto di ciò che va bene e di ciò che va male"

"E davvero, la più grande irriverenza verso la realtà, qualunque essa, la realtà, sia, che si potrà commettere quando ci dedichiamo all'inutile lavoro di descrivere un paesaggio è di farlo con parole che non sono nostre, che non sono mai state nostre, si badi bene, parole che sono già passate per milioni di pagine e di bocche prima che arrivasse il nostro turno di utilizzarle, parole stanche, esauste dopo essere andate di mano in mano lasciando in ciascuna una parte della propria sostanza vitale."

Io lo trovo bellissimo! Ricco come pochi di pensieri e riflessioni che spaziano e ti lasciano lì a pensare a cose che sembrano banali ma che raggiungono profondità inaudite o che semplicemente ti fanno sorridere, il che è sempre la cosa più difficile!

"Si suole dire che le pareti hanno orecchi, s'immagini di che grandezza saranno quelli delle stelle."

"Ha fatto plof ed è sparito. Certe onomatopee sono provvidenziali. S'immagini se avessimo dovuto descrivere il processo di sparizione del soggetto con tutti i particolari. Ci sarebbero volute, almeno, dieci pagine. Plof."

 

 

 

 
 
 

Keigo Higashino - L' emporio dei piccoli miracoli

Post n°156 pubblicato il 02 Dicembre 2018 da ixtlann
 

 

 

"Il legame tra una persona e l'altra non si spezza per qualche motivo concreto. Anche se in apparenza può sembrare così, accade perché qualcosa dentro di sé si è spezzato e si cerca poi di trovare forzatamente un pretesto. Se i cuori non si sono allontanati, quando accade qualcosa che potrebbe spezzare il legame qualcuno si adopera per ripararlo. Se non lo si fa è perché il legame si è già rotto."

 

Forse dipende dal fatto che sono un Pesci, o forse perché mi piace pensare che la magia ci circonda o forse, per dirla con parole più famose delle mie, perché credo che " Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia" fatto sta che sono sempre stato affascinato dal magico, e in letteratura amo molto i libri di realismo magico o realismo fantastico come preferite, quei romanzi in cui gli elementi  magico/fantastico appaiono in un contesto altrimenti realistico, e danno una colorazione e un senso diverso al tutto.

A questo genere di libri si dovrebbe ascrivere questo romanzo, che per altro sembra avere la struttura della raccolta di racconti tenuti insieme da un unico filo conduttore, l'Emporio Namiya, ma man mano che si procede ci si rende conto che i legami sono più di quanti non sembrino, e si pensa, "è davvero piccolo il mondo", anche se in realtà é proprio il magico a definirne le dimensioni.

 

"Se non si fossero sforzati di vivere onestamente e impegnandosi al massimo, probabilmente qualunque risposta avessero ricevuto non avrebbe portato a niente.»"

 

Tre giovani ladri in piena notte si rifugiano in un emporio abbandonato, il famoso Emporio Namiya, da tempo abbandonato, ma che  una volta era noto perché dava consigli a chiunque vi si rivolgesse, e, incredibile ma vero, mentre sono li rifugiati, nella cassetta della posta dell'emporio cominciano ad arrivare richieste di consigli.

Così veniamo a conoscenza di storie  e personaggi che ruotano intorno all'emporio e non solo.

 

"Non si deve mai ignorare la voce del cuore delle persone."

 

Ogni storia ci racconta di qualcuno che ha un problema e che non sa come porsi di fronte ad esso, inoltre ci mostra quanto siamo irrazionali e quanto spesso sappiamo già cosa vogliamo fare ma vorremmo che qualcuno ci desse il via o un cenno di assenso! Ma ci parla soprattutto di legami e di rapporti, di noi e degli altri.

La scrittura sempre pacata ed elegante, tipica di molti scrittori giapponesi, ci culla e ci fa partecipare alle varie vicende che si succedono e si intrecciano con dolcezza e a volte un pizzico di sentimento di cui il romanzo è pieno e che ci può portare verso la commozione, ma che mai si trasforma in mieloso sentimentalismo.

 

"ma pensando che proviamo dolore proprio perché siamo vivi,"

 

Un romanzo che si fa leggere tutto d'un fiato nonostante possa sembrare frammentario, a meno che non ci si definisca "materialisti integrali" assolutamente da leggere.

 

"Mi piace proprio perché non ci guadagno niente."

 

 

 

 
 
 

Casa Surace - Quest'anno non scendo

Post n°155 pubblicato il 01 Dicembre 2018 da ixtlann
 

 

"perché una sorpresa era pur sempre una sorpresa."

 Io amo le belle sorprese!!

Dopo Wu Ming ecco un una factory e casa di produzione, Casa Surace, Avevo da poco cominciato a leggere  questo romanzo che già mi piaceva, il modo di narrare, semplice e immediato, un linguaggio che mischiava l'Italiano a un qualche dialetto meridionale, che tra l'altro sentivo molto vicino, una storia che sembrava conosciuta perché parlava di famiglie del sud, anche se il tutto sembrava, purtroppo un grande luogo comune.

Sembrava un libro molto  disimpegnato, leggero e che non sarebbe piaciuto a tutti, (almeno no a chi cerca qualcosa di più profondo) ma al terzo capitolo mi sono ritrovato con gli occhi pieni di lacrime per le risate, e che fossero stereotipi o luoghi comuni, mi è importato davvero poco, me la sono goduta alla grande e mi sono dovuto fermare un attimo per riprendere fiato. 

Si forse era un po' troppo meridionalista ma ci stava e mi piaceva, non un grande romanzo, non una scrittura innovativa, anche se la sentivi familiare e di sicuro scorreva veloce e ciò che leggevo mi si rappresentava con nitidezza alla mente.

Certo ho pensato un libro da consigliare a chi è del sud e conosce le dinamiche qui descritte e ne potrà godere, ma con il progredire della storia quella che mi era sembrata una storia meridionale e meridionalista ha subito lentamente delle sorprendenti metamorfosi.

"Avevano sottovalutato il Veneto, l'avevano sottovalutato eccome. Avevano sottovalutato il calore, l'ospitalità, la voglia di festeggiare insieme."

La storia ha avuto un svolta che non ci si sarebbe aspettata diventando sicuramente di più ampio respiro, e invitando il lettore a superare gli stereotipi "razzisti" che spesso divido l'Italia in "regioni" e popoli in conflitto tra di loro e che non si riescono a capire né a parlare

"Nonno Andrea e nonno Alberto erano rimasti un giorno e mezzo in campagna a parlare di vino. Nonno Andrea non era silenzioso, semplicemente non trovava mai qualcuno di interessante con cui parlare. Dopo novant'anni, ci sta.

Nonno Alberto, invece, parlava praticamente la sua stessa lingua. Non ci si spiegò mai come avessero fatto a capirsi in quelle trentasei ore, nessuno seppe trovare una soluzione."

Ma il romanzo così semplice ci racconta altro, diventa profondo,  dopo aver superato e annullato pregiudizi e distanze  riunendo tutti sotto uno stesso tetto, ci parla di sentimenti, di amicizia,

"Una bravata, probabilmente, di due novantenni che avevano finalmente trovato qualcuno di interessante con cui parlare di vino e avevano deciso che doveva andare così. [...]  Nonno Andrea aveva trovato un amico e non se ne voleva separare."

e ci parla d'amore

"L'amore, come forse saprete, può modificare le percezioni di chiunque: i difetti, le parti più strambe di un essere umano si assottigliano fino a scomparire."

Ma più di ogni altra cosa ci parla della famiglia, dell'importanza e della forza che essa sprigiona, dei contenuti e dei valori ad essa legata facendo ricordare a tutti cosa sia e cosa possa significare e lasciando un briciolo di nostalgia nei cuori che possono solo sognare il calore che da essa promana, forse un ricordo che con il tempo diverrà sempre più importante visto che la società contemporanea fa di tutto per far sì che questa diventi sempre più solo una favola!

Ed è proprio ad una favola disneyana che si può paragonare questo romanzo natalizio, forse troppo dolce forse troppo facile forse talmente lontano da ciò che ogni giorno viviamo da farcelo percepire come falso anche se sognato e agognato

Appunto una favola!!

«Ma tu hai un gran cuore e chi ha un gran cuore alla fine deve vincere. Deve vincere perché, se chi ha un sogno alla fine perde, che speranza c'è per questo mondo?»

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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